Casa di appuntamenti chiusa in via Pianodardine, emergono nuovi dettagli: clienti adescati con annunci online. FOTO
Pubblicato in data: 18/4/2013 alle ore:13:08 • Categoria: Cronaca •Casa di appuntamenti chiusa in via Pianodardine, emergono nuovi dettagli.
L’operazione è scattata ieri sera, al termine di un mirato servizio volto a contrastare il fenomeno della prostituzione. I carabinieri della locale Stazione hanno fatto irruzione all’interno dell’appartamento sorprendendo le due donne straniere dedite all’attività di meretricio e procedendo poi al sequestro penale dell’intera unità abitativa. L’attività investigativa è nata, come molto spesso accade, in seguito ad alcune lamentele dei condomini comparate poi con annunci online sui più noti siti per incontri sessuali.
L’operazione è scattata ieri sera, al termine di un mirato servizio volto a contrastare il fenomeno della prostituzione. I carabinieri della locale Stazione hanno fatto irruzione all’interno dell’appartamento sorprendendo le due donne straniere dedite all’attività di meretricio e procedendo poi al sequestro penale dell’intera unità abitativa. L’attività investigativa è nata, come molto spesso accade, in seguito ad alcune lamentele dei condomini comparate poi con annunci online sui più noti siti per incontri sessuali.
È stato così che, sin dal pomeriggio di ieri, i militari dell’Arma atripaldese hanno disposto un servizio di osservazione e controllo in abiti borghesi nei pressi della presunta attività di prostituzione. Nel corso del servizio, sono state effettivamente notate delle persone, esclusivamente di sesso maschile, che facevano a turno ingresso all’interno dell’abitazione, fermandosi dinanzi al portone per telefonare e farsi spiegare l’appartamento cui citofonare. Una volta usciti, questi uomini sono stati subito fermati e sentiti a sommarie informazioni dai Carabinieri, che hanno così avuto perfetta contezza che in quell’appartamento si stesse effettivamente consumando un’attività di meretricio con delle donne di origine sudamericana.
Tutti i clienti fermati, infatti, descrivevano la stessa dinamica: avevano avuto modo di conoscere dell’esistenza di quella casa d’appuntamento grazie ad un’inserzione su internet, avevano poi contattato il numero telefonico fornito nell’annuncio, al quale rispondeva una delle donne presenti nell’alcova, con la quale si mettevano d’accordo sul prezzo, sull’ora e sul luogo dell’appuntamento. Una volta fatto accesso nell’appartamento, il cliente doveva corrispondere un pagamento anticipato di circa 70 euro, prima d’iniziare l’attività di meretricio.
Di fronte alle ripetute conferme avute dai clienti nell’arco dell’intero pomeriggio, nella serata di ieri, i carabinieri hanno deciso di fare ingresso all’interno dell’abitazione, bloccando così le due donne sudamericane, poi generalizzate in 2 dominicane, regolari in Italia e dotate di appositi permessi di soggiorno, rispettivamente di 25 e 35 anni, anagraficamente residenti in altre parti del territorio nazionale.
Nel corso della successiva perquisizione locale dell’appartamento, di cui sono risultate locatarie proprio le 2 donne ivi fermate, i militari dell’Arma hanno potuto rinvenire del materiale erotico, i telefoni cellulari su cui i clienti contattavano le donne, nonché denaro contante per oltre 200 euro, costituente il provento delle prestazioni sessuali effettuate in quel pomeriggio. Le donne sono state poi portate in caserma per essere sentite in merito alla loro attività di meretricio, quindi rilasciate con una denuncia penale per il reato previsto dall’articolo 3 della legge n.75 del 20/02/1958 concernente la conduzione e l’esercizio di una casa di prostituzione, nonché con una proposta per l’emissione del provvedimento amministrativo del foglio di via obbligatorio dal comune di Atripalda.
Tutta l’attività andrà quindi ora al vaglio di convalida della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, coordinata dal dott. Rosario Cantelmo.
Tutti i clienti fermati, infatti, descrivevano la stessa dinamica: avevano avuto modo di conoscere dell’esistenza di quella casa d’appuntamento grazie ad un’inserzione su internet, avevano poi contattato il numero telefonico fornito nell’annuncio, al quale rispondeva una delle donne presenti nell’alcova, con la quale si mettevano d’accordo sul prezzo, sull’ora e sul luogo dell’appuntamento. Una volta fatto accesso nell’appartamento, il cliente doveva corrispondere un pagamento anticipato di circa 70 euro, prima d’iniziare l’attività di meretricio.
Di fronte alle ripetute conferme avute dai clienti nell’arco dell’intero pomeriggio, nella serata di ieri, i carabinieri hanno deciso di fare ingresso all’interno dell’abitazione, bloccando così le due donne sudamericane, poi generalizzate in 2 dominicane, regolari in Italia e dotate di appositi permessi di soggiorno, rispettivamente di 25 e 35 anni, anagraficamente residenti in altre parti del territorio nazionale.
Nel corso della successiva perquisizione locale dell’appartamento, di cui sono risultate locatarie proprio le 2 donne ivi fermate, i militari dell’Arma hanno potuto rinvenire del materiale erotico, i telefoni cellulari su cui i clienti contattavano le donne, nonché denaro contante per oltre 200 euro, costituente il provento delle prestazioni sessuali effettuate in quel pomeriggio. Le donne sono state poi portate in caserma per essere sentite in merito alla loro attività di meretricio, quindi rilasciate con una denuncia penale per il reato previsto dall’articolo 3 della legge n.75 del 20/02/1958 concernente la conduzione e l’esercizio di una casa di prostituzione, nonché con una proposta per l’emissione del provvedimento amministrativo del foglio di via obbligatorio dal comune di Atripalda.
Tutta l’attività andrà quindi ora al vaglio di convalida della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, coordinata dal dott. Rosario Cantelmo.
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l’unica attività che non conosce crisi … e la fanno pure chiudere!!!