Innovazioni normative sul bilancio 2013, il professore Ricci: “Semplificazione normativa e sinergia sul territorio per far fronte alla riduzione dei trasferimenti statali”. Marotta: “Lo Stato faccia cassa abolendo l’inutile ente Provincia”. FOTO
Pubblicato in data: 15/4/2013 alle ore:23:59 • Categoria: Attualità •Semplificazione normativa, sinergia sul territorio, riduzione dei trasferimenti statali e abolizione dell’ente Provincia. Questi i temi dibattuti al convegno “Le innovazioni normative sul bilancio 2013: tributi locali, legge di Stabilità e argomenti finanziari correlati” tenutosi ieri mattina presso Palazzo di Città cui hanno preso parte diversi esperti economisti: «Stiamo vivendo un riformismo destabilizzante con una finanziaria che non porta a soluzioni strutturali – spiega il professore Paolo Ricci, Ordinario di Economia delle aziende e delle PA -. Per prevenire il dissesto occorre una solidarietà dal basso tra enti locali per creare convenzioni e unioni di Comuni e affrontare la guerra tra Stato e Comuni scatenata dalla drastica riduzione del trasferimento delle risorse e dal modo errato con cui sono costruite e applicate le norme. Siamo sommersi da articoli e commenti mentre occorrerebbe importare il modello legislativo anglosassone con poche e semplici norme facili da comprendere e soprattutto da applicare». L’esempio è il Decreto legge n°35 del 2013 relativo allo sblocco dei
pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese fornitrici: «14 tappe sono troppe per concludere il percorso, non è la tempistica adatta alle necessità delle imprese – sottolinea Ricci -. Gli enti locali devono fare sistema e superare le divisioni politiche e personali». Gremita la sala consiliare con circa 80 rappresentanti di enti comunali, giunti anche da fuori provincia, e oltre 200 commercialisti interessati agli aggiornamenti in materia del dottor Vittorio Capolupo, esperto di finanza locale e già dirigente del Co.Re.Co di Avellino, del dottor Pasquale Trocchia, dirigente della Divisione di Ragioneria della Prefettura di Avellino, del responsabile dell’Area finanziaria del Comune di Avellino, dottor Gianluigi Marotta, del presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti della Provincia di Avellino Francesco Tedesco e Angelo Miele del Direttivo di Anci Campania. All’incontro presenti anche il delegato al Bilancio di Atripalda Mimmo Landi, l’assessore Antonio Prezioso, il vicesindaco Luigi Tuccia e la consigliera Gianna Parziale. «Al di là dello sblocco dei pagamenti alle imprese non ci sono altre buone notizie – interviene Marotta – anzi per fine anno, con il passaggio dalla Tarsu alla Tares, ci sarà un incremento di tassazione in materia di rifiuti che il Comune applicherà ma che andrà nelle tasche dello Stato». E’ dalle Province, secondo Marotta, che lo Stato può attingere per fare cassa: «enti inutili cui sono destinate più risorse di quanto riescono a spendere per la collettività, come dimostrano questi 120 milioni di disavanzo, fondi che saranno destinati allo Stato quando le aboliranno». A fare gli onori di casa, con la segretaria comunale Clara Curto, il sindaco Paolo Spagnuolo che sottolinea come per evitare il dissesto sia necessaria «più chiarezza da parte del Governo centrale. Dato che le amministrazioni comunali reggono il proprio bilancio sui tributi locali, non è possibile che in una situazione economica così difficile siamo a metà aprile non è ancora chiaro come funzionerà la Tares». Negativo il quadro economico del Comune di Atripalda: «lo scorso anno ho deliberato un disavanzo di 3 milioni e 750mila euro, quest’anno abbiamo già, con delibera di Giunta, chiuso il Consuntivo 2012 con un piccolo avanzo di amministrazione sulla competenza e siamo anche riusciti ad incidere sul disavanzo – precisa il sindaco -. Ma la strada è lunga e passa sostanzialmente per l’alienazione degli immobili e i tributi locali ecco perché è necessaria la massima chiarezza in tempi brevi così che gli amministratori possano programmare i bilanci previsionali». Di contro c’è l’enorme liquidità presente nelle casse provinciali ricche di 120 milioni di euro: «abbiamo proposto la necessità di attingere a questo fondo, in assenza di motivi ostativi credo sia opportuno che la Provincia provveda alla redistribuzione di questo denaro tra i Comuni». Come sottolineato dal dottor Capolupo per il principio di sussidiarietà «le amministrazioni comunali sono le più vicine ai cittadini e quindi il sindaco diventa, in questo momento di difficoltà, l’ancora di salvataggio del cittadino – conclude il primo cittadino -. Non è possibile che lo Stato centrale sani il proprio bilancio penalizzando Comuni, Provincia e Regioni con tagli a trasporti e sanità penalizzando i servizi ai cittadini che si rivolgono poi ai Comuni a loro volta in grandi difficoltà dati gli scarsi trasferimenti erariali. Il Comune deve aiutare le famiglie indigenti ma rischiamo di essere più indigenti delle famiglie da aiutare».
un sacco di amministratori e di addetti ai lavori come sempre mancavano i nostri amministratori perche sembra sempre che il fatto nunnè o loro