Dal sottosuolo riaffiora la storia, tomba romana contenente ossa umane ritrovata sotto il cavalcavia di via Ferrovia. E la dottoressa Fariello annuncia: «Presto la riapertura dell’Antica Abellinum». Fotoservizio
Pubblicato in data: 5/7/2013 alle ore:23:59 • Categoria: Attualità, Cultura •Dal sottosuolo riaffiora la storia di Atripalda. Ritrovata una tomba romana contenente ossa umane sotto il cavalcavia in via Ferrovia, a poche decine di metri da via Roma, durante la riqualificazione di uno spazio condominiale. Una scoperta quella apparsa agli occhi degli operai durante le operazioni di scavo che ha una valenza storica importantissima. La tomba di età imperiale romana, costruita in laterizio e contenente resti umani, tra cui un teschio ed ossa del corpo in buono stato di conservazione, risale al II e III secolo d.C. (Fotoservizio a cura dell’agente di Polizia Municipale Fausto Di Rito, che ringraziamo insieme alla Soprintendenza per la disponibilità mostrata).
«Tutta l’area di via Ferrovia è indiziata dal punto di vista archeologico – spiega la dottoressa Maria Fariello, direttrice dell’Ufficio Archeologico di Avellino della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta – anche perché la scoperta è avvenuta nei pressi delle fondamenta della Variante 7Bis, che quando fu realizzata a metà degli anni ’70 tagliò in due l’anfiteatro romano che si erigeva fuori dalla città muraria insieme alla necropoli. Gli scavi condotti dalla ditta nell’area circostante il condominio non hanno portato a ritrovamenti perché già la realizzazione dell’edificio ha distrutto tutto. Ma sotto il ponte della superstrada, dove lo strato di terreno è rimasto quello originale, lì è affiorata a pochi metri la tomba romana».
A circa un metro di profondità così si celavano i resti di un uomo. Il capocantiere ha così bloccato i lavori ed informato la Soprintendenza. Sul posto immediatamente sono giunti gli esperti dell’Ente di tutela del patrimonio archeologico guidati dalla dottoressa Fariello. Circoscritta l’area affinché nessuno potesse accedervi si è poi deciso di bloccare i lavori del cantiere per poter nei prossimi giorni proseguire con saggi, in modo da raccogliere altre informazioni utili per la datazione dei ritrovamenti. Effettuati anche rilievi grafici e fotografici per l’archiviazione. Poi i reperti sono stati recuperati. Sul luogo del ritrovamento anche la Polizia Municipale, con l’agente Fausto Di Rito, che grazie alla disponibilità del personale della Soprintendenza, ha potuto effettuare dei rilievi fotografici. Denti, parti dello scheletro e del cranio tutti in buono stato di conservazione. Ritrovato nella tomba anche un chiodo: «Più chiodi in una tomba – prosegue la funzionaria della Soprintendenza – fanno pensare alla presenza di una cassa, ma un solo chiodo ha un valore rituale che stiamo cercando di studiare». Da qui la decisione di fermare in quel punto lo scavo e spostare l’area interessata dalla ricerca nel terreno di proprietà dell’Anas. «Ora stiamo allargando la zona di scavo – prosegue l’archeologa – in modo da verificare la presenza o meno di altre evidenze archeologiche nel sottosuolo».
Un nuovo ritrovamento che conferma, se ce ne dovesse essere ancora bisogno, l’importanza come sito archeologico regionale dell’area atripaldese. Infatti non è la prima volta che in città riaffiorano tombe romane con ossa umane visto che proprio nella cittadina del Sabato ha sede il parco archeologico dell’Antica Abellinum ed in gran parte del sottosuolo ci sono presenze significative per la necropoli realizzata fuori dalle cinta murarie di Abellinum con l’area funeraria che si estende lungo le rive del Sabato. Anche nella zona del centro storico, dove ha sede il Municipio, anni fa furono ritrovati resti umani e tombe, risalenti però al IV e V secolo d.C.
Ma la Soprintendenza è anche impegnata con interventi di pulizia e risistemazione dell’Antica Abellinum per riaprire il parco archeologico al pubblico. «Con l’ultimo atto di esproprio – annuncia la Fariello – il sito è ritornato al demanio dello Stato. Ora stiamo sistemando la copertura della domus romana, gli affreschi che durante i mesi di riconsegna alla famiglia Dello Iacono, sono stati abbandonati all’incuria del tempo. Non appena termineremo gli interventi il parco sarà riaperto al pubblico».
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