Bonus bebè da restituire allo Stato, la nota di Luigi Caputo (Prc)
Pubblicato in data: 7/10/2011 alle ore:11:56 • Categoria: Attualità •“Felicitazioni per il tuo arrivo: lo sai che la nuova legge finanziaria ti assegna 1.000 euro? Un grosso bacio. Firmato Silvio Berlusconi“. Correva l’anno 2005. Nel disperato tentativo di rimonta nei confronti dell’Unione – mancavano pochi mesi alle elezioni – il governo Berlusconi inseriva nella legge finanziaria il “bonus bebé”, un contributo una tantum di 1000 euro a favore di ogni nuovo/a nato/a o adottato/a nel 2005. Requisito principale per usufruire della misura, un reddito familiare non superiore ai 50.000 euro annui, insieme alla cittadinanza italiana o comunitaria (restavano quindi fuori, con odiosa discriminazione, i cittadini non comunitari, ma questa è un’altra storia). La comunicazione alle famiglie avvenne con il supporto della grancassa propagandistica delle grandi occasioni, ma a discapito della precisione. Nessuno (nemmeno il testo della Gazzetta Ufficiale) si curò infatti di informare i potenziali interessati del fatto che il limite di 50.000 euro doveva essere calcolato sul reddito lordo, e non netto. Così parecchie delle famiglie destinatarie della lettera di Palazzo Chigi compilarono un’autocertificazione che riportava le entrate nette, incorrendo in una dichiarazione irregolare. Nel luglio scorso, a distanza di oltre sei anni, il Ministero dell’Economia, con scelta di dubbia correttezza anche giuridica (in molti casi potrebbe essere, infatti, scattata la prescrizione) ha inviato alle circa 8.000 famiglie in questione una lettera che contesta l’indebita riscossione del bonus, ingiungendo la restituzione dei 1.000 euro “illecitamente” percepiti, oltre al pagamento della sanzione amministrativa (3.000 euro), previo accertamento della violazione del codice penale per dichiarazione mendace. Sulla materia è intervenuta recentemente anche la manovra economica di agosto, la quale (comma 6 bis dell’art. 6) ha ribadito l’obbligo della restituzione per i percettori privi di tutti i requisiti. Per i cittadini coinvolti, oltre al danno economico, c’è l’amara sorpresa nel vedersi sottratte risorse, in molti casi vitali, a distanza di tanto tempo. E, ancor più, quella di dover constatare la violazione di un patto di lealtà con lo Stato, sacrificato sull’altare di una propaganda che non esita a calpestare, con fare maramaldo, bisogni e sofferenze. Quando si scriverà la storia del berlusconismo sarà opportuno non dimenticare la vicenda, solo apparentemente minore, del bonus-bebè. Essa ci aiuta a cogliere, come e più di tante altre scelte e comportamenti, la sua essenza, il suo collocarsi deliberatamente al di là del principio di realtà (nella fattispecie, il non riuscire ad assicurare la corretta applicazione di una norma da esso stesso introdotta), la sua pesante intrusione nella vita e sui corpi delle persone (come dimenticare, in altro contesto, il caso Englaro?) con il sorriso zuccheroso – in realtà, ghigno beffardo – di chi è consapevole di appartenere a un’altra e sideralmente lontana condizione esistenziale, destinata a non incrociarsi mai con quella dei governati, quanto meno di quello che una volta si definiva popolo. Il nostro augurio è che qualcuna delle famiglie oggi raggiunte dall’ingiunzione di restituire il “maltolto” di 1000 euro, conservi la lettera presidenziale del 2005; così i neonati di allora, divenuti adulti, potranno rendersi conto del mondo falso e ingannevole in cui videro la luce.
Luigi Caputo
segr. Prov. PRC/FdS Avellino
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