Caso Bonazzi, il poeta non vive in condizioni economiche disagiate
Pubblicato in data: 12/2/2010 alle ore:14:44 • Categoria: Attualità •Il sindaco Laurenzano scrive a Berlusconi per chiedere un aiuto per Alfredo Bonazzi, ma l’anziano poeta di origini atripaldese ringrazia ma smentisce le difficoltà economiche.
A segnalare al primo cittadino la vicenda il giornale Otto Pagine con un gruppo di letterati irpini, tra cui Paolo Saggese, Gabriele De Masi, Pasquale Martiniello, Alessandro De Napoli e Giuseppe Iuliano del “Centro di documentazione sulla poesia del Sud”. Secondo gli intellettuali irpini il poeta vivrebbe in condizioni di salute critiche ed economiche ai limiti della sussistenza lontano da Atripalda, a San Zeno di Cassola (Vi).
Alfredo Bonazzi nato ad Atripalda il 28 febbraio 1929 fu condannato all’ergastolo per l’omicidio di un tabaccaio commesso nel 1960 in viale Zara a Milano, proprio in carcere, Bonazzi scopre l’amore per la cultura e la poesia, che lo porterà a vincere prestigiosi premi nazionali ed internazionali (nalla foto una sua opera). Nel 1973 il Presidente della Repubblica Giovanni Leone gli concede la grazia, dopo aver passato ventotto anni della sua vita tra carcere, riformatorio e manicomio criminale. Nel 1975 scrive Squalificati a vita, un’inchiesta dove denuncia la tragedia di chi si trova rinchiuso nei manicomi criminali. Bonazzi si impegna tuttora nell’ambito del volontariato.
Così Laurenzano scrive al Presidente Berlusconi per chiedere un sussidio economico per Bonazzi. “Le opere letterarie di Bonazzi – concludeva la missiva del sindaco – rappresentano un patrimonio culturale e sociale di altissimo valore per il Sud e per il nostro Paese: questo è il parere unanime di studiosi e letterati della provincia di Avellino e del nostro stesso Paese. Le chiedo di aiutare Alfredo Bonazzi, servendosi dei dettami previsti dalla Legge 440 dell’8/8/1985 (legge Bacchelli) che prevede l’istituzione di un sussidio minimo per i letterati e gli uomini di cultura che vivono in gravi condizioni economiche e di salute. Facendo fede nella Sua riconosciuta sensibilità umana e culturale, colgo l’occasione per porgerle i più distinti saluti”.
Ma a sollevare i primi dubbi sulle reali condizioni di salute ed economiche del poeta è stato il consigliere comunale di minoranza Lello La Sala, dichiarando in una nota che il poeta non vive in condizioni economiche disagiate e né è malato.
A confermare tutto lo stesso poeta che da San Zeno di Cassola (Vi) ringrazia ma afferma di vivere bene economicamente, godendo di una pensione di invalidità e che la moglie ha un’azienda.
Quindi l’iniziativa di intellettuali irpini, Otto Pagine e sindaco appare superata.
Di seguito una nota di precisazione del consigliere di minoranza Lello La Sala: “Sono sinceramente dispiaciuto se il mio intervento sulla applicazione della legge Bacchelli per Alfredo Bonazzi, in replica alla sciatteria con cui è stata resa nota una lettera ufficiale del sindaco Laurenzano (e non ovviamente alle nobili intenzioni, tra gli altri, di Paolo Saggese e Gabriele De Masi), abbia potuto suscitare un vespaio di repliche piccate ed anche un po’ fuori tono.
La legge 440/85, nella fase istruttoria (e nel complesso iter burocratico, ben noto a chi conosce la controversa questione, e Bonazzi è tra questi) impone, tra l’altro, sensibilità, finezza, discrezione: ecco perché avevo accolto con favore l’iniziativa promossa due settimane fa da poeti ed intellettuali sul quotidiano “Ottopagine”, ed invece ho replicato, sul filo dell’ironia, al compiaciuto ed inelegante comunicato urbi et orbi del sindaco Laurenzano. Perciò se sarà applicabile la legge Bacchelli all’impegno ed alla storia intellettuale di Alfredo Bonazzi, sarò pronto a rallegrarmene, innanzitutto con Saggese e De Masi: ma prima per il riconoscimento ad un originale ed intenso percorso artistico ed umano (e poi -perché no- anche per il ristoro che potrà venire alle sue accresciute necessità personali).
Ad multos annos, caro Alfredo, voce alta e sofferta della poesia italiana del secondo ‘900″.
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