Suicidio alla Capaldo Spa, la ventitreesima vittima dall’inizio dell’anno in Irpinia
Pubblicato in data: 25/7/2014 alle ore:08:29 • Categoria: Cronaca •Non si arresta la lunga scia di tragedie legate al male di vivere in Irpinia. In meno di 48 ore un altro giovane che decide di farla finita. Il terzo in due giorni, tutti e tre con le stesse modalità d’esecuzione. L’ennesima tragedia in provincia, la ventitreesima vittima dall’inizio dell’anno. Numeri da rabbrividire, termometro di un malessere dilagante nella società. Questa volta a togliersi la vita è un 47enne operaio atripaldese che si è impiccato con un laccio dietro un grande cassone in ferro utilizzato come deposito merci all’interno di un capannone della Capaldo Spa.
Il corpo dell’uomo, dipendente di una cooperativa esterna che effettua lavori di smaltimento e pulizia, è stato ritrovato dai colleghi.
Marco Anzante, questo il nome del 47enne, si è impiccato così sul posto di lavoro dove si recava quotidianamente, nei capannoni deposito di Manocalzati della Capaldo Spa. A ritrovarne il corpo esanime nel primo pomeriggio sono stati alcuni colleghi, allertati per telefono dalla sorella, che non lo ha visto rincasare dopo pranzo, al termine del turno di lavoro. L’uomo infatti viveva con l’anziana mamma in un’abitazione di via Serino.
Probabilmente, secondo quando accertato dai Carabinieri della locale stazione, diretti dal comandante Costantino Cucciniello, che indagano su quanto accaduto, avrebbe approfittato del cambio turno delle 14 per portare a termine l’insano gesto. La scelta del luogo nascosto ha rallentato il suo ritrovamento. Solo intorno alle 18 infatti è stato rinvenuto il cadavere da parte dei colleghi che hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine ed il 118 della Confraternita della Misericordia di Atripalda. Sul posto anche il medico legale, dottoressa Elena Piciocchi, che non ha potuto accertare il decesso avvenuto alcune ore prima. Il corpo è stato così trasferito presso l’obitorio della Città ospedaliera di Avellino a disposizione del pm di turno, dottoressa Cecilia Annecchini, che questa mattina deciderà sull’autopsia.
Secondo gli inquirenti l’uomo si è tolto la vita probabilmente in tarda mattinata, lontano dagli occhi dei suoi colleghi di lavoro, ponendo in essere l’insano gesto dietro un grosso cassone in ferro.
Una persona a modo, discreta, un gran lavoratore che nella vita aveva già conosciuto il dolore in famiglia. Una decina d’anni fa infatti suo fratello Luigi, sì suicidò sotto un treno lungo il tratto in galleria di contrada Castello.
“Un bravissimo ragazzo, silenzioso e taciturno – lo ricordano così alcuni colleghi – .Ci piange il cuore e ci stringiamo intorno alla famiglia. Un ragazzo eccezionale che ci mancherà tanto”.
Sull’ennesima tragedia arriva il cordoglio anche dell’azienda Capaldo Spa:«Questo pomeriggio è stato rinvenuto il corpo senza vita di un lavoratore dipendente di una Cooperativa che opera nei magazzini di Manocalzati della Capaldo SpA. M.A. il nome dello sfortunato che si è tolto la vita nascondendosi in modo da non essere visto per alcune ore. La preoccupazione dei familiari ha fatto scattare l’allarme ed in poco tempo i colleghi di lavoro, conoscendone le abitudini, lo hanno ritrovato ormai esanime. Sono tuttora in corso accertamenti da parte degli organi preposti. L’azienda Capaldo SpA si unisce al dolore della famiglia del 47enne atripaldese».
Dolore e lacrime tra i compagni di lavoro non appena si è diffusa la notizia. Quello di Atripalda segue neanche di un giorno gli altri due suicidi di rione Valle ad Avellino e di Lapio.
Al posto di sforzarsi, nel limite delle loro possibilità amministrative, di creare nuove aspettative di vita e di lavoro, di rifondare il paese di Atripalda o la nazione italiana come una comunità, come un insieme di persone in comunione tra di loro, come un’unica grande famiglia nella quale non esiste solitudine né disperazione per nessuno, i nostri politici pensano a fare il rimpasto, pensano agli 80 euro a chi già li ha… sono stati capaci di distruggere l’Irpinia, e ora ne vediamo le conseguenze sociali più disarmanti…
L’eterno riposo donagli, o Signore, e splenda a lui la luce perpetua, riposi in pace. Amen.
Ciao Indio. Sempre con noi