Spending review, allarme dei piccoli comuni vicino al collasso. L’assessore regionale Sommese: «Sistema campano inadeguato e dispendioso, va riorganizzato». Foglia: «Con le Unioni montane dei comuni vero decentramento». FOTO e VIDEO
Pubblicato in data: 18/7/2012 alle ore:07:16 • Categoria: Attualità, Politica, Video interviste •«C’è piena consapevolezza di un dato: l’ inadeguatezza e la dispendiosità di un sistema che non può reggere più nel Paese ma soprattutto in Campania dove coesistono 551 comuni nella nostra regione, 5 province, 117 enti territoriali, 30 società partecipate, vi è la sovrapposizione di una serie di competenze, e di conseguenza i costi non reggono». A parlare è l’assessore regionale al Personale e ai Rapporti con gli Enti locali, Pasquale Sommese intervenuto questa mattina ad Atripalda alla conferenza regionale dell’Anci sul tema: «Piccoli comuni tra competizione e cooperazione. Riorganizzazione degli enti e associazionismo comunale».
Ad ascoltarlo nella sala consiliare del Comune tanti primi cittadini irpini tra i quali oltre a Paolo Spagnuolo (Comune di Atripalda) e Pino Galasso (Avellino) anche Massimiliano Carullo (Mercogliano), Luigi Famiglietti (Firgento), Giovanni Ianniciello (Grottaminarda), Giuseppe De Mita (Nusco), Rodolfo Salzarulo (Lioni), Oreste Ciasullo (Savignano), Antonio Iannaccone (Contrada) e tanti altri ancora.
«Oggi –prosegue Sommese – sull’onda anche della crisi economica non abbiamo più alibi: dobbiamo mettere in campo riforme, ottimizzare i costi, ridurre certamente tutti gli eccessi che ci sono stati in questi anni e quindi guardare all’unione dei piccoli comuni che possano svolgere funzioni e servizi in modo associato. Noi lo abbiamo fatto con la nuova organizzazione della Regione e accompagniamo questo processo dei piccoli comuni in modo da associarli al fine di poter entrare in quella logica virtuosa che ci chiede la Comunità Europea».
A parlare della situazione dei piccoli comuni alle prese con la spending review è stato Simone Valiante, delegato nazionale dell’Anci: «Il 24 luglio con i Sindaci delle grandi città protesteremo a Roma in una manifestazione organizzata dal nostro presidente nazionale – ha dichiarato – . Il problema è che si procede ancora senza una logica e le casse dei Comuni sono già vuote. Insomma siamo a malapena in grado di garantire servizi essenziali ai cittadini. E non penso possa essere questo il futuro dell’Italia. In questi anni abbiamo dimostrato, come piccoli comuni, di saper spendere bene le risorse dello Stato, con oculatezza. Siamo quindi il pezzo dell’amministrazione statale che costa di meno e quindi non è a noi che bisogna chiedere risorse ma, alle tante società ministeriali, i tanti soggetti istituzionali che ancora si reggono in piedi senza alcuna logica produttiva. Quelle risorse che vengono assorbite da questi soggetti potrebbero essere destinate ai territori. Penso che in questa fase così difficile un provvedimento serio di riforma della spesa pubblica e di riordino istituzionale sarebbe necessario. Perché in questi anni noi abbiamo effettuato la nostra opera di risanamento, garantendo, in condizioni di difficoltà, sempre il massimo dei servizi possibili ai cittadini. Rivendichiamo piuttosto una parte di responsabilità nei processi di sviluppo del paese. Come comuni piccoli – ha concluso – chiediamo di essere meglio considerati in un’idea di sviluppo dell’Italia».
Sulla stessa linea il sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo: «Lo spreco non è nei Comuni, soprattutto se piccoli. Gli sprechi sono altrove, negli enti sopraordinati, nei consorzi inutili, in quelli che si possono definire dei carrozzoni. Certamente oggi ci troviamo come amministratori ad essere l’avamposto di una politica che non ci sostiene, di uno Stato centrale che effettua dei tagli ai trasferimenti, ci chiede di diventare ente impositore e che continua però a tassare i cittadini. Ho quindi l’impressione che dietro il federalismo municipale ci sia semplicemente un malcelato tentativo di aumentare l’imposizione fiscale e il tutto a danno dei cittadini».
Per il sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso: «Le difficoltà di chi amministra aumentano visto i tagli. Con l’Imu si è apparsi come quelli che mettono la gabella. Stiamo puntando come comune sugli Accordi di reciprocità e c’è la necessità di creare un’area vasta per ottimizzare costi e spese. Sono contrario alla soppressione delle province che isolano i piccoli comuni. Né si possopno mettere insieme province con culture diverse». No alla soppressione anche dall’assessore di Palazzo Caracciolo Giovanni Romano.
L’onorevole Pietro Foglia, presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania, che ha illustrato il testo unico di riforma delle comunità montane in Unioni montane dei comuni, la nuova legge regionale che sarà varata prima dell’estate. «Gli enti locali di ridotte dimensioni e le corrispondenti aggregazioni territoriali stanno attraversando forti vicissitudini, soprattutto in dipendenza degli effetti prodotti dalle manovre economico-finanziarie dell’ultimo biennio sul sistema dei trasferimenti erariali. Di qui la necessità di partire dall’esperienza concreta delle Comunità Montane e delle Unioni dei Comuni, valutandola nei suoi aspetti positivi e negativi, per correggere gli errori del passato e salvaguardare quanto di buono è stato costruito fino ad oggi. Sulla spinta di ottimizzare e razionalizzare si è arrivati alla definizione e all’approvazione di un testo unico che provvederà a un riordino ordinamentale, territoriale e funzionale degli enti montani. In Campania il territorio collinare e montano rappresenta i tre quarti dell’intero territorio regionale e questi enti hanno assicurato, anche con grandi sacrifici da parte degli operatori idraulico-forestali, la tutela della montagna e dell’ambiente montano. Con questa legge, che va nel senso del decentramento tanto auspicato. Gli enti locali diventano protagonisti dello sviluppo del proprio territorio, ad essi infatti sono affidate funzioni nel settore sociale, nel servizio della viabilità e trasporti, edilizia scolastica e asili nido ed altre funzioni che la Regione delegherà ai nuovi enti. La legge – ha concluso Foglia – potrà essere ripresa, migliorata, ma l’importante è partire».
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