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Parcheggio a pagamento abusivo, denunciato pregiudicato atripaldese

Pubblicato in data: 11/6/2011 alle ore:14:05 • Categoria: Cronaca

sede-aslParcheggio a pagamento abusivo: pregiudicato atripaldese denunciato dai Carabinieri della locale Stazione. L’uomo aveva preso regolarmente in gestione il parcheggio antistante l’Asl di via Manfredi ma non rilasciava alcuna ricevuta fiscale del pagamento. Le indagini sono partite lo scorso 9 giugno quando un cittadino del posto aveva denunciato presso la Stazione dei Carabinieri di Atripalda alcune presunte irregolarità nelle modalità con cui veniva esercitata l’attività di parcheggio a pagamento nei pressi dell’Asl di Avellino. L’uomo aveva narrato d’aver parcheggiato la propria autovettura all’interno di quel parcheggio di via Manfredi e, nell’andare a riprenderla, aveva costatato la presenza, sul parabrezza, di un biglietto della ditta “Barone”, di quelli del tipo utilizzati per la sosta a pagamento, riportante l’orario di arrivo in parcheggio. Così, una volta compreso di trovarsi in un’area di parcheggio a pagamento, l’uomo versava all’addetto 30 centesimi di euro ma, alla richiesta di una regolare ricevuta fiscale, lo stesso addetto all’area di parcheggio gli consegnava una ricevuta priva di valore fiscale.
Nella giornata di ieri, quindi, i carabinieri della Stazione di Atripalda e quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Avellino hanno proceduto alla verifica di quanto denunciato dall’utente della strada, onde verificare eventuali evasioni fiscali o simili abusi. Al momento del loro arrivo, i carabinieri hanno notato da subito che l’area di parcheggio in questione era segnalata con apposita cartellonistica (recante anche il tariffario) ed i singoli posti di parcheggio erano delimitati con regolari strisce blu. La zona è inoltre dotata di un ingresso e di un’uscita con gabbiotto mobile, e si trova su di un’area privata ad uso pubblico regolarmente locata dal proprietario al signor Barone, proprietario della società di parcheggio. I militari hanno poi potuto prendere contezza anche dell’esistenza di 2 addetti: quello all’ingresso consegnava agli automobilisti utenti del parcheggio dei ticket, sui quali si limitavano ad annotare a penna l’orario di arrivo, mentre quello all’uscita, provvedeva a ritirare i soldi ed i ticket, senza rilasciare alcuna ricevuta fiscale legalmente valida.
Ma i successivi e più approfonditi controlli dei carabinieri hanno potuto evidenziare che quell’attività di parcheggio a pagamento che, dall’esterno, sembrava perfettamente regolare, era invece del tutto abusiva. Infatti, non solo l’attività era svolta in assenza della prevista denuncia d’inizio attività da presentare al Comune competente, ma la società in questione risultava addirittura cancellata d’ufficio dai registri della Camera di Commercio di Avellino dal 28.12.2010. Tale società, peraltro, era stata a suo tempo registrata come una ditta di servizi vari alle imprese e non aveva perciò nemmeno mai avuto tra le sue finalità quella di gestione di parcheggi ed autorimesse. In considerazione di ciò, i carabinieri accertavano che, di fatto, il titolare della ormai cessata società esercitava, per il tramite dei due addetti (di cui uno era il figlio) una vera e propria attività abusiva di parcheggiatore/guardiamacchine, in quanto sprovvisto di qualsivoglia autorizzazione ed iscrizione.
Per detti motivi, i carabinieri della Stazione di Atripalda provvedevano a denunciare a piede libero il gestore del parcheggio per il reato di truffa nei confronti dell’utente della strada che aveva presentato la denuncia, nonché ad elevare a suo carico la sanzione amministrativa prevista dal nuovo Codice della strada per i parcheggiatori abusivi, con conseguente sequestro amministrativo, ai fini della confisca, delle somme di denaro rinvenute all’interno del box del parcheggio.
Da parte loro, invece, i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Avellino, nel verificare l’osservanza della legislazione in materia di sicurezza nel settore terziario, accertava la sussistenza di nuove e svariate violazioni, anche di natura penale, per le quali non solo lo stesso gestore veniva nuovamente denunciato a piede libero, ma a suo carico veniva pure emesso un provvedimento di immediata sospensione dell’attività di parcheggio a pagamento.

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