Una villetta abusiva tra le rovine dell’Antica Abellinum
Pubblicato in data: 23/2/2010 alle ore:11:44 • Categoria: Cronaca •Una villetta abusiva tra le rovine dell’Antica Abellinum ad Atripalda.
A pochi passi dalla vecchia domus romana e dall’antico tracciato del Decumano, l’asse viario di pietra calcarea perfettamente conservato e riportato alla luce mesi fa dalla Soprintendenza, i carabinieri della locale stazione guidati dal comandante Costantino Cucciniello hanno scoperto, dopo una serie di lunghe e meticolose indagini, una casa abusiva di circa 200 metri quadri, su un unico piano, nascosta tra la vegetazione.
Il manufatto venuto alla luce tra le rovine della Civita, sorge infatti su un terreno vincolato dalla Soprintendenza ed ubicato nella parte retrostante il cimitero comunale di via Manfredi.
Dopo una serie di sopralluoghi i militari hanno immediatamente allertato i tecnici dell’Utc e quelli della Soprintendenza ai beni archeologici delle province di Avellino e Salerno.
Al momento della sopralluogo all’interno della villetta era presente una signora anziana che non ha saputo fornire documentazione sulla costruzione della casa. Dopo alcune verifiche tecniche, la conferma del fabbricato abusivo. Così è scattata la denuncia alle autorità competenti perché la costruzione non solo risultava abusiva ma anche perché realizzata su un terreno vincolato dalla Soprintendenza. I carabinieri hanno anche avanzato richiesta di abbattimento del manufatto.
Ora sarà aperto un fascicolo presso la Procura di Avellino che sarà chiamata a pronunciarsi sull’abbattimento della struttura. Anche la Soprintendenza è pronta ad effettuare dei sopralluoghi per verificare se la realizzazione della villetta abbia potuto arrecare danni nel sottosuolo.
I resti dell’antica Abellinum risalgono all’età sannitica (IX-VI sec. A. C.) romanizzata nell’età dei Gracchi (II-I sec. A. C.).
Edificata sul pianoro della collina della Civita, lungo la riva destra del Sabato, vi si trova uno spazio piuttosto esteso delimitato da una doppia cinta muraria, in gran parte ancora visibile. Le emergenze archeologiche più rilevanti riguardano gli ambienti delle terme, portati solo in parte alla luce, esteso su due livelli e delimitato da strutture poderose; l’area del Foro e soprattutto, sulla collina della Civita, i resti di una domus ad atrio e peristilio immensa e lussuosa, decorata da pitture in stile pompeiano, appartenuta a Marco Vipsanio Agrippa, il genero di Augusto.
Gli ultimi scavi effettuati nell’area hanno permesso di esplorare le stanze che si affacciano sul peristilio e consentito il recupero di stucchi frammentati e intonaci dipinti in secondo e quarto stile pompeiano. L’obiettivo della Soprintendenza perciò è di ampliare l’area di scavo per valorizzare il patrimonio storico e archeologico e l’azione dei carabinieri va in questa direzione.
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