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Isochimica, De Blasio conferma l’impegno e scrive a Renzi

Pubblicato in data: 13/3/2014 alle ore:08:43 • Categoria: Attualità, Partito Democratico, Politica

isochimica

Come concordato in occasione dell’incontro di lunedì presso la sede di via Tagliamento con i lavoratori dell’ex Isochimica, la segreteria provinciale del Partito Democratico ha inviato una comunicazione al Segretario Nazionale per chiedere quanto prima un incontro degli ex operai, con rappresentanti della segreteria nazionale del Partito, allo scopo di discutere la vicenda che tanto drammaticamente li riguarda.

ECCO IL TESTO DELLA LETTERA INVIATA A RENZI A FIRMA DI CARMINE DE BLASIO:

Caro Segretario, l’Irpinia, come sai bene, è sommersa dalle emergenze lavorative e sociali determinate da questa tremenda crisi. Vertenze occupazionali, rischio di garanzia dei servizi essenziali ai cittadini e una grande questione ambientale. Tante domande aperte che ogni giorno chiedono luoghi, interlocutori, e naturalmente, risposte. In particolare, il motivo di questa lettera è legato ad una specifica vicenda che riguarda gli “ex operai Isochimica”. Lunedì mattina ( 10/03/2014) abbiamo dovuto subire l’imbarazzo di un’occupazione della nostra sede, sia pure civile ed “in dialogo”, da parte di questi lavoratori. Parliamo della “questione Isochimica”, la più grande bonifica da amianto mai effettuata in Europa. A circa trent’anni dal provvedimento di chiusura della magistratura di Firenze e dal decreto di fallimento della ditta, la “questione Isochimica” ha segnato drammaticamente un territorio con circa 8 mila persone sotto monitoraggio, 15 operai morti e 150 ammalati con patologie asbesto-correlate. Tutte certificate, non compatibili con il prosieguo della normale attività lavorativa. “Isochimica”, ad Avellino, per i cittadini, significa una bonifica condotta “a cielo aperto”, all’interno del nucleo urbano, a ridosso di plessi scolastici, senza alcun protocollo o presidio di sicurezza collettivo e personale, con tonnellate di amianto sepolte nello stesso sito, senza alcun incapsulamento, sotto pochi strati di terra. Ma qui non intendiamo affrontare il tema ” bonifica”. C’è una tragedia umana e sociale per i 340 addetti che da trent’anni si scontra paradossalmente contro i muri di gomma della burocrazia. Ad Avellino, dal 1983 al 1988, per conto delle Ferrovie dello Stato, dai centri di manutenzione di Firenze, Bologna, Napoli, sono giunti circa 2800 vagoni ferroviari per essere bonificati. Ognuno conteneva tra le 1,5 e le 3 tonnellate di amianto. Al 90% “Crocidolite” (amianto blu), scientificamente, quello a maggiore potenziale cancerogeno. Quei ragazzi, oggi, hanno una media di 52 anni e tutti vivono, o purtroppo hanno vissuto, su di sé, l’autismo di una politica che sa contraddirsi, al limite dal diventare criminogena. Coloro che risultano occupati, lo sono in massima parte in attività usuranti e trascinano la propria attività alternando sospensioni per malattia a successivi periodi di aspettativa. Duranti i brevi periodi di attività, per il progredire delle patologie, risultano essere scarsamente produttivi, quindi, naturalmente posti ai margini. Diventando causa di diseconomia per le aziende. Chi è rimasto fuori dalle dinamiche di ricollocamento seguite al fallimento aziendale, non ha occasioni di rientro lavorativo, per l’impossibilità di certificare la propria “sana e robusta costituzione”. A tutti, per vedere aumentate le proprie aspettative di vita, in qualità e quantità, dovrebbe essere azzerato ogni livello di stress e incertezza. Un obiettivo a cui si potrebbe arrivare solo con un trattamento di pensionamento anticipato. A seguito dei mutamenti del sistema previdenziale nazionale, hanno visto perdere la possibilità pregressa dei vantaggi offerti dalla Legge 257/1992 (“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”) e, nel contempo, quella di godere dei vantaggi offerti dalla “Riforma Fornero”, per la mancanza dei requisiti di anzianità anagrafica e contributiva. Già troppe volte, gli operai “ex Isochimica” hanno varcato le soglie dei palazzi romani, ricevuto certezze di impegno e di risultati. Naturalmente abbiamo coinvolto la nostra rappresentanza parlamentare e ampiamente interessata la XI Commissione della Camera dei Deputati. Tutto al momento sembra fermo. Anzi i lavoratori dell’ex Isochimica che ci hanno voluto incontrare hanno denunciato la loro ferma convinzione che il mancato raggiungimento del loro legittimo e sofferto obbiettivo del pre-pensionamento, che garantirebbe l’innalzamento delle loro aspettative di vita, in qualità e quantità, sia da imputare esclusivamente “alle dinamiche incomprensibili riconducibili a responsabilità non sempre estranee al Pd. A questo punto chiediamo che il nostro partito, nei suoi vertici nazionali, sappia dare testimonianza di nuova considerazione e capacità di conseguenza alle proposte di impegno, delegando i competenti rappresentanti della Segreteria ad incontrare, qui, nella nostra sede provinciale, o eventualmente presso la sede centrale di Roma, una delegazione di “ex operai Isochimica” insieme alla segreteria provinciale del Pd. Siamo certi, caro Matteo, che non mancherà la tua attenzione“.

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