250° anniversario della morte di Francesco Rapolla, la nota di Raffaele La Sala (Piazza Grande)
Pubblicato in data: 9/11/2012 alle ore:12:32 • Categoria: Cultura, Lista "Piazza Grande", Politica •Ricorre quest’anno il 250° anniversario della morte di Francesco Rapolla (Atripalda 1701 – Napoli 1762), uno dei grandi giuristi del XVIII secolo, una delle glorie di Atripalda. Ed è un peccato che l’amministrazione comunale (evidentemente in tutt’altre faccende affaccendata) trascuri una occasione come questa per riappropriarsi di una luminosa pagina di storia del diritto, o almeno di alimentare un sano orgoglio municipale. Eppure non si potrà dire che la ricorrenza non fosse stata segnalata. Lo aveva fatto “Piazza Grande”, alcuni mesi fa, ripubblicando una stampa ottocentesca, nella sua innovativa pubblicità elettorale.
Ma forse siamo ancora in tempo per ricordare Rapolla, magari coinvolgendo l’ordine forense, le università e soprattutto i giovani, per i quali potrà rappresentere una viva esperienza di pensiero e non solo una via (l’antica strada Piazza) nel centro storico. Sarà tra l’altro, opportuno segnalare che proprio su quella strada si affaccia l’antico palazzo di Rapolla, passato infine al notaio Sabino Mottola, sindaco di Atripalda negli anni difficili del primo dopoguerra, e poi alla famiglia Anzuoni.
Docente di istituzioni canoniche, diritto romano e diritto feudale nell’università di Napoli, poi magistrato, Giudice della Vicaria, Segretario della R. Camera di S. Chiara, Presidente della R. Camera della Sommaria, Consigliere Supremo del Tribunale Misto, Francesco Rapolla fu anche governatore di Pozzuoli, Taranto ed Ariano. Carlo III dovendosi istituire a Napoli un primo tribunale di commercio “lo scelse a far parte della commissione che ne doveva descrivere e i riti e le leggi”.
Appena venticinquenne pubblicò De iureconsulto, sive de ratione discendi interpretandique iuris civilis libri II, 1726 un breve trattato sulla formazione del giurista, un ‘classico’, recentemente (nel 2006) ripubblicato da Il Mulino nella prestigiosa collana di Storia dell’Avvocatura in Italia.
Alcuni anni più tardi diede alle stampe una Difesa della giurisprudenza, 1744 (in polemica con i Difetti della giurisprudenza di L. A. Muratori) e nel 1746 4 volumi di Commentaria de iure regni Neapolitani.
Opere che ancora oggi sono oggetto di riflessione critica e di attenzione scientifica. Si legga, per esempio Italo Birocchi, uno dei massimi studiosi di Rapolla che nel saggio Giurisprudenza umanistica e diritto patrio in Francesco Rapolla scrive che il De juriconsulto «rientrava nel programma dei primi esponenti neoculti che, predicando il rifiuto del principio d’autorità e il ritorno alle fonti, si erano dati alla ricostruzione storica e all’analisi dei testi romani, sul presupposto che la loro utilizzazione per la società del presente fosse necessaria per conoscere i fondamenti razionali del diritto contro le ‘deformazioni’ (ritenute arbitrarie ed interessate) dei prammatici. L’acquisizione storica e sistematica del diritto romano era ritenuta perciò il requisito basilare dell’educazione del giurista». in Iuris vincula, Studi in onore di Mario Talamanca, p. 247.
Si tratta di una prima ricognizione che gli storici del diritto sapranno sviluppare perché non si cancelli anche una pagina di storia patria della quale essere fieri.
Forse è anche così che Atripalda, nel plumbeo ed opaco presente (dissesti a parte… una biblioteca senza un bibliotecario, che sarebbe utilizzata per le ‘registrazioni’ delle primarie piedìne), potrà ritrovare l’orgoglio del suo passato, sul quale impegnarsi con tutte le energie disponibili a progettare un dignitoso futuro.
Raffaele La Sala
Capogruppo consiliare “Piazza Grande”
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