“La mafia teme più la scuola che la giustizia”, Don Ciotti ad Avellino per l’incontro organizzato dall’associazione Libera della referente provinciale Valentina Paris. Foto
Pubblicato in data: 25/5/2012 alle ore:15:10 • Categoria: Attualità •“La mafia teme più la scuola che la giustizia, è la cultura che deve dare la sveglia alle coscienze attraverso continuità, condivisione e corresponsabilità delle azioni“, queste le parole di Don Luigi Ciotti ad Avellino per l’iniziativa “L’Irpinia riparte dal BENE” promossa da Libera Avellino. Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e presidente del Gruppo Abele, ha incontrato gli studenti di diverse scuole irpine, la cittadinanza e le istituzioni preso l’aula magna del Liceo Artistico “De Luca” alla presenza del presidente della provincia Cosimo Sibilia, del sindaco di Avellino Giuseppe Galasso, del sindaco di Mercogliano Massimiliano Carullo accompagnato dal comandante della Polizia Municipale Michele Leo. Presente anche il provveditore agli studi Rosa Grano e il preside dell’Istituto D’Agostino Paolino Marotta. Gli alunni hanno letto i propri scritti sul tema mostrando grande impegno e senso di responsabilità verso una tematica così attuale. “La mafia non è ai margini della società ma nelle sue fessure per guarire da questa malattia occorre lottare contro l’indifferenza attraverso i due riferimenti principali che sono il Vangelo e la Giustizia. Solo così possiamo costruire una nuova memoria e difendere la nostra libertà“, questo il messaggio lanciato da Don Ciotti ai giovani studenti. “I beni della mafia devo essere confiscati per poter diventare dei beni sociali che possano essere quindi utili ai giovani, solo così potremo trarne qualcosa di buono“, ha commentato Don Ciotti. Diversi gli interventi degli alunni di diverse scuole irpine, a coordinare Valentina Paris, referente provinciale di Libera: “L’Irpinia non è un’isola felice come si potrebbe pensare, il nostro impegno deve essere quotidiano. Sono felice di collaborare con Marco Cillo che ci spinge a guardare sempre più lontano per porre in essere scelte di coraggio“. Toccante anche la lettera scritta dalla giovane Marta per Giovanni Falcone, il magistrato assassinato insieme alla moglie e alla scorta dalla mafia il 23 maggio del 1992: “Io sono nata proprio il 23 maggio porterò sempre con me nel cuore quanto di orribile e ingiusto è accaduto”.
La giornata proseguirà con il convegno di questo pomeriggio alle 16:00 presso il Castello Lancellotti di Lauro. Don Luigi Ciotti parteciperà alla tavola rotonda dal titolo “Dalle donne della mafia alle donne dell’antimafia – trent’anni di faida” per ricordare il decennale della strage delle donne, l’attentato che insanguinò Lauro il 26 maggio 2002. Sarà l’occasione per presentare il libro “La Faida” appena pubblicato da edizioni Mephite di Giovanni Sperandeo, giornalista de Il Mattino da anni impegnato a raccontare la cronaca del Vallo di Lauro, ascoltando i racconti e le esperienze degli altri relatori: Valentina Paris, referente provinciale di Libera, Alessandra Clemente, figlia di Sandra Ruotolo, vittima innocente, Maria Antonietta Troncone, Rosario Cantelmo e Francesco Soviero, magistrati impegnati nella lotta alla criminalità organizzata.
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