Pallavolo, il lungo j’accuse contro Sidigas del presidente Guerrera
Pubblicato in data: 1/12/2013 alle ore:08:00 • Categoria: Pallavolo, Pallavolo Atripalda, Sport •Sette giorni di tempo per salvare la Pallavolo Atripalda dal baratro, ieri l’ultimo appello del presidente dimissionario Antonio Guerrera che attacca duramente Sidigas: “mai chiesto un euro per il titolo sportivo, volevano passare per salvatori della patria”. E’ l’ultima chiamata che il vertice del cda della Ssd Pallavolo Atripalda lancia dalla sede atripaldese del club sportivo durante la conferenza stampa di ieri mattina che segue la rottura delle trattativa con Sidigas per l’acquisizione della società. Guerrera, con carte alla mano, ha cercato di inchiodare l’azienda del patron De Cesare alla proprie responsabilità per il vicino default: “non si deve far apparire coloro che hanno danneggiato la pallavolo come salvatori della patria. Ci sono state poste delle condizioni assurde. Se si voleva salvare la pallavolo bastava mantenere gli impegni di sponsorizzazione sottoscritti, anche quelli dello scorso campionato. Le carte stanno qua come la lettera inviataci da un pool di legali di Sidigas lo scorso 13 novembre secondo cui non avremmo mantenuti gli impegni e che saremmo inadempienti per l’aggiunta di Hs nella denominazione della società. Questo è il motivo per cui non siamo stati pagati dalla dirigenza dell’azienda. Ma Hs è entrata come sponsorizzazione solo a gennaio. A questa ci vediamo poi recapitare una lettera della Scandone che ci diffidava dall’utilizzare il Palazzetto per la conferenza stampa programmata da me per mancanza del pagamento dei ratei dello scorso anno. Eppure eravamo stati alla presentazione della squadra di basket, invitati da De Cesare, che ci aveva assicurato di stare tranquilli. A De Cesare, persona cordialissima, e che ha affermato che ci ospita, dico che noi non siamo ospiti al PalaDelMauro perché abbiamo sempre pagato. In tutta questa situazione Hs ha preferito tirarsi fuori mentre era praticamente impossibile portare avanti questa società”. Una speranza per evitare il naufragio c’è ancora: “Ancora oggi la società non ha comunicato alla Lega Volley la rinuncia al campionato ma solo l’impossibilità a disputare la partita di questa sera. Ci sono ancora 6 o 7 giorni per salvare il tutto. Non abbiamo mai chiesto un euro per la cessione della società, per il titolo sportivo abbiamo chiesto zero e non 200mila euro come ho letto e che venissero coperti i costi di gestione del campionato 2013/14. Chi vuole può acquisire il titolo e non i debiti, che non ci sono, anzi c’è un credito importante della società nei confronti di Sidigas che non onorato la sponsorizzazione. E’ giusto che la verità si sappia”.
Per il presidente dimissionario, che critica la conferenza stampa dei giocatori “non sono stati autorizzati dalla società, erano in silenzio stampa” la proprietà ha fatto il possibile ma: “Dovevo dare a costo zero solo il titolo sportivo mediante un fitto di ramo d’azienda che sarebbe confluito in un’altra società, cosa che non è possibile in corso di campionato a chi subentrava voleva partire nella gestione dal 1 dicembre senza accollarsi le mensilità d’inizio campionato. Una stagione che si può fare anche con 350mila euro”. Un lungo j’accuse quindi ma uno spiraglio sottile resta: “Me lo auguro. E’ vero che parecchi atleti hanno rescisso il contratto, ma volendoci sono le condizioni con un budget minore per poter alla meglio allestire una squadra anche con l’innesto di giovanissimi e altri giocatori per scongiurare la perdita del titolo sportivo”. Quella che si apre da domani, dopo la sconfitta a tavolino di ieri sera contro Potenza Picena, sarà una settimana decisiva in vista dell’ottava gara di campionato, in programma domenica fuori casa contro ElettroSud Brolo. Non sarà facile allestire la squadra dopo la messa in mora dei giocatori e gli ultimi addii di capitan Mario Scappaticcio che si è trasferito a Chiusi in B2, Enrico Diamantini approdato in A1 con Molfetta, lo schiacciatore Antonio Libraro sbarcato a Castellana Grotte in A2 ed infine Antonio Guancia accasatosi con l’Ottaviano.
A questo punto abbiamo sentito tutte le “campane” e resta molto difficile capire chi dica realmente la verità. Il fatto è che è stata distrutta una società sportiva che dava lustro agli Atripaldesi ed anche agli Avellinesi.
Io sinceramente mi sono convinto che dietro il perbenismo di ognuno c’è qualche recondito aspetto e fine particolare che è, per qualcuno, celato dalle strane manovre della politica.
Come al solito chi ne subisce le conseguenze è sempre il cittadino indigeno che alla luce del popolo italiano passerà come “terroni”, “imbroglioni”, “incapaci”, “senza orgoglio”, “”tirchi”” e chi più ne ha più ne metta.
Dice un proverbio atripaldese che “San Sabino è amante dei forestieri”, i forestieri ad Atripalda in questa vicenda sappiamo chi sono ed il proverbio ancora una volta non si è smentito perché essi una volta spremuto per bene il limone hanno abbandonato il campo, snobbando “gli indigeni” per poter sbarcare verso lidi più caldi.
Chi sa che forse all’occorrenza anche gli indigeni Avellinesi del basket non facciano la stessa fine.
Evviva lo SPORT.
CARO PRESIDENTE GUERRERA MA LEI VERAMENTE CI VUOLE PRENDERE PER I FONDELLI??????
MA SECONDO LEI UNO STIMATO IMPRENDITORE CHE NON AVREBBE NESSUN PROBLEMA A PRENDERE LA SOCIETA’ SI DOVREBBE ACCOLLARE I DEBITI ED I CONTRATTI DELLA VS GESTIONE ??? PERCHE NON TENETE PIU SOLDI???? E PRIMA NON LO SAPEVATE???
O E’ STATA LA VS SUPERBIA E LA VS PRESUNZIONE SENZA GIUSTA CAUSA CHE VI HA PORTATO A CIO????
E COMUNQUE QUESTA E’ LA SECONDA VOLTA CHE FALLISCE LA PALLAVOLO CON GLI STESSI PERSONAGGI ED ALLORA MI SORGE UN DUBBIO??? MA LO FATE APPOSTA?????? AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA
INTANTO LA PALLAVOLO AD ATRIPALDA HA GIA RICOMINCIATO DA 2 SPLENDIDE REALTA: LA GREEN VOLLEY AL FEMMINILE E I PICCOLI DEL L’ US ACLI DIRETTI DAL GRANDE GIANFRANCO DI PALMA LORO SI ESEMPI DI SACRIFICI , DEDIZIONE E AMORE PER QUESTO SPORT…………
Avete fatto sport con i soldi della sidegas pe 4 anni. Appena vi ha sgamato, vi ha tolto l’ossigeno ed è venuto fuori che l’unica volta in cui si facevano pagamenti era con i soldi degli sponsor. Ed i vostri?
Troppo facile fare i presidenti così.
Statevi a casa, che è meglio