Federico Alvino si dimette da segretario cittadino del Pd e accusa: «La riunione di sabato scorso è invalida, sono state assunte decisioni operando un vulnus alla democrazia». Guarda lo Speciale Video e le Foto
Pubblicato in data: 5/12/2011 alle ore:23:00 • Categoria: Partito Democratico, Politica, Video interviste •Partito Democratico in fibrillazione ad Atripalda, Federico Alvino rassegna le dimissioni da segretario cittadino dopo l’incontro di sabato con i vertici provinciali e accusa. La scelta sofferta, è maturata nel weekend e comunicata al partito questa sera durante la riunione del direttivo. Lo fa leggendo al direttivo più al gruppo consiliare una lunga relazione non senza commozione nel finale. Una decisione che nasce dopo l’esito dell’incontro di sabato pomeriggio tra sindaco, vertici provinciali e dirigenza locale (consiglieri, assessori e direttivo) nella sezione di piazza Garibaldi. Riunione dai toni accesi e movimentata sin dal suo inizio quando proprio il segretario Alvino ha abbandonato i lavori per protesta dopo aver constatato la presenza della moglie del sindaco Rita Noce e dell’ex assessore Lina Napoletano che hanno accompagnato Laurenzano e poi dell’arrivo dell’ex assessore Maurizio De Vinco, tutti non componenti del direttivo Pd. Dalla riunione è poi emersa la volontà della dirigenza provinciale, guidata dal segretario Caterina Lengua e dell’onorevole Alberta De Simone con Enzo Venezia, di congelare la crisi affidando a Laurenzano un mandato di provare a ricomporre la maggioranza in una decina di giorni per scongiurare così il Commissariamento dell’ente a pochi mesi dalla fine naturale della consiliatura. «Sabato scorso sono state assunte delle decisioni operando un vulnus alla democrazia del partito. Un atto gravissimo che non può passare in silenzio – accusa Alvino nel rassegnare le dimissioni da segretario cittadino -. Resto fermo che l’assemblea di sabato era invalida per la presenza di non iscritti al Pd e componenti del gruppo dirigente. Anche mia moglie è iscritta al partito, ma sabato mica è venuta alla riunione. Sono state violate le regole. Il fatto che si venga in modo così sgarbato con tre persone che non fanno parte dell’organismo dirigente. Quella non era un’assemblea pubblica ma un direttivo. La De Simone fa giochi di piccolo cabotaggio ma non capisce che i tempi sono cambiati. Perciò non posso tollerare che siano state fatte decisioni di cui non si sa chi li ha decise e chi se ne assume la responsabilità: per quanto mi riguarda qualunque decisione assunta non è valida. Perciò le mie dimissioni al direttivo cittadino».
Per Alvino il primo cittadino invece avrebbe dovuto dimettersi dopo il voto di sfiducia in consiglio e provare nei 20 giorni successivi a ricucire lo strappo. «Se si decide di stabilire che quello che è stato fatto sabato è una schifezza – conclude Alvino – allora posso rivedere la mia decisione. Ma se invece vogliono andare avanti, nonostante quando deciso alcuni giorni prima dal direttivo, lo faranno senza di me». Al centro dello strappo tra Alvino ed i vertici provinciali anche il documento politico emesso mercoledì scorso dal Comitato Direttivo e dal Gruppo consiliare che invitava il sindaco a dimettersi. Una decisione affrettata secondo i vertici provinciali come ha spiegato poi sabato l’onorevole De Simone: «Il Pd non può sfiduciare il proprio sindaco iscritto al Pd nel terzo comune dell’Irpinia. Ha sbagliato Federico ad andarsene in quanto sono persone che hanno dato un contributo alla vittoria di Laurenzano. In questi momenti bisogna ascoltare tutti e poi, sia la Noce che Napoletano sono tesserate del Pd, gliele ho fatte io. Laurenzano era inesperto, e questo lo si sapeva, perciò il partito cittadino con le sue persone più impegnate in politica avrebbe dovuto accompagnarlo e guidarlo nella gestione dell’ente».
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