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Commercio, l’Asso-Api di Avellino all’assessore Elio Di Pietro: «Tagliati fuori dal tavolo di concertazione, più dialogo per dar vita a interventi incisivi»

Pubblicato in data: 22/3/2011 alle ore:10:26 • Categoria: Attualità

mercatoPiù concertazione tra gli attori preposti a rafforzare il commercio atripaldese. A chiederlo è l’Asso-Api di Avellino che, seppur accoglie con favore la recente ordinanza comunale della città del Sabato che prolunga l’orario degli esercizi commerciali by night su cui gravita l’interesse della movida locale e non solo, lamenta l’assenza associativa al tavolo di settore coordinato dall’assessore con delega al Commercio, Elio Di Pietro. «Sulla decisione di allungare i tempi di chiusura dei locali notturni di Atripalda – spiega infatti Rino Bilotto, direttore di Asso-Api Avellino – non siamo stati però presi in considerazione né convocati in un summit di settore. Eppure vorrei ricordare che la nostra organizzazione di categoria ha una presenza capillare sul comprensorio in questione con numerosi iscritti, a vocazione commerciale, che coprono in lungo e in largo l’ambito territoriale». Per l’Associazione Artigiani e Piccoli Imprenditori di Avellino solo momenti di forte ed ampio dialogo possono costituire i canali giusti da cui dar vita ad interventi incisivi in grado di alzare sempre più il grado di competitività ed il giro d’affari del commercio domestico che rappresenta senza dubbio un asset strategico dell’economia atripaldese.
Altro fronte di sollecitazione: l’area in cui delocalizzare il mercato del giovedì che coinvolge circa 240 ambulanti operanti attualmente nell’area tra il Parco della Acacie e via San Lorenzo. «Sappiamo al momento che la Commissione ad hoc istituita dall’Amministrazione comunale per scegliere una nuova e più idonea collocazione logistica dell’area mercatale non ha prodotto finora alcuna risposta definitiva al problema –sottolinea il direttore di Asso-Api –. Auspichiamo che l’esecutivo Laurenzano trovi al più presto una soluzione quanto più convergente possibile tra gli esercenti e l’utenza cittadina».

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