La prima guerrilla marketing ad Avellino
Pubblicato in data: 24/9/2011 alle ore:19:40 • Categoria: Attualità •Millecinquecento bouquet e venti giovani ragazze vestite di bianco hanno invaso per tre giorni la città. La prima guerrilla marketing ad Avellino colpisce il mondo della sposa. Auto, panchine, muretti e ogni angolo di strada cosparsi di piccoli, ma perfetti, bouquet di fiori freschi bianchi. “Perché bouquet da sposa ovunque? Di chi sono? Cosa significano?”, queste le domande più frequenti dei passanti, ma dopo due giorni di stupore e smarrimento sabato mattina è svelato il mistero: il noto atelier avellinese, Gedy Martone Sposa, ha deciso di rilanciare la propria immagine attraverso la guerrilla marketing, la forma di promozione pubblicitaria più irriverente e assolutamente non convenzionale utilizzata finora solo da grandi marchi internazionali come Nike, Ray-ban, Nestlè, Playstation, Axe e Toy’s. Un uso creativo di mezzi e strumenti di comunicazione declinato nella sua accezione più “aggressiva” poiché fa leva sull’immaginazione e sulla psicologia degli utenti finali. «E’ davvero una bella iniziativa che ha valorizzato il salotto buono della città, mi auguro che simili idee si ripetano in futuro. Il bouquet, poi, è di buon augurio, un invito al matrimonio che non si può rifiutare», ha commentato divertito il sindaco Giuseppe Galasso davanti alle giovani spose a spasso per il corso cittadino. Un’idea, quella del giovane team avellinese guidato dalla Serena Santucci (marketing) con Francesca des Loges (comunicazione e pubbliche relazioni) che ha coinvolto circa quaranta persone tra modelle, sarte, parrucchieri, truccatori, decoratrici, tecnici audio-video, sviluppatori software e grafici. Innovativo anche l’utilizzo del qr-code, il codice che permette ai telefoni di ultima generazione di collegarsi direttamente al sito di riferimento senza dover digitare l’indirizzo web, insomma un mix esplosivo che ha riscosso notevole successo tra il pubblico. Un’azione, innovativa, memorabile, fresca e accattivante così come l’immagine dei gruppetti di spose che chiacchieravano tra loro sfogliando depliant comodamente sedute sulle panchine di corso Vittorio Emanuele tra gli sguardi incuriositi e divertiti dei passanti.
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