Raffaele La Sala (AdC): Giù le mani dalla Città
Pubblicato in data: 7/2/2010 alle ore:13:00 • Categoria: AdC, Merito è Libertà, Politica •Nel giorno fausto della ‘restituzione’, assenti sindaco e compagnucci, qualche segnale pure è venuto per Alvanite, nell’ovvietà delle analisi e nella prevedibilità delle soluzioni.
Intanto qualcuno potrà riflettere sulla necessità di spezzare l’isolamento del quartiere attraverso uno sbocco sulla Avellino-Salerno, o eventualmente sulla possibilità di localizzare nell’area la promessa piscina olimpionica dell’insediamento Ingino, mentre in un indefinito altrove, si va confusamente delineando il disegno urbanistico di Atripalda. In un frenetico relazionare privato, tra sonori e ripetuti sfiati di trombetta, PIT, PUC, PUT, PUA (di varia e non sempre certa ‘natura’) accanimenti e revoche, rassicurazioni private e pubbliche virtù, exagendeventuno e corti dei miracoli, gare deserte e gare annullate, chiamate dirette e concorsi ad ostacoli, atti propedeutici ed atti…relativi, si ha l’idea di un marasma che tanto più inquieta, quanto più si ingegna di apparire indecifrabile. E s u tutto, il collasso del partitodemocratico che fu, in cui tumultuose anime in pena consumano le ultime risorse e cancellano le residuali speranze.
Non sarà facile ripartire per la Città di Atripalda, dopo un quinquennio amministrativo (si un quinquennio…) devastante come nessun altro mai (ammesso che a destra ed a sinistra, qualcuno ne abbia ancora la voglia).
Intanto leggi e leggine regionali maturano o rallentano, con sospetta tempestività elettorale, piegandosi alle incomprensibili logiche interne di piedìni allo sbando…Cascetta, Cozzolino, Marone, Bassolino bis e la candidatura presunta di De Luca Vincenzo di Salerno (così tanto per lasciare le mani libere ai marpioni nuscani e tenere alto il prezzo, di qua o di là).
E’ in questo disarticolato contesto che, con sospetta leggerezza, si è varato un infelice sedicente ‘accordo di reciprocità’, con vecchi progetti e carte incollate con lo sputo e poi contrabbandate spocchiosamente per scelte ‘strategiche’, al suono di tammorre, putipù e scetavaiasse…
Ad Atripalda, tra scelte urbanistiche ‘gestite’ fuori dalla giunta e monopolizzate da una parte del pidì (carta vince, carta perde…tra amministratori, gruppi consiliari, coordinamenti locali, dottori medici e consiglieri semplici), incursioni sindacali a gamba tesa e progettistiambientalisti in servizio permanente, non c’è proprio da stare allegri.
Tanto più è incerto il quadro politico e la linea di comando, tanto più vanno e vengono accordi urbanistici di ogni ordine e grado, piani casa e piani…inclinati (e chi arriva per ultimo…si attacca).
Tutto questo rassegna la fondata impressione che qualcosa stia avvenendo (qualcosa di fatto sottratta al confronto istituzionale).
Qualcuno dovrà pure spiegare, per esempio, la incredibile location di un megaparcheggio di trasferenza a pochi passi da novantamila metri cubi di edilizia socialresidenziale ed una piscina olimpionica (con annesso e contestualmente negato, of course, ricattuccio occupazionale). Insomma che tra il ghetto di Alvanite (che si sogna ‘dorato’) e la nuova periferia di Pianodardine (tra amianto in corso di eterna bonifica, trattamento di rifiuti, inquinamento industriale) si stia innescando una bomba ad orologeria, con effetti devastanti sul territorio e sulla città di Atripalda, appare più che un fondato sospetto una prevedibile certezza.
Altro che le elementari ‘speculazioni’ di destra, di centro e di sinistra, che tra gli anni ’60 e ’80 dilatarono la nostra città in una confusa ‘periferia’. Cose da dilettanti.
Raffaele La Sala
consigliere comunale di Atripalda Pdl-AdC
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