Antica Abellinum, il Comune si costituisce parte civile nel procedimento penale aperto dalla Procura di Avellino contro la famiglia Dello Iacono
Pubblicato in data: 1/4/2014 alle ore:07:00 • Categoria: Attualità, Cultura •Il Comune si costituisce parte civile nel procedimento penale aperto dalla Procura di Avellino contro la famiglia Dello Iacono per abbandono dell’Antica Abellinum.
L’Amministrazione Spagnuolo entro il prossimo 6 maggio, giorno di inizio della fase dibattimentale promossa dal Tribunale di Avellino e che vede imputati i fratelli Dello Iacono, procederà a costituirsi parte civile. Un procedimento che prende il via proprio dall’azione posta in esssere dalla magistratura avellinese che avvalendosi dei Carabinieri del Nucleo Tutela Culturale di Napoli a giungo 2012 eseguirono il sequestro preventivo dell’intero sito archeologico con l’accusa di abbandono di un’area di interesse monumentale.
«Per noi è un’occasione unica anche per mettere fine ad un atteggiamento ostativo e poco chiaro in tutti questi anni che non è riuscito a trovare uno sbocco – commenta il delegato alla Cultura Raffaele Barbarisi-. Per cui la Città di Atripalda si costituisce parte civile per chiedere un risarcimento dei danni patiti e patienti con la chiusura del sito. C’è stato un aggravio dei danni perché l’abbandono del sito ha mandato in malora centinaia di migliaia di euro di lavori di riqualificazione dell’esistente e di ampliamento già eseguiti e che sono stati per altro oggetto di una perizia ordinata dalla Procura di Avellino e che sarà certamente agli atti del processo».
Una lunga querelle tra Soprintendenza e famiglia dello Iacono alquanto ingarbugliata segnata da sentenze, ricorsi, carte bollate, espropri e risarcimenti, marcia e sit-in di protesta dinanzi ai cancelli d’accesso del parco di via Manfredi rimasti inesorabilmente, a tutt’oggi, chiusi al pubblico da un lucchetto.
Tutto prende il via da una prima sentenza del Tar di Salerno nel 2011 che restituì i terreni dov’è ubicata l’area archeologica, con la domus romana, alla famiglia dello Iacono, terreni oggetto dell’esproprio da parte del Ministero dei Beni Culturali nonostante un risarcimento già ottenuto. Una sentenza che metteva qausi addirittura in discussione il patrimonio ritrovato all’interno del sito, quasi come se qualcuno lo avesse portato lì.
A marzo 2012 la forte nevicata abbattutasi sull’Irpinia causò la caduta della copertura della domus, un crollo che provocò il distacco di affreschi preziosi tra un forte abbandono generale di tutto il parco archeologico.
Uno stato di degrado che nel giugno 2012 spinse il procuratore capo Di Popolo a sequestrare il sito, sottraendolo ai proprietari, con affido in custodia giudiziaria cautelare alla Soprintendenza Archeologica di Avellino, nella fattispecie alla dottoressa Maria Fariello, responsabile del sito, autorizzandone nel prosieguo dei lavori di messa in sicurezza e denunciando la famiglia Dello Iacono per il reato di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale.
Per la stima dei danni la stessa Procura incaricò l’archeologo di fama nazionale Fausto Zevi, assistito dalla dottoressa Antonietta Simonelli.
Nel mentre viene espletata la perizia sulle colline di Abellinum, la Soprintendenza predispone un nuovo atto di esproprio notificato ad aprile 2013. Decreto che viene però nuovamente impugnato dai Dello Iacono che trovano ancora una volta l’accoglimento da parte del Tar di Salerno che sospende l’efficacia dell’esproprio a luglio 2013 ed accoglie il ricorso.
«Ad oggi l’area, proprio grazie al provvedimento del dottor Di Popolo è affidata in custodia giudiziaria alla Soprintendenza – conclude Barbarisi -. Sono in continuo contatto con il funzionario che segue l’aspetto giuridico del Ministero dei Beni Culturali che ha avanzato una proposta ai Dello Iacono con il riconoscimento di un premio per il rinvenimento ed indennità di occupazione per circa 300 mila euro. Ora si è in attesa dell’aspettativa della controparte. Da un lato seguiamo attentamente la vicenda e dall’altro ci costituiamo parte civile nel procedimento penale per il danno anche d’immagine che la città ha subito in questo periodo».
Altro incarico legale. E vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Cosa valgono:-> più le nocciole o gli scavi?
Ogni causa che il comune soccombe deve pagare anche la registrazione della sentenza. Vi pare tutto normale.