Laurenzano sfiduciato dalla maggioranza, il Puc il nodo irrisolto. Entro un mese il Commissariamento dell’ente. Ecco gli interventi in aula
Pubblicato in data: 26/11/2011 alle ore:17:03 • Categoria: Politica •Il sindaco Laurenzano sfiduciato in consiglio comunale: nodo della questione il Piano urbanistico comunale. Lo strumento di gestione urbanistica era stato inserito dal primo cittadino nelle linee programmatiche in discussione durante il civico consesso di questa mattina e, invece, da escludere secondo il gruppo “Centrosinistra per Atripalda” che di fatto decreta la fine del mandato del primo cittadino. Entro un mese l’arrivo del commissario che sarà nominato
dal Prefetto. Il sindaco molto probabilmente lunedì firmerà le dimissioni che potrà revocare, per ripensamenti in extremis, entro venti giorni.
Un consiglio molto atteso e che ha visto, dato l’importanza, una discreta presenza nel pubblico. Molti i segretari di partito che hanno assistito alla discusssione dell’aula: Federico Alvino (Pd), Lello Nevola (Cives), Dimitri Musto (Psdi-Psi), Guanci (Socialisti) e molti dirigenti e politici cittadini.
Ha aperto i lavori il sindaco Luaurenzano prendendo la parola dopo l’approvazione del verbale della seduta precedente.
“Il periodo trascorso è stato molto turbolento – ha esordito il sindaco Laurenzano dopo lettura in aula della nuova giunta e delle deleghe -. Abbiamo avuto tanti problemi, come quelli relativi alla discarica e ai rifiuti, dal punto di vista amministrativo la macchina ha funzionato. Forse la mia responsabilità è stata quella di non pensare a ciò che nel frattempo stava venendo meno nella maggioranza. Quando i figli litigano è sempre colpa del padre. Con
la città ho un rapporto di stima che come Amministrazione non abbiamo demeritato. Abbiamo manifestato senso di appartenenza alla città. Per questo mi impegno affinché l’amministrazione giunca a termine per rispetto ai funzionari e dipendenti dell’ente che hanno contribuito ad aiutare la barca, andare a casa significherebbe non avere rispetto di chi ha lavorato con noi. A questo punto dico a Luigi Adamo che condivido quello che dice sul costruire un ponte di solidarietà poiché c’è un’emergenza sociale. Dal punto di vista amministrativo, ripeto, la macchina ha funzionato. La notizia più bella è di ieri, riguarda il Centro Servizi che
sarà la futura sede del distretto Asl di Atripalda come detto dal commissario straordinario Sergio Florio. La macchina, quindi, cammina e va avanti nonostante le difficoltà. Io casacca non la cambio per coerenza, resto nel Pd. In virtù della fiducia e della stima del Pd e dei consiglieri del centrosinistra, problemi non ne vedo. Mi pare ovvio che a pochi mesi dalla scadenza del mandato conferitomi dagli elettori sia necessario focalizzare gli interessi sulle cose da portare a termine“. Subito il riferimento al Piano urbanistico comunale, nodo della questione, “Sul Puc stiamo lavorando, non possiamo bloccarne il percorso che deve essere condiviso da tutti. Lo strumento non è del Sindaco, non è dell’assessore all’Urbanistica nè della maggioranza ma deve essere di tutto il consiglio, di tutta la città, esigo che sia condiviso da tutti. Non conosco i tempi di realizzazione. La seduta di questa mattina di verifica di maggioranza non è altro che una presa d’atto sulla disponibilità su alcuni punti del progetto, non è stata messa in dubbio la fiducia al sindaco, altrimenti avrei lasciato. Si discute su disparità di progetto. Dobbiamo andare avanti per senso di responsabilità, quando si presenterà il problema lo affronteremo, per il bene che vogliamo ad Atripalda. Noi moralmente siamo puliti“. Quindi l’appello conclusivo del primo cittadino: “Mi auguro e auspico che si recuperi lo spirito d’unità per amore della città“.
Si passa agli interventi dall’aula. Avvia l’opposizione.
“Lei ha convocato un consiglio sulle linee programmatiche, che non sono state neanche depositate agli atti per consertirci di poterle emendare, non su verifica di maggioranza o crisi – risponde Massimiliano Del Mauro (Pdl) -. Ci saremmo aspettati una discussione sulle linee programmatiche con documenti da leggere, non capisco il motivo di questo discorso. Forse è proprio il modo di operare di una maggioranza incapace e sconclusionata, c’è mancanza di rispetto verso l’istituzione consiliare. Perché siamo qui stamattina? Per discutere di cosa?“.
A seguire Tony Troisi (Centrosinistra per Atripalda) chiede la sospensione della seduta per poter leggere con attenzione le linee programmatiche appena diffuse in aula dal primo cittadino. Un documento di una sola paginetta in tutto di una serie di punti e con il punto del Puc scritto a mano. Alla ripresa dei lavori Troisi chiede: “Su queste linee c’è la fiducia o no?” ma il sindaco Laurenzano risponde: “E’ una presa d’atto, non si votano. Solo quelle di inzio mandato“.
Interviene Raffaele La Sala (Mèl): “L’articolo 12 dello Statuto comunale , comma 4, dice che con cadenza annuale il consiglio provvede a verificare le linee programmatiche entro il 30 settembre. ove il sindaco ravvisi la necessità di un adeguamento delle linee, per eventi sopravvenuti, provveda a modificarle, predisponendone un documento, sul quale sentita la giunta, lo porti all’attenzione del consiglio comunale. Visto che non c’è questo documento, tecnicamente la strada da seguire ci sarebbe: l’amministrazione ritira il punto per non aver prodotto il documento e ci riconvochi“.
Interviene il vicesindaco Enzo Aquino (Pd): “Da l punto di vista politico non c’è più una maggioranza ma esiste una maggioranza istituzionale verso la figura del sindaco e Laurenzano ha chiesto la fiducia per proseguire il mandato e portarlo a scadenza naturale. Un’Amministrazione qualitativamente diversa da quella precedente, che non vuole arrecare danno alla Città, scongiurando il Commissariamento dell’Ente per senso di responsabilità. Perciò è stata espressa la fiducia dei singoli partiti verso il primo cittadino. In questo consiglio c’è la certificazioen di questa fiducia. Non c’è più una maggioanza politica ma amminsitrativa che prosegui ad andare avanti per non arrecare danno alla città visto che sono in scadenza importanti progetti. Riteniamo infatti meglio una gestione democratica che una monocratica del Commissario“.
Interviene nuovamente Del Mauro (Pdl): “Nel momento che si iscrive all’ordine del giorno del consiglio comunale le linee programmatiche, queste presuppongono un voto. Noi li dobbiamo voatre anche se un fogliettino così non si è mai visto“.
“Siamo concordi. Avete chiesto e avuto i punti programmatici, discutiamo di questo – interviene il capogruppo Antonio Tomasetti (Pd) -. Ci siamo lasciati il 12 ottobre con richiesta di mandato esplorativo al primo cittadino. Il sindaco ha ricevuto una mia lettera aperta in cui lo invitavo a venire in consiglio comunale, il mandato esplorativo non è andato a buon fine. Laurenzano, poi, su iniziativa personale, ha riscontrato una scissione nella maggioranza ma fiducia sulla mia persona per raccogliere i consenso per andare avanti. Da un lato quando si prende atto che non c’è più maggioranza ci si dimette ma a cinque mesi dalle elezioni può venire male interpretato. Molti possono pensare che una gestione commissariale sia migliore di Laurenzano ma non è così perché è comunque una gestione collegiale. Penso sia preferibile una giunta elettiva riprendendo le parti del programma. la gente vuole essere governata. Una gestione commissariale sarebbe controproducente per il paese e la gente non capirebbe a tre mesi dal voto. Perciò è preferibile una giunta elettiva visto i pochi mesi rimasti. Per senso di responsabilità è meglio mantenere una maggioranza elettiva piuttosto che spingere verso il commissariamento“.
Intervento seguito da Luigi Adamo di Sel: “Mi aspettavo che la discussione di stamattina partisse da un punto differente, la premessa del sindaco andava in qualche modo verso le nostre indicazioni di partito nel documento diffuso dal Sel rispetto ai punti programmatici
proposti per ripartire con un passo differente e costruire un centrosinistra con regole volte ad assicurare rinnovamento e garantire che quello che è successo in questa consiliatura non si ripeta. La politica deve crescere non deve essere un’eterna adolescente a cui tutto si giustifica. Ci auguravamo che non solo in premessa ma anche nel documento il sindaco tenesse conto di quanto detto nel nostro documento per arrivare a una formulazione condivisa. Mettere nelle priorità dei punti che si facciano carico della crescita per le basi di una nuova impostazione, come sta avvenendo in molti comuni. Vorrei che si facesse uno sforzo per dare un segnale che si è tenuto conto di queste cose nel documento. Sappiamo che una gestione commissariata può creare seri problemi ma non si può ignorare ciò che dà sensazione di esclusione dalla giunta, con la non considerazione dei punti del nostro documento dato agli atti del consiglio comunale“. Laurenzano risponde che “non si tratta di linee programmatiche, il documento è aperto a tutti in quanto c’è volontà di emendare. Non è, quindi, un documento finito“.
Interviene alterato Raffaele La Sala (Mèl): “Il sindaco non può dire che qui non si parla di linee programmatiche visto che ci ha convocato per questo. E’ politicamente maleducato perché pensa che gli interlocutori non capiscano quello che dice. Rispetto per questo consesso“.
Poi Troisi di nuovo interviene chiedendo che l’assemblea sia conclusa con un voto finale relativo all’approvazione delle linee programmatiche: “Come gruppo “Centrosinistra per Atripalda” pensiamo che sia necessario al termine di questa assemblea un voto finale sulle indicazioni del sindaco. Avendo all’ordine del giorno le linee programmatiche si deve votare su questo, non c’è ombra di dubbio per noi. Dopo tanto tempo ho sentito parole di saggezza dal capogruppo Tomasetti riguardo la gestione commissariale. Abbiamo continuato a sostenere l’amministrazione pur non facendo parte della giunta, dando prova di condividere la preoccupazione di Tomasetti relativamente al commissariamento, siamo stati sempre d’accordo su questo punto. Parole di saggezza anche sul documento delle linee programmatiche emendabili e da integrare, tutte cose realizzabili attraverso un’azione di confronto e riflessione comune che bisognava mettere in campo. Il Pd che sostiene di essere il pilastro di una possibile alleanza di centrosinistra doveva sfolgere questo ruolo, esercitare tale funzione per aprire una discussione. Pur avendo presentato un documento alternativo al sindaco, come ha fatto Sel. Ma il documento presentato è un estratto del documento del Pd, è una contraddizione. Il buonsenso avrebbe consigliato di rimandare alla prossima amministrazione. Il Puc è un argomento strategico per una città, definisce gli aspetti urbanistici per i prossimi 15 anni e prevede un confronto che non può avvenire in tre o quattro mesi. Il buonsenso avrebbe spostato l’iter, i tecnici si muovono su indicazione della politica non lavorano autonomamente. Stiamo parlando di obiettivi che l’Amministrazione si doveva porre tre quattro anni fa, per avere i tempi giusti in modo da calibrare gli obiettivi in base alla loro realizzazione. Quindi sarebbe stato meglio toglierlo: è vero che fa parte degli obiettivi di 5 anni fa ma ora bisogna calibrare tali obiettivi con i pochi mesi a disposizione.
Ben venga la soluzione del Centro Servizi e il completamento del centro Aprea. La fiducia al sindaco non si discute, così come l’amicizia, l’affetto e la stima che non può essere messa in discussione ora ma si è manifestata in un arco di tempo non in un singolo atto e lo abbiamo dimostrato in momenti in cui questa amministrazione era appesa a un filo quando diversi consiglieri comunali non hanno partecipato. Noi non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno per portare avanti le linee programmatiche di mandato, l’impegno preso con i cittadini di Atripalda, rinnoviamo affetto e stima che abbiamo sempre avuto. Ben diversa la fiducia politica, non è quella alla persona, il sindaco è figura apicale di maggioranza e giunta che devono operare su obiettivi precisi, e dobbiamo essere messi in grado di conoscerli. Se non sappiamo quali sono con chiarezza e certezza non siamo messi in grado di decidere con pienezza di coscienza. Fateci sapere quali sono le linee programmatiche e valuteremo“.
Poi Tonino Acerra (Udc): “Avverto un certo disagio, da poco sono riuscito a capire perché siamo qua. Diamo delle risposte ai cittadini di Atripalda. Voi immaginate di aver risolto una crisi in questo modo” e Franco Landi, “Mi auguro che ci siano i tempi per discuterne in consiglio comunale“.
“Oggi la procedura rispetto al Prg del Puc ha un aspetto pratico più che politico – spiega Luigi Tuccia -. Ci sono diversi fattori da valutare e studiare come l’inquinamento acustico, lo smog, la messa in sicurezza e la qualità dell’aria. Occorre redigere una mappatura del territorio per capire dove è possibile intervenire e dove non lo è: necessaria la partecipazione. Solo la procedura di valutazione ambientale finisce a marzo, in questo periodo è possibile continuare la fase della partecipazione per dare un indirizzo ma sempre dopo la relazione dello stato di fatto del nostro territorio. Poi entriamo sotto l’aspetto burocratico puro. Noi dobbiamo preparare il piano strutturale: aree dove collocare servizi, aree verdi e abitative. Sotto l’apsetto procedurale è un percorso lungo ed ancora in itinere. Non possiamo bloccare però un’operazione già avviata e a discapito delle casse comunali“.
“Una conversazione tra ciechi che fingono di non vedere e sordi che fingono di non sentire – commenta poi La Sala -. Stranamente i due interventi di Tomasetti e Landi hanno fatto riferimento alla storia politica e urbanistica della città di cui non capiscono la portata politica. Io all’epoca non ero in consiglio comunale ma seguivo la politica. La maggioranza ha detto all’opposizione di governare con l’appoggio, Proviamo anche oggi a far governare l’opposizione con appoggio della maggioranza, può darsi che l’opposizione dimostri di essere capace, come Monti che è sostenuto dal Pdl. L’episodio del ’98 ha riportato il senso di responsabilità del sindaco Capaldo che disponeva di maggioranza assoluta. In questa aula ci sono setto, otto tra consiglieri e assessori che che hanno più anni di me in consiglio. Noi ufficialmente sul Puc abbiamo fatto due incontri con tre persone, e un incontro con le associazioni un po’ più partecipato ma anche io, come associazione, avrei avuto difficoltà a parlare di un argomento così importante. E’ stato distribuito un questionario che mi sono dovuto procurare da solo. Il Puc è una materia complessa, non è questo il momento, occorre un consiglio comunale ad hoc. Voglio parlare di Alvanite, perché nessuno parla del progetto? Io ho seguito tutta la fase con l’architetto, ma ho saputo dagli stessi cittadini del quartiere che non ne hanno saputo più nulla, né nessuno ha spiegato che il progetto è una sorta di mission impossible. Un progetto da 7 milioni di euro che si finanzia per il 50% di contributo regionale e 50% di provati che dovrebbero avere interesse non alla riqualificazione dell’area ma sostanzialmente alla ricostruzione di alcuni dei fabbricati. Dobbiamo trovare i privati o ci sono già? Il Comune deve intervenire con circa 300-400 mila euro, complicati da trovare nel bilancio forse potrebbero arrivare dalla vendita delle abitazioni di via San Giacomo. Allora su che cosa questa amministrazione si basa? Alvanite è un progetto che probabilmente non si farà“.
Interviene Paolo Spagnuolo, capogruppo dello scudocrociato: “L’Udc è e resta all’opposizione sia perché lo ha voluto l’elettorato sia perché abbiamo sempre ritenuto fallimentare questa amministrazione. Abbiamo già anticipato tutte le preoccupazioni sul commissariamento, La Sala dice forse meno danni, io dico che Tomasetti ha fatto riferimento al nazionale, ma non è possibile fare un parallelo poiché il premier può essere sostituito, il sindaco no”.
Prende la parola il segretario comunale, dottoressa Clara Curto, che dichiara: “Le linee programmatiche le abbimo già approvate e poi verificate lo scorso 12 ottobre e quindi per buona sostanza deve esserci una valutazione”.
Poi l’intervento di Antonio Prezioso (Fli) che sottolinea quanto sia utopistico il trasferimento dell’Asl presso il Centro Pmi:“Tutti attendevamo queste linee programmatiche “appezzottate” come definite da Spagnuolo. In ultimo leggo l’assunzione del dipendente tramite concorso e ora trasferito e la vicenda dell’ipotetico trasferimento della sede Asl che non è data così per scontata. Un’iniziativa del genere dovrebbe essere mirata ad avere un risparmio per l’Asl. Ma attrezzare e adeguare il Centro Servizi è un investimento enorme in termini di tempo e denaro, e poi, fatto assolutamente non trascurabile, avremo una sede Asl chiusa il giovedì per il mercato settimanale che questa amministrazione ha trasferito in via San Lorenzo. Sarebbero tanti i problemi. Siamo al gioco del cerino in mano, ciò significa giocarsi le prossime elezioni“.
Dopo la nuova pausa Laurenzano, “C’è tanta amarezza per il Puc, ognuno è libero di recuperare la propria tranquillità. Forse non sono stato capito, il Puc ha un iter che sta facendo il suo corso. La furbizia non mi appartiene visto si potrebbe votare punto per punto il programma e non quello del Puc. Ma sul Puc non c’è intesa e volontà. Al di là delle belle parole di stima, chiedo la votazione del documento“.
Questo l’esito poi della votazione finale con l’aula consiliare che sfiducia il primo cittadino:
Voti favorevoli 9: Enzo Aquino, Luigi Tuccia, Franco Landi, Andrea Montuori, Nancy Palladino, Antonio Tomasetti e lo stesso sindaco Aldo Laurenzano (tutti del Pd) più i due indipendenti Maurizio De Vinco ed Emilio Moschella.
Voti contrari 10: Paolo Spagnuolo, Tonino Acerra e Antonio Iannaccone (Udc), Antonio Prezioso (Fli), La Sala (Merito è Libertà), Massimiliano Del Mauro e Tommaso Mazzocca (Pdl), Tony Troisi, Giacomo Foschi e Elio Di Pietro (“Centrosinistra per Atripalda”).
Astenuto 1: Luigi Adamo (Sel).
Assente alla seduta e alla votazione: Gioacchino Guerriero (“Centrosinistra per Atripalda”).
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