“Stop alla subalternità all’Udc nell’Amministrazione, il Pd faccia tesoro e pesare il risultato” l’assemblea pubblica dei Democrat avverte il sindaco e traccia il percorso dopo le Politiche. Foto
Pubblicato in data: 12/3/2013 alle ore:11:30 • Categoria: Partito Democratico, Politica •Si sono ritrovati per una sera dopo anni di guerra politica, duri scontri, veti incrociati, contrasti, strappi e abbandoni culminati con la frammentazione in ben quattro gruppi alle Amministrative del 2012: quelli alleati con l’Udc, quelli con Laurenzano, quelli a sostegno di Progetto Atripalda ed infine il gruppetto che tentò in extremis di presentare una lista con Sel. E così dopo la diaspora durata anni, sabato scorso hanno ripreso a dialogare sotto la casa del PD. Un commento sul risultato emerso dalle Politiche 2013, con il Pd che non vince a livello nazionale ma che si afferma come primo partito ad Atripalda. L’occasione è stata l’assemblea pubblica promossa dal circolo territoriale del Partito Democratico dal titolo: “Il popolo delle Primarie e la nuova stagione politica“. All’appuntamento, svoltosi presso l’ex sala consiliare, era previsto l’intervento dei neo deputati Luigi Famiglietti e Valentina Paris, eletti entrambi alla Camera per i democrat, ma il sindaco di Frigento è rimasto bloccato a Roma per impegni politici. A fare gli onori di casa il segretario cittadino Federico Alvino ed il vicesindaco Luigi Tuccia.
In sala presente il gruppo consiliare del Pd con il capogruppo Valentina Aquino e Gianna Parziale, gli ex assessori dell’amministrazione Laurenzano Enzo Aquino, Franco Landi, Antonio Tomasetti, Nancy Palladino e Lina Napoletano, ma anche gli ex assessori dello strappo e che oggi si ritrovano intorno al “Progetto Atripalda per Renzi” con Tony Troisi, Giacomo Foschi, Elio Di Pietro e Pasquale Penza. Ed ancora anche l’ex vicesindaco Maurizio De Vinco ed alcuni esponenti socialisti.
Apre i lavori la relazione del segretario cittadino Federico Alvino: “Nonostante un grande sforzo e l’impegno dei giovani, la partecipazione diventa sempre più difficile. Il voto del 24 febbraio ci ha consegnato un paese ancora più frammentato e diviso che rischia ora di avvitarsi in un lacerante blocco. Ora dobbiamo chiederci che cosa deve fare il Pd. E per questo abbiamo voluto questa assemblea. C’è bisogno di uno sguardo lungo oltre il proprio recinto ed i propri confini. C’è bisogno di una riflessione sul voto. I partiti hanno perso il proprio radicamento. Siamo in corto circuito. A vincere o perdere non è Bersani, ma ha perso un partito o senza identità o con eccessiva identità. Un partito che non intercetta il voto dei giovani. Non riusciamo più a parlare con le nuove generazioni. La democrazia diretta non è realizzabile. Il Pd deve farsi carico per dare una risposta al Paese. Qui ad Atripalda abbiamo votato in modo libero ed il Pd ha ottenuto un importante risultato di cui io non mi ascrivo nessun merito se non di avere tenuto un comportamento corretto e leale. A me iscrivo solo la redazione di quel documento del 2011 su cui ci dividemmo per atti incomprensibili. Ma oggi dobbiamo andare avanti ed il Pd lo sta dimostrando questo sera che è aperto a tutte le soluzioni. Facciamo tutti insieme un passo in avanti. Al sindaco dobbiamo ricordare quali erano gli impegni assunti in campagna elettorale: che in questa comunità si doveva ricreare uno spirito di comunità con un dialogo nuovo che doveva aprirsi con la città. E dopo un anno sabbatico questo tempo è scaduto e quindi ci attendiamo dei segnali. La nostra realtà non può essere accondiscendente. Ma facciamolo per il tanto che ci unisce e non per il poco che ci divide. A livello nazionale ritengo che Il Pd che deve andare in Parlamento e sfidare non solo Grillo ma tutto il Parlamento. In questo paese si sta avendo una crisi economica, politica e anche religiosa. E quando accade ciò in un paese è sull’orlo dello scontro sociale”. Il segretario Alvino fa anche un appello alla responsabilità: “Riscopriamo un senso di responsabilità dello stare insieme. Oggi ci si lamenta che non abbiamo più una sezione in città. La troveremo una nuova sede ma la dobbiamo frequentare. Avevamo una sezione in piazza Garibaldi che nessuno però frequentava e ora che non l’abbiamo più tutti la rimpiangono“.
Per Federico Preziosi : “Stiamo in una società di incertezza. Bisogna ripartire dai circoli territori e dalle assemblee pubbliche“.
Prende la parola Salvatore Antonacci, portavoce provinciale dei renziani: “Porto i saluti di Luigi Famiglietti che è impegnato a Roma. Faccio gli auguri di pronta guarigione al senatore De Luca. Nel tour abbiamo ritrovato grande umanità. Con le Politiche abbiamo sbagliato un calcio di rigore a porta aperta. Il voto a Grillo è la chiara riposta di un popolo ormai stanco che non individua nei partiti storici una capacità di risposta alle proprie domande. Perciò bisogna partire da un ragionamento nuovo. Il Pd è chiamato ad essere responsabile, una soluzione molto complicata. Quella che doveva essere una vittoria netta si è trasformata in una sconfitta. Gli otto punti di Bersani non riescono a raccogliere le istanze dei cittadini. Ma non possiamo andare di nuovo subito alle elezioni. Non basta una nuova legge elettorale a doppio turno alla francese per bloccare Grillo. La gente non ci ha capito nel modo in cui non ci siamo fatti capire“.
Poi l’intervento dell’ex assessore Tony Troisi di “Progetto Atripalda”: “Se si riuscisse a portare avanti il programma di Bersani, e ce lo auguriamo, sarebbe buono per il Paese, ma non sarà facile. A Paris e Famiglietti l’augurio di farsi portatori di questo nuovo cambiamento. Come Progetto Atripalda, abbiamo prima partecipato alla Primarie e poi abbiamo deciso di votare Pd alla Camera e al Senato. Osserviamo molto attentamente il Pd e l’evoluzione che può esserci sia di linea politica che di classi dirigenti. Il dato delle Primarie è un risultato notevole, ma poi il risultato elettorale ha dimostrato che il progetto è riuscito a convincere solo una parte dell’elettorato del centrosinistra. Ma non siamo riusciti ad uscire dal nostro recinto tradizionale, entrando in sintonia con parte di quei cittadini che non fanno parte del nostro elettorato ma che consentono la vittoria. Dobbiamo perciò abbandonare l’idea che chi non ci ha votato ha sbagliato, ma comprendere perché non ci ha votato. Basta con questa superbia e con questa classe dirigente che ci ha abituato alle sconfitte, almeno tre finora e che ha provocato alla caduta del governo Prodi. Per ben due volte abbiamo avuto la possibilità di governare ma sono durati solo un anno. C’è la delusione per la sconfitta. Questo del ricambio della classe dirigente è un punto fondamentale per ritornare in sintonia con gli elettori. Interroghiamoci su questi interrogativi. Perché non si è cambiata questa legge elettorale che non consente di poter scegliere la propria rappresentanza in Parlamento? E’ necessario dare un segnale diverso ai cittadini, un segnale di virtuosità. C’è bisogno di dare dei segnali, riducendo i costi della politica ed il numero dei parlamentari nel momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini, che altrimenti si allontanano. A livello locale il Pd dovrebbe sfidare Grillo. Ad Atripalda il Pd ha tenuto un ottimo risultato ma questo dice una cosa: ci sono delle potenzialità enormi, c’è un elettorato forte e radicato anche se negli ultimi tempi una parte non si è trovata in sintonia con la dirigenza del partito. C’è una grande differenza infatti dal risultato delle Politiche 2013 e quello delle Amministrative 2012. Di questo ultimo risultato, quello delle Politiche, deve farsi tesoro. Deve dare forza e rigore a chi rappresenta in Consiglio comunale il Pd, caricandosi di maggiore responsabilità, marcando maggiormente la presenza del Pd e del centrosinistra nell’Amministrazione, che finora è stata poco avvertita con segnali completamente opposti. Recuperi la dignità e l’orgoglio di un partito forte perché non è possibile accettare le critiche dagli alleati (leggi Udc) quando esponenti autorevoli di quel partito venuti in città criticano duramente il Pd e i candidati del Pd nel silenzio più totale. Un partito forte nella sua dignità si farebbe sentire, chiedendo rispetto. Mi auguro che questo voto dia forza per caratterizzare meglio l’azione amministrativa. E mi auguro anche che da questo risultato possa nascere una nuova stagione politica che veda il centrosinistra al centro e che porta a candidarsi alla guida di questa città perché i numeri e le competenze ci sono“.
Per Antonello Losco: “il Partito ricominci ad ascoltare i problemi della gente. Possiamo dire in maniera chiara che abbiamo perso“.
Costantino Pesca invece evidenzia come l’assemblea sia arrivata con un anno di ritardo. “È un momento importante per i giovani. Nel Pd non si è ascoltati e quindi non c’è un ricambio generazionale. Nella politica non esiste un responsabile ma tutti corresponsabili. Dobbiamo cogliere la richiesta di cambiamento che arriva dai cittadini. Chiedo un ribaltamento generazionale“.
Per Gerardo Di Mattia: “il Pd ha difficoltà a parlare con le nuove generazioni che vedono il nostro partito come parte di un sistema che non funziona più e che si distacca dalla società civile. Bisogna perciò ripartire dai circoli e dai movimenti“.
L’ex assessore Nancy Palladino sottolinea come il risultato elettorale sia poco lusinghiero, rispetto alle attese della vigilia. “Le Primarie sono state un momento di falsa democrazia perché sono state calate dall’alto pedine non provenienti dal territorio. Una campagna elettorale senza mordente, forse ci siamo addormentati sugli allori mentre il Pdl per poco non arrivava alla vittoria con un Grillo ch risulta il salvatore della patria. Grillo ha capito che il rinnovamento non è solo anagrafico ma anche di idee di freschezza. Un messaggio che ha fatto presa sulla gente ch ha le tasche piene della politica. Molti errori abbiamo fatto e li abbiamo pagati. Ora il Pd deve dimostrare tutta la sua forza sottoponendo gli otto punti con un governo di emergenza nazionale e che poi si ritorni al voto. Deludente fine è il risultato raggiunto da De Mita in Irpinia che ha pagato a caro prezzo il fatto di voler far continuare per forza il suo cognome in politica, non senza più un progetto ma tutto era finalizzato solo all’elezione del nipote. Queste lezioni segnano la fine del demitismo. Su Atripalda: Quando si è uniti si vince. I timori che il mio partito potesse essere relegato ad un ruolo di subalternità dell’Udc erano concreti, ma non per la capacità dei miei compagni. Ero per la costruzione di una lista di centrosinistra. Ho preferito non candidarmi e restare nel Pd,rispettando le regole e continuando a sostenere un progetto politico“.
L’ex capogruppo consiliare Antonio Tomasetti: “Sono in sintonia con quello che hanno detto i giovani, ma voglio esprimere una preoccupazione, se siamo qui siamo tutti un pò preoccupati. Abbiamo subito uno tsunami. Purtroppo anche se vorrei che il governo Bersani andasse in porto in parlamento non ci sono i numeri al Senato e si andrà ad un governo di scopo appoggiato da Pd e Pdl. Finiamo con questo senso di supponenza altrimenti ci porta a sbattere. Anche le primarie sono state solo di apparato dove si potevano candidare solo chi stava già dentro al partito. E abbiamo perso in regione dandola in mano al centrodestra che sta ritirando e tagliando tutte le conquiste nell’assistenza sociale“. Tomasetti analizza gli errori fatti dal Pd in campagna elettorale.
Il vicesindaco Luigi Tuccia ha invece puntato il dito contro il Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) approvato con preliminare dalla giunta provinciale sulla pianificazione territoriale senza aver ascoltato i territori. “Se non si ha un’idea di sviluppo del territorio non si va da nessuna parte. Manca una linea politica nel Pd. Il Ptcp approvato dalla Provincia a fine gennaio, prima del commissariamento, è un colpo di mano che non tiene conto della partecipazione dei cittadini. Ma io sono rimasto solo a protestare anche nel Pd in questa battaglia. Anche ad Atripalda ognuno ha sbagliato ma ora è il momento di ragionare insieme per dire cosa vogliamo fare per il nostro territorio“.
Per il responsabile degli Enti Locali dei democratici, Nando Romano: “L’assessore provinciale che ha fatto il Ptcp è Maurizio Petracca dell’Udc. In Irpinia due rappresentanti delle istituzioni più importanti, per ambizioni personali hanno deciso di lasciare le istituzioni, la Provincia ed il comune di Avellino. E questo fa si che il Pdl governi in regione. Galasso ha caratterizzato gli 8 anni di amministrazione come rappresentante delle periferie, ma poi per una scelta personale passa con Monti per rappresentare le banche ed i costruttori. A Paris e Federico Alvino dico che da stasera si passi ad una nuova visione di politica. Dobbiamo avere la capacità di mettere insieme queste due storie ad Atripalda per dar vita ad una comunità“.
A chiudere i lavori il neo deputato Valentina Paris che ha parlato della campagna elettorale: “Se è vero che siamo tutti corresponsabili, che non abbiamo portato il centrosinistra alla vittoria, ora abbiamo due strade: o fare autocritica e tra poco grillo arriva al 40% e Berlusconi si fa una nuova verginità o fissiamo dei paletti: i corpi intermedi servono o non servono? Dobbiamo far capire perché siamo forza attiva e vogliamo restare. Un corpo intermedio deve aggregare per dare risposte al territorio. Non voterò un governo in cui non ci sarà il sostegno di tutto il Parlamento. Come dovrò votare se il presidente Napolitano riproporrà un governo tecnico? A me il patito ha insegnato che l’ascolto è una cosa seria e che se hai l’ambizione di dirigere un processo devi sapere una parola più. Bersani non ha mai scelto di fare l’uomo solo al comando, ma con gruppi dirigenti. Abbiamo perso? Ma se vincere significava essere pagliacci allora non siamo d’accordo. Abbiamo provato a creare un processo diverso. Da stasera c’è un punto di partenza che non è poco rispetto al caos per un nuovo percorso politico. Sono pronta a prendere posizioni in Parlamento insieme a voi, attraverso la partecipazione di queste assemblee. Grillo ha capito che se non possedeva lo strumento della tv lo doveva strumentalizzare. Questo soggetto politico non è stato concepito per far sopravvivere Valentina, Luigi, Nando ma che ridia dignità alle istituzioni. È stato scelto quando ci siamo resi conti che c’era una fragilità nelle Istituzioni. Da stasera emerge che siamo tutti convinti che questo orizzonte è irrinunciabile. La crisi di questo paese non è la politica ma riguarda le istituzioni. Oggi si pensa che le istituzioni sono condizioni di oppressione ed ostacolo e non di garanzia. Ora siamo impegnati a costruire un governo di centrosinistra perché abbiamo un dubbio: può oggi questo paese tornare al voto in un tempo così breve? Con il rischio di rivotare però con la stessa legge elettorale?. Dobbiamo avere perciò il dovere di dire dove questo cambiamento si indirizza. Ci candidiamo per il superamento dell’agenda Monti visto che quel rigore poteva essere declinato in tanti altri modi, facendo pagare i costi della crisi non sempre alle stessi classi sociali. Alle Politiche molti giovani hanno preferito votare il Movimento 5 Stelle e non il Pd. Credo che i corpi intermedi servano ancor a e che serva un Pd forte utilizzando l’onestà e chiarezza. Siamo corresponsabili della costruzione del nostro futuro“.
ah! si sono svegliati, adesso caro PAOLO c’è da preoccuparsi sul serio.
a pigliato aria ‘a cometa!
ma se avete problemi di convivenza con l’UDC, o con quello che ne è rimasto prendete le dovute decisioni senza mandare inutili, quando pericolosi messaggi ad una amministrazione che già da sola è capace di fare tanti danni