Tesseramento Pd, il segretario cittadino Gerardo Malavena in una nota attacca gli ex: “il risultato di questa deplorevole situazione è frutto dell’operato della loro generazione”
Pubblicato in data: 26/1/2015 alle ore:11:21 • Categoria: Partito Democratico, Politica •Questo documento non funzionale a difendere l’operato del sottoscritto, è un atto doveroso nei confronti della mia generazione che, sebbene sia stata privata della libertà di scegliere, viene continuamente umiliata da inconsistenti attacchi …
Il mio nome è Gerardo Malavena, classe ’78, libero professionista per scelta ma con la consapevolezza che sarei potuto essere uno dei tanti disoccupati dell’ epoca moderna. Sono rimasto nella mia Terra perché credo che abbia bisogno della collaborazione di tutti per rinascere ed io sono qui per contribuire alla causa.
Forse questa è la prima cosa che dovrei ricordare a chi, come Enzo Aquino, con molto poco pudore, tenta di giudicare l’operato delle nuove classi dirigenti dimenticando che il risultato di questa deplorevole situazione è frutto dell’operato della loro generazione, di chi per più di trent’anni è stato al governo delle nostre città facendo più demagogia che fatti. In questo momento l’Italia ha bisogno di cambiamenti, non possiamo più permetterci di tardare o rinviare, questo è il tempo delle azioni concrete.
Chi fino ad ieri ha amministrato, ha ricoperto cariche dirigenziali nei partiti e ruoli istituzionali, oggi deve darci la possibilità di operare e deve pazientemente attendere i risultati; tale processo dovrà anche contemplare la possibilità che vengano commessi degli errori perché sbagliando si impara ma soprattutto perché la colpa di una nuova classe dirigente non pienamente pronta ad affrontare i problemi della società moderna è da ricercare in chi, forse per paura di essere spodestato, ha colpevolmente deciso di non costruire nulla.
Mi sono avvicinato al mondo della politica grazie ad un gruppo di amici che, alla fine degli anni ’90, mi ha coinvolto in quello che allora si chiamava Partito Democratico della Sinistra, tramutato in Democratici di Sinistra e definitivamente convogliato nel Partito Democratico. Partito, sicuramente degno di rispetto, che attualmente ho l’ onore di rappresentare a livello locale. Io quel processo l’ho vissuto, l’ ho voluto e l’ho sostenuto in ogni sua fase, anche quando non era in piena sintonia con la mia idea.
Mentre tutto questo accadeva, durante i tanti incontri a cui ho preso parte, spesso mi capitava di sentire, proprio da Enzo Aquino, che bisognava dare spazio ai giovani e, mentre attendevo il nostro turno, mi sono reso conto che giovani non lo eravamo più …
Di tutti questi anni, trascorsi vicino al Partito e al suo esclusivo servizio, il ricordo più vivo che ho è legato proprio alla costruzione di un folto gruppo di ragazzi che, non certo per colpa mia, si è dissolto. Energie giovani con grandi idee e tanta voglia di fare “ allontanatesi ” per colpa di chi era impegnato con le solite pratiche politiche, mirate esclusivamente al consenso popolare, piuttosto che ad ascoltarci.
Nonostante sia convinto che la colpa di tutto ciò non sia attribuibile né a me né alla mia generazione, un po’ per insegnamento, un po’ forse per cultura, non ho mai pensato di giudicare o condannare l’ operato dei miei predecessori, ho sempre analizzato con attenzione le scelte da loro fatte e riflettuto sulle azioni da mettere in campo per migliorarne i risultati. Ho sempre sostenuto che la rottamazione totale non sia un metodo valido per un buon cambiamento ma allo stesso modo pretendo rispetto per l’ operato che stiamo mettendo in campo, tanto più se a condannarci è chi in questa situazione ci ha messo.
Fatta tale premessa è d’obbligo ricordare al caro Enzo che in politica dire la verità è un dovere morale ed è per questo che mi permetto di ricordargli che non è affatto vero che alla vigilia del congresso cittadino del 2013 ha fatto un passo indietro, gli ricordo che contribuì alla formazione e sostenne la lista messa in campo dall’ onorevole Paris consentendo l’ elezione di alcuni dirigenti presenti all’ interno dell’ attuale direttivo. Allo stesso modo mi permetto di ricordargli che è stato più volte coinvolto sulle discussioni affrontate e che in alcuni casi ha deciso di partecipare, come sulla discussione fatta sul Bilancio (sinceramente non ricordo di aver mai discusso il bilancio negli anni in cui era lui il delegato e non mi sono mai posto il problema avendo piena fiducia nei miei rappresentanti), in altri ha preferito elegantemente declinare come sulle discussioni fatte sul redigendo Piano Urbanistico Comunale.
Mi è parso, tra l’altro, di apprendere dalla stampa che una delle motivazioni che lo hanno portato a ritenere necessaria una pausa di riflessione sia legata ad una presumibile mancanza di coerenza, credo che mai termine sia stato più inopportuno, ho dichiarato dal primo momento che avrei lavorato nel Partito e per il Partito, facendo esclusivamente gli interessi degli iscritti e delle comunità intera, che avrei mantenuto la barra dritta nei momenti di difficoltà prendendomi le responsabilità anche delle scelte fatte collegialmente e da me non pienamente condivise, non credo di aver mai disatteso nessuna di queste promesse.
Per quanto riguarda le “proposte” di discussione di cui parla Enzo Aquino, immaginando che si riferisca per l’ennesima volta alla mancanza di volontà di supportare l’uscita di Atripalda da Irpiniambiente, da ex-amministratore, tra l’altro parte attiva nella sottoscrizione della convenzione con la suddetta società, sa benissimo che al momento non è possibile modificare il contratto in atto, occorre attendere prima la costituzione dell’ATO e dei connessi STO ed in quella fase fare osservazioni e consequenziali scelte per migliorare l’ attuale servizio di raccolta e smaltimento rifiuti.
Detto ciò, come più volte dichiarato, ribadisco che le porte del Partito Democratico di Atripalda continuano ad essere aperte a tutti coloro che intendono porre a servizio di questo progetto il proprio impegno; gli unici che probabilmente resteranno delusi dal nostro operato sono coloro i quali, vittime di vecchi schemi ed affini ad obsoleti meccanismi politici, vedono un partito esclusivamente come il luogo in cui è possibile munirsi di un microfono e da un pulpito dare sfogo ai propri umori.
Gerardo Malavena
Segretario circolo PD di Atripalda
Avete perso le mucche e adesso cercate le funi.