Consiglio comunale, l’Udc lascia i banchi della Giunta. Scontro sul progetto di riqualificazione di un fabbricato in piazza. Esordio in aula di Nunzia Battista, Cocchi conferma le dimissioni. FOTO
Pubblicato in data: 15/7/2014 alle ore:22:13 • Categoria: Politica •L’Udc lascia i banchi della Giunta nel Consiglio comunale di questa sera. Antonio Iannaccone, Dimitri Musto e Geppino Spagnuolo prendono fisicamente le distanze dall’Amministrazione Spagnuolo e si siedono fuori dai consueti banchi designati per la Giunta. Una strappo che segue i malumori dopo la consegna di tutte le deleghe assessorati che il primo cittadino si riserva di definire probabilmente già domani. Nella seduta del Parlamentino di questa sera i tre rappresentanti dello scudocrociato, attraverso il capogruppo Dimitri Musto, depositano e leggono ad avvio di seduta (assente in aula solo l’assessore Concetta Tomasetti) il documento che una settimana fa ha sancito la spaccatura con il primo cittadino e che ha portato alla restituzione delle deleghe conferite, ritirando gli assessori Spagnuolo e Iannaccone dall’esecutivo municipale.
«Il sindaco più volte ha annunciato a mezzo stampa il rimpasto in giunta senza mai interpellare partiti – afferma il capogruppo Udc Dimitri Musto depositando ufficialmente il documento in consiglio comunale -, perché dietro si nascondono altre mire politiche. Ci aspettavamo una diversa verifica politica. I fatti dicono solo che il Partito Democratico scalpita per conquistare un posto al sole e che il Sindaco non vede l’ora di sbarazzarsi in fretta e furia dell’Udc, lo stesso partito che lo ha indicato come sindaco. Quell’alleanza dalla forte identità politica e programmatica ha lasciato il posto ad un valzer di interessi, noi al contrario rimaniamo legati solo ad Atripalda».
Parole ribadite anche dall’ex consigliere di maggioranza Ulderico Pacia (Psi): «non voglio fare polemiche ma Musto ha detto bene, non siamo stati mai rispettati, né è stato rispettato il patto di allora». Subito la replica del primo cittadino Paolo Spagnuolo che respinge ogni accusa: «non siamo di fronte a intenzioni nascoste né a valzer di poltrone, il percorso iniziato è stato seguito attraverso il confronto con i partiti. Evidentemente non c’è stata sintesi con l’Udc, quindi respingo tutte le puntualizzazioni fatte. Prendo atto con rammarico di ciò dato che si è creato un rapporto di amicizia e collaborazione amministrativa che mi auguro possa continuare a prescindere da deleghe o incarichi particolari».
Per le opposizioni è necessario tornare al voto: «In queste condizioni non si può andare avanti, non è la prima volta che questi componenti si staccano dalla maggioranza, immagino le difficoltà a ricomporre la giunta – afferma il capogruppo di Forza Italia Massimiliano Del Mauro -. L’Udc era una parte importante della Maggioranza mentre adesso è addirittura fuori mentre il Pd è cresciuto ed è nato il nuovo gruppo “Uniti per Atripalda”. Quello che è sicuro è che non c’è più la maggioranza venuta fuori dalle urne. Ci vuole una verifica perché la cosa più naturale da fare è andare alle urne».
Poi si è proceduto alla surroga del consigliere dimissionario Raffaele La Sala. Entra così in consiglio comunale Annunziata Battista, prima dei non eletti della lista “Piazza Grande” con 108 voti e già consigliere in passato. «Ringrazio tutti, sedere tra questi banchi è sempre impegnativo ed emozionante – afferma Battista, accolta il aula con un applauso -. Sono contenta di essere qui come capogruppo della lista Piazza Grande nella stessa posizione svolta egregiamente dal professore La Sala. Siamo stati penalizzati con l’elezione di un solo consigliere pur avendo ricevuto oltre 900 voti, così ci siamo alternati. Voglio fare un’opposizione costruttiva, vigilare e portare qui la voce dei cittadini. Insieme agli amici dell’opposizione per essere una voce più forte».
Di seguito l’approvazione, con i soli voti della maggioranza, dopo l’integrazione di tre modifiche, del rilascio del permesso a costruire della ditta Lombardi-De Mattia legato alla richiesta di attuazione del decreto 70/2011. E’ scontro in aula sul rilascio del permesso a costruire per la realizzazione di un intervento di riqualificazione di un vecchio edificio in piazza Umberto (palazzo edicola) con la riduzione di due piani e la delocalizzazione di parte della volumetria (circa 1000 metri cubi) in un terreno di via Appia, di fronte alla clinica Santa Rita, per la realizzazione di un nuovo fabbricato.
A relazionare è il vicesindaco con delega all’Urbanistica Luigi Tuccia: «Si tratta dell’edificio fatiscente in piazza Umberto che privati hanno intenzione di riqualificare – spiega il vice sindaco Luigi Tuccia -. Il consiglio comunale è così chiamato a valutare l’interesse pubblico dell’intervento per il quale è stata chiesta l’applicazione della legge in deroga, ovvero di ampliare la planimetria, di 900 metri cubi, del 20% e di poter costruire il surplus in altra zona».
L’area indicata è sita in via Appia di fronte alla clinica Santa Rita, zona satura ma: «dato che si tratta di una norma in deroga, che naturalmente porta a dei dubbi, consente lo spostamento nella stessa zona B1 – spiega Geppino Spagnuolo. L’interesse pubblico è la riqualificazione dell’edificio in piazza». Parere contrario del consigliere Ulderico Pacia che accusa: «quella è già una zona satura inedificabile. Non vedo l’utilità di questo intervento, Psi vota contro per sovradimensionamento in zona satura in riferimento agli standard urbanistici». Per Del Mauro (Fi): ” fatico a vedere un chiaro interesse pubblico. L’assenso potrebbe generare un precedente che potrebbe portarci a non poter dire di no in futuro. Via Appia non è una strada di edificabilità ma satura. L’architetto Cocchi è stato chiaro: è favorevole all’operazione purché ci sia un interesse pubblico”.
Per l’Udc parla l’ex assessore ai Lavori pubblici Spagnuolo: “Si applica una norma in deroga che consente uno spostamento di volumetria di mille metri cubi in una zona B1 delocalizzandola. C’è un parere di regolarità dell’Utc. Se volessimo essere conservativi c’è sempre qualcosa che ci può aiutare a dire di no. La dimensione dell’intervento: viene delocalizzata una volumetria abbastanza ridotta. L’interesse pubblico si configura nell’effettiva riqualificazione dell’edificio in piazza, che la comunità chiede di riqualificare da anni. Un intervento non solo di ristrutturazione ma che migliora visto che si riduce di due piani l’edificio, avvicinando il palazzo alla cortina già esistente”.
Nella replica l’architetto Giuseppe Cocchi dell’Utc, che si è dimesso ufficialmente dal ruolo di capoufficio Settore Urbanistica, chiarisce: «non si tratta di inedificabilità assoluta e, nella fattispecie, si può costruire, c’è legittimità del permesso tecnico. Inoltre le condizioni dell’edificio in piazza non garantivano l’incolumità pubblica. Sulla legittimità abbiamo espresso il nostro parere di regolarità tecnica e che l’intervento è fattibile. Noi riteniamo che la legittimità ci sia. Sull’opportunità di merito è il Consiglio comunale che deve pronunciarsi. Non ritengo che via Appia sia una area di inedificabilità assoluta. Le mie dimissioni sono confermate. E ho avuto rassicurazioni dal sindaco che al mio ritorno dalle ferie non sarò più il responsabile del settore Urbanistica”.
Ma il consigliere Massimiliano Strumolo di Fi replica: “Non mi sembra che ci sia l’interesse pubblico. Nel momento che si tolgono due piani comunque in piazza ci sono i palazzi dietro”.
Poi il via libera della maggioranza che apporta tre modifiche con voto contrario di Pacia (Psi) e Fi (Del Mauro, Strumolo e Moschella) e l’astensione del neo consigliere Battista.
Infine presa di posizione contro l’intesa interregionale per lo smaltimento dei rifiuti urbani non differenziati presso lo Stir di Pianodardine. «Intendiamo trasmettere a Caldoro la nota con l’invito a revocare l’accordo con la Calabria», chiarisce il sindaco. Di qui la proposta di un deliberato del parlamentino cittadino che contrasti formalmente la scelta regionale. «Invito il presidente Caldoro a non smaltire presso lo Stir di Pianodardine i rifiuti provenienti dalla Calabria – interviene l’assessore all’Ambiente Antonio Prezioso -. Viviamo un forte disagio proprio per la vicinanza al nucleo industriale e all’Isochimica. Dato l’ultimo episodio dell’incendio della Novolegno credo che Caldoro debba tenere in considerazione quanto già fatto in materia di solidarietà per le altre province campane. Utilizzi lo Stir di Benevento o Salerno per smaltire le 500 tonnellate di rifiuti previsti in arrivo in regione».
UDC. Non tornate indietro sennò vi brucerete con le vostre mani.
Vedere Ulderico all’opera è sempre un piacere….
adda campà cient’anni
(a faccia ‘e chi ò vole male)
VI SIETE PROPRIO INCARTATI.