Abbruciamento residui vegetali, l’assessore all’Ambiente Prezioso scrive agli onorevoli irpini: “occorre proposta di legge che salvaguardi i coltivatori”
Pubblicato in data: 12/10/2013 alle ore:16:07 • Categoria: Politica •Lettera aperta dell’assessore all’Ambiente Antonio Prezioso agli assessori regionali irpini Rosetta d’Amelio, Antonia Ruggiero, Pietro Foglia, Sergio Nappi e Ettore Zecchino.
Dopo il tavolo tecnico richiesto da alcuni Sindaci e convocato lo scorso 5 giugno da sua Eccellenza il Prefetto Guidato, non c’è stato alcuno riscontro in merito alla questione degli abbruciamenti dei residui vegetali. Ormai la discussione su tale problematica si protrae da più di un anno, da quando numerose procure d’Italia interpretando l’art. 256 del D.Lgs. 152/2006, hanno affermato che, in caso di abbruciamento di residui vegetali, si configura reato di smaltimento illecito di rifiuti. L’assunto interpretativo sta creando vere difficoltà operative, specialmente in quelle zone laddove la pratica del bruciare residui vegetali é molto diffusa. In particolare i piccoli coltivatori non sapendo come smaltire i residui dei tagli, spesso devono rinunciare ai normali interventi di potatura degli alberi e di manutenzione dei propri terreni. Come è facile immaginare in tal modo si creano non pochi problemi: campagne abbandonate, rischi di incendi per lo stazionamento nei fondi di residui di potatura dello scorso anno, rischi di natura idrogeologica come conseguenza della riduzione degli interventi di taglio e manutenzione dei terreni. Ma su tale questione si sono consumate già fin troppe discussioni che non hanno prodotto nulla, ma noi amministratori locali registriamo tutto il disappunto dei nostri coltivatori nonchè dei cittadini che oggi hanno difficoltà anche nel manutenere il proprio giardino. Con l’approssimarsi del periodo di raccolta di uva, castagne, nocciole ecc. ecc. la problematica è tornata ad essere di grande attualità. Per tale ragione si invitano i consiglieri che rappresentano l’Irpinia presso la regione Campania a dare una svolta alla situazione, facendosi promotori di una proposta di legge che, sull’esempio della Regione Toscana, Regione Liguria e Regione Puglia, fissi regole chiare per l’abbruciamento dei residui vegetali, rispettando quelle che sono le buone pratiche. In un momento di grave crisi economica bloccare anche l’economia generata dalle piccole coltivazioni, significa dare il colpo di grazia ad una provincia in cui l’agricoltura ha un ruolo importantissimo e,in un periodo in cui è difficile trovare un lavoro, potrebbe rappresentare un’occasione per tanti giovani e meno giovani.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
L’art 256 del dlgs 152/2006 è superato dalla normativa comunitaria peraltro recepita nel nostro ordinamento nell’art. 13 del dlgs n. 205/2010.
Vedasi anche le sentenze del Gip di Avellino:
– Sulla base della normativa, quella regionale e nazionale, ritiene che la competenza sia quella in capo ai sindaci e alle norme e alle ordinanze che devono far valere. Significativo anche l’ultimo capitolo, quello relativo alle conclusioni finali. «Da quanto esposto deve pertanto affermarsi che la condotta descritta nell’imputazione, lungi dall’ integrare ex se fattispecie penalmente rilevanti (dovendo solo rispettarsi Ie ordinanze sindacali emanate al fine precipuo di non generare pericoli d’incendio, e non essendovi la prova, nel caso di specie, che il fumo prodotto abbia superato la normale tollerabilita quanto al reato codicistico), è un metodo del tutto naturale che consente di riutilizzare direttamente suI posto, con effetti benefici per il terreno agricolo del tutto evidenti (come si e esposto), i residui derivanti dall ‘attività di selvicoltura».
Tutte le denunce risultano erroneamente elevate in quanto non ci si trova dinanzi alla fattispecie prevista dal legislatore: “incenerimento di scarti vegetali rifiuti speciali non pericolosi: CER 02.01.03 non qualificabili come materiale agricolo o forestale naturale utilizzato in agricoltura”.
A maggior ragione le regioni citate dall’ass. Prezioso hanno emanato appositi regolamenti al fine di disciplinare tale attività come peraltro è stato effettuato anche dalla regione Campania con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale n.184/2012 con il quale si prevedono il limiti all’abbruciamento.
ottima iniziativa,congratulazioni.
Caro Antonio Prezioso quello devi fare i fatti non devi fare pubblicità politica. io mi associo alla tua proposta ciao
sicuramente saprà risolvere il problema velocemente e brillantemente. Ovviamente parlo delle Segretaria comunale. Speriamo che S.E. il prefetto provveda ad un comodo e auspicabile commissariamento. Ps: nei documenti davanti al commissariato non vedo immagini?!
Egr assessore, mi permetto di suggerirvI una proposta che a mio giudizio accontenta tutti ed’è questa: applicare la normativa soltanto due/tre mesi all’anno dopo di che si possono bruciare residui di sterpaglie foglie ecc ecc. Cosi si evitano incendi involontari durante i mesi piu’ a rischio e i contadini continuano a lavorare i campi e quant’altro. Si potrebbe fare in questo modo?………..ricordate egr assessore che volere e potere. Voi, assieme al sindaco fatevi promotori a favore dei contadini atripaldesi e non solo, in poche parole dovete fare una battaglia vera per risolvere una volta e per sempre il problema, è una scommessa che dovete affrontare è uno dei tanti modi per lavorare e stare dalla parte della comunita’ atripaldese, in particolare di chi lavora per farci avere sulle ns tavole delle primizie genuine.