Il Memoriale della Shoah al Binario 21 nei versi di Gabriele De Masi per non dimenticare
Pubblicato in data: 27/1/2013 alle ore:17:05 • Categoria: Attualità, Cultura •Nella Giornata della Memoria, per non dimenticare stamattina la città di Milano ha inaugurato il Memoriale della Shoah al Binario 21 della Stazione Centrale, il luogo da cui partivano i treni dell’orrore diretti ad Auschwitz (foto).
Al Memoriale, nell’ambito della Giornata della Memoria per le vittime della Shoah, sono dedicati questi versi scritti da Gabriele De Masi.
L’uomo sul binario
Cielo d’archi di cemento
alle gobbe dei vagoni fermi al buio,
binario 21, stazione di Milano,
laggiù sul fianco, non gode il belvedere
dei lampioni alti alle armature di metallo
che fanno rimbombo di freni e fischio
ai treni. Si chiude di muro il fabbricato
e quel tratto d’unghia, segno
al pilastro, è ancora impresso,
forma di luna, speranza di chi,
passando, lasciò un messaggio;
“Sto partendo. Vi lascio.”
Intatti, gli spazi, le ombre, gli anfratti,
dove s’ammassava popolo di sfratto,
tolto al calor di casa, alba
fredda , straziata carne, carro
bestiame di corpi spinti a calci
chiodati e la canna di mitraglia
sulla nuca, quando più non si grida
di dolore ché non si sveglino i piccoli
nel sonno, appena abbracciati d’amore.
Stazioni, binari, arrivi, assenze,
destinazioni sconosciute, diversa gente,
dannati, predestinati percorsi.
Da questo binario partirono i Giudei,
d’un tratto, senza sapere come,
senza meta né biglietto … per dove?
Mai più visti. Forse sono tutti di ritorno
sulla banchina, ove, la notte, s’apparta
il barbone; passa un volontario,
rimbocca la coperta di cartone, perché
non muoia, ancora una volta, e sempre qua,
l’umanità scarna senza voce.
Lontano fischia il treno. Dal binario 21
nessuno parte più. ” Schnell! Ruhe!”
gridava la soldataglia feroce. Ora,
all’altoparlante, una gentile voce segnala:
“Treni in arrivo…, da Milano Centrale..”
Case lontane. L’uomo sul binario.
Gabriele De Masi
Grazie Gabriele per averci ricordato, a modo tuo, un passato molto funesto. Noi abbiamo vissuto quell’epoca che eravamo, ancora in fasce, in braccio alle nostre madri. Solo più tardi, anni dopo, attraverso mia madre capii quanto era successo a tanti giovani sfortunati. Mi ricordava, parlando della guerra, che da Atripalda aveva visto partire la migliore gioventù per un viaggio senza ritorno.
Alberto Alvino
Tutti ricordano la Shoah, ed è giusto. Ma quanti sanno dell’eccidio di Fratelli Italiani massacrati e buttati nelle Foibe, dai grandi “Comunisti” come Tito e company. La Patria attende ancora Giustizia.