Dimissioni congelate al Comune, Luca Criscuoli (A Sinistra) accusa: “Nessuna sorpresa da un’Amministrazione malconcia e claudicante. Laurenzano non ha più la fiducia del Consiglio, il Pd faccia chiarezza”
Pubblicato in data: 29/11/2011 alle ore:15:08 • Categoria: Politica •Direi che me lo aspettavo ed infatti lo svolgimento dell’ultimo Consiglio Comunale non mi aveva convinto. Ancora troppe ambiguità, nella forma e nella sostanza, approssimazione nel definire le linee di fine mandato, con l’enigma del PUC inserito maldestramente in un documento/velina. Non ho esultato al momento della votazione, alla prospettiva di un Commissario, forse immaginando un epilogo ancora da definirsi. Le vicende che hanno accompagnato l’ennesimo colpo ad effetto del Sindaco e della sua risicata maggioranza rientrano nella gamma delle ovvietà per chi conosce i meandri della psicologia politica che contraddistingue l’operato quotidiano dei nostri amministratori, che ancora una volta confermano quale sia il degrado etico che accompagna ogni scelta, ogni passo di un governo malconcio e claudicante fin dai primi vagiti.
Ma ora bisognerebbe ragionare sulla legittimità dell’ultima scelta, in ordine di tempo, compiuta dal Sindaco Laurenzano. C’è un dato da cui non si può prescindere: Laurenzano non ha più la fiducia del Consiglio, nè in termini politici nè in termini di quella che egli stesso definisce “fiducia personale”. Altrimenti potremmo dire che gli organi di governo sono svuotati della loro funzione principale. Allora si potrebbe anche affermare che il Sindaco sta compiendo in queste ore un Golpe istituzionale che non ha precedenti nella storia politica atripaldese, dato quest’ultimo, che traccia un segno di differenza sostanziale tra chi ha sempre fatto suoi i principi della democrazia e chi invece considera l’occupazione del potere come proprietà privata da gestire a proprio piacimento, in barba ai più elementari principi deontologici e regolamentari.
Questo non può essere scambiato con l’abusato “senso di responsabilità” di cui il Sindaco e la sua parte politica si sono ammantati nelle ultime settimane. A me pare , invece, che sia proprio questo senso ad essere venuto meno, e da molto tempo e ciò che discende dal Palazzo è solo un miscuglio di contraddizioni e di inestricabile attaccamento alle poltrone. Lo stesso PD è chiamato, a questo punto, a fare chiarezza , a dissipare i dubbi sulla sua tenuta interna, poiché è evidente che ci sono due anime che proseguono su binari opposti, col gruppo consiliare che evidentemente non segue la volontà del Partito, quasi a pretendere di essere indipendente da qualsiasi decisione collegiale.
Non si tratta più di stabilire se sia il PUC o altro ad essere oggetto della contesa, piuttosto il rispetto delle più elementari regole della democrazia, in cui valgono i principi di maggioranza e minoranza, di rispetto delle decisioni degli organi superiori. Laurenzano pensa forse che in questo modo possa in qualche modo riconquistare credibilità, ma di certo perde decoro e dignità. Atripalda è stata abituata a questi mutamenti repentini e forse l’assuefazione a tali comportamenti sono il vero segno del fallimento della politica che da qualsiasi parte la si voglia guardare, è la vera sconfitta. Gli atripaldesi dovrebbero, in un impeto di orgoglio, pretendere il rispetto delle decisioni prese, pena lo svuotamento di tutti i diritti elementari a favore di una dittatura mascherata da sbalzi schizofrenici di Sindaco e consiglieri ballerini…….
Non conosco al momento quali possano essere la vie per fuoriuscire da questa situazione che imbarazza un’intera città e che riporta Atripalda nel vuoto che la ha accompagnata in quasi 5 anni di maldestro governo di centrosinistra che è sopravvissuto anche grazie al calciomercato compiuto in tempi non sospetti con innesti di consiglieri eletti nelle fila del centrodestra, soggetti impresentabili che oggi avanzano quasi certamente il saldo del loro “tradimento”.
A chi ha esultato, ha “sbattuto ‘e mani” dopo lo strappo sul PUC, ricordo che non si può giocare la partita dei due tempi, è una strategia che non porta a nulla: essere stampella per 4 anni per poi pretendere la testa del tiranno è un esercizio da dilettanti e che andrebbe provato e riprovato prima di commettere azioni che rasentano il ridicolo.
In conclusione vorrei sottolineare il fatto che allo stato delle cose non siamo più nel campo della responsabilità, ma nel campo della dignità, e questa è una cosa che nessuno, dico nessuno, può ad oggi immaginare di usare come motto per qualche manifesto “difensivo” pre-elettorale.
Luca Criscuoli (Associazione Politico Culturale “A Sinistra”)
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