Liceo De Caprariis, gli studenti: “Nei giorni in cui i nostri coetanei sono scesi in piazza con rabbia, noi abbiamo attuato un programma d’approfondimento e di formazione culturale”
Pubblicato in data: 19/11/2012 alle ore:16:09 • Categoria: Attualità •Manifestare è il primo atto di consapevolezza e di partecipazione attiva, primo e immediato strumento di critica e analisi e vitale espressione di democrazia. Manifestare è l’odierno idioma di un diffuso sentimento passato, un sentimento che ripercorre anni di nitore illuministico, idealistico, romantico e materialistico. La sola pronuncia dell’idioma rende coevo l’ardore, il sentimento e lo spirito di uomini che, con la loro volontà antidogmatica, hanno messo in discussione assiomi esistenziali. Rompendo le barriere dell’ignoranza e del pregiudizio culturale. Questi facondi uomini sono essenza della democrazia odierna, sono aleatorie e velate entità del giovanile ardore. Il termine “manifestare” viene però svilito, logorato e consunto da una cultura anarchica e insurrezionalista di molti giovani, che persi in un marasma di solitudine intellettuale e culturale, rendono contigue due accezioni antitetiche. I giovani sentono l’impellente e incontrollata esigenza di estrinsecare il proprio sentimento di disagio, ma lo fanno spesso facendo perdere i propri echi di cambiamento nell’evanescenza e nell’ inconcludenza, smorzando così non solo la propria flebile e individualistica voce, ma depauperando la stessa democrazia che dovrebbero rappresentare e proteggere. Lo fanno diventando atarassici e abulici, impalpabili e aleatori. Una parte dei giovani però, consapevoli della propria ignoranza, decide di ravvivare il labile e atavico sentimento di continua ricerca culturale, consapevoli che “Non si può realizzare un’autentica rivoluzione politica se non basata su una rivoluzione del cuore[…] una rivoluzione culturale“(G.W.F. Hegel). Questi giovani sono consapevoli che una rivoluzione non mette in discussioni i mali della società, ma li rivolta semplicemente, permettendo loro di vivere come fiumi carsici pronti a manifestarsi nuovamente. Questi giovani sono consapevoli che gli artefici della rivoluzione per antonomasia, quella francese, hanno reso lo stato uno strumento privo di ogni valenza collettiva. Questi giovani sono consapevoli del termine “Stato” espresso da Hegel nella “Fenomenologia dello spirito”, sono consapevoli della contraddizione dello stoico e dello scettico e dei moderni anarchici. Sono consapevoli del pensiero platonico e kantiano, di quello marxista e di quello di Smith ed Owen. Questi sono i giovani che noi liceali vogliamo impersonare.
Noi liceali del “De Caprariis” vorremmo poter ripercorrere le orme di ogni ragazzo e ragazza che, con le sue azioni di consapevolezza culturale, sono divenuti parte integrante della storia della democrazia. Per farlo non possiamo prescindere, a nostra volta, dal conoscere, dal criticare e dall’analizzare. Dobbiamo ambire ad ampliare le nostre conoscenze e il nostro orizzonte intellettuale. Per fare tutto ciò, abbiamo scelto di prendere una decisione discordante con la comunità giovanile della nostra provincia, abbiamo deciso di non voler essere indottrinati e strumentalizzati, e di non voler boicottare “l’istituzione istruzione”, consapevoli dell’inefficacia di determinate azioni, volte più ad una bieca cultura del manifestare che all’interesse collettivo.
Nei giorni in cui i nostri coetanei sono scesi in piazza sfocando caoticamente la loro rabbia, noi abbiamo deciso di attuare un programma d’approfondimento e di formazione culturale. Abbiamo usato, con piena consapevolezza della loro rilevanza, organi collegiali ed assemblee per incominciare questo nostro percorso del “sapere”. Un percorso che sfocerà poi in una collettiva volontà di discussione. Noi siamo consapevoli che il cambiamento possa avvenire solo conoscendo ed usando, nelle sue forme più opportune, la struttura “Stato“. Vogliamo per tanto proporre le nostre “riforme”, vogliamo poter apportare proposte concrete e attuabili per uscire dalla pletore e dal crogiolo politico-tecnico. L’ iniziativa svoltasi il 17 novembre nella palestra del liceo scientifico “V. De Caprariis“, con la partecipazione del coordinatore provinciale di Libera, Dott.sa Valentina Paris, è solo una delle molteplici “manifestazioni informative” che vogliamo attuare. Gli interventi del nostro relatore si sono dimostrati pregni di significato, inoculando in noi la consapevolezza di vivere in una profonda crisi culturale, che ci colpisce. Ed è questa incessante insinuazione che deve divenire un propulsore per la nostra generazione. La Dott.sa Paris, con l’ aiuto di due sue collaboratrici, ha sapientemente discusso sulla contiguità di alcuni dei mali della nostra società. L’ignoranza dilagante che non ci permette di poter comprendere i nostri diritti e i nostri doveri è la stessa “ignoranza morale” che ci fa decidere di perseguire l’illegalità. Le analogie fra mali giovanili e i mali delle società moderne sono stati affrontati con proficua diligenza dagli ospiti che hanno reso, alla quasi totalità della componente studentesca atripaldese, una disamina completa del periodo in cui noi tutti viviamo. Non sono mancati, infine, i momenti di discussione e di dibattito fra i referenti e gli alunni, ed era proprio questo che noi ci eravamo prefissati. “Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!” (I. Kant)
La voce del “V. De Caprariis”
Il PD che entra nel Liceo di Atripalda…ma il preside chi è??? Si continua a fare politica in maniera subdola in istituti pubblici che di regola dovrebbero essere apolitici….BRAVI TUTTI!!!!!!
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