No alla casa popolare perché non ha presentato la dichiarazione dei redditi del marito morto da anni
Pubblicato in data: 20/9/2013 alle ore:12:00 • Categoria: Attualità •Esclusa dalle graduatorie per l’assegnazione della case popolari perché non ha presentato la dichiarazione dei redditi del marito morto sei anni prima. E’ la triste ed assurda storia di una madre atripaldese invalida ed in difficoltà economiche. Un atto di ingiustizia tra Comune ed Iacp che solo ad ascoltarlo si resta stupiti. «Si sono lavati le mani perciò chiedo alla magistratura ed ai carabinieri di fare chiarezza». Racconta la sua vicenda indossando la t-shirt contro la violenza sulle donne. Un lungo iter tra gli incartamenti prima al Comune del Sabato e poi infine all’Iacp di Avellino dalla quale si è vista “buttata fuori” con una motivazione che cozza con lo stato di famiglia che mostra chiaramente che è vedova. Eppure l’assurda motivazione l’ha appresa solo pochi giorni fa tra rabbia ed incredulità all’albo pretorio comunale. Tutto ha inizio nel 2011 quando l’amministrazione Laurenzano volge ormai al termine. «Allora presentai una domanda al Comune per richiedere un alloggio allegando certificati medici e quelli della Caritas che mi passava il pacco alimentare. All’epoca avevo anche un figlio minorenne». La signora, D.P.G. le sue iniziali, preferisce non rendere noto il nome per tutelare i due figli, ma appare decisa ad andare avanti per chiedere giustizia. Invalida al 67%, una situazione economica familiare disastrosa dopo la morte del marito avvenuta sei anni fa e con due giovani figli da crescere. «Chiesi un alloggio perché stavo in una casa in affitto a pochi passi dal Municipio ma non potevo più pagare il canone di 400 euro. Mi rivolsi all’assistente sociale e mi fu detto di attendere perché solo con la nuova amministrazione sarebbe stata stilata la graduatoria». Soffrendo anche di sindrome di Ménière che le impedisce di viaggiare con i mezzi. Tutta con certificazione sanitaria allegata. «Perciò chiesi un’abitazione più al centro». Cambia l’amministrazione e la 51enne si reca dal nuovo sindaco, Paolo Spagnuolo, per far presente la sua situazione munita anche dalla relazione positiva preparata nel frattempo dall’assistente sociale comunale. «Dopo l’incontro passano mesi ma non succede niente nonostante il sindaco mi avesse dato la propria parola, prima di Natale 2012, assicurandomi che avrebbe portato la vicenda in giunta per un’assegnazione provvisoria in attesa della nuova graduatoria». A metà gennaio 2013 sembra ormai vicino l’atteso ingresso in un appartamento di Alvanite. «Solo le chiavi dovevano essere consegnate al Comune mi ripetevano». Ma la beffa era in agguato. «A febbraio – prosegue – apprendo che la pratica mia non è stata discussa mentre la casa veniva assegnata ad un ragazzo che stava per uscire dal carcere».
Da allora cala il silenzio sulla vicenda nella delusione più totale vissuta dalla signora con i due figli. Ma ecco la seconda beffa dal sapore ancora più amaro non appena letta la graduatoria stilata dalla Commissione ed assegnazione alloggi edilizia residenziale pubblica di via due Principati. «L’altro giorno – prosegue – trovandomi al comune non potevo credere ai miei occhi. All’albo c’era affissa la nuova graduatoria provvisoria ed il mio nome era inserito tra gli esclusi perché non avevo prodotto il reddito del coniuge, defunto sei anni fa». La rabbia e le lacrime non sono servite a scaricarsi. «Ma il comune di Atripalda conosce bene la mia situazione e sullo stato di famiglia c’è scritto che sono vedova – conclude -. Perciò mi sono recata dai carabinieri e chiedo che venga fatta chiarezza e anche le scuse».
Allo IACP e anche all’ufficio assegnazione case del comune, sarebbe auspicabile un’indagine dei Carabinieri o della Guardia di Finanza. La signora afferma di essersi recata dai Carabinieri sono certo, che se ha esposto denuncia, entro questo mese vedrà esaudito il suo diritto.
Sarà il comandante Cucciniello a chiedere ai responsabili come possono accadere queste cose.
Negli alloggi IACP di via Cesinali 3 traversa ci sono anche assegnatari che non ne hanno titolo….anche questa sarebbe materia di indagine dei C.C. e della GdF.
E come disse padre guardiano “ORA PRENOBIS TUTTA A ME E NIENTE A ISSO “