Seminario Cisl ad Atripalda su Job Acts, il segretario regionale Lina Lucci boccia il piano sanitario in Campania: «Caldoro deve recuperare». FOTO
Pubblicato in data: 26/3/2015 alle ore:11:00 • Categoria: Economia •«La struttura commissariale non è stata in grado di fotografare la situazione di disomogeneità del sistema sanitario in Campania, con sistemi diversi per ogni provincia. E’ mancata una ricognizione puntuale delle strutture e dei dipartimenti, non per tagliare la testa a medici bravi spesso trombati dalla politica per sistemare altri che non possono fare i medici. Avremmo ottenuto così il numero degli interventi che ogni primariato fa che ci avrebbe fatto capire se c’è una pianta organica funzionale a quella attività o una poltrona fittizia che deve rispondere ad un disegno politico e non di assistenza reale. Ma ciò non è stato fatto. Apprendiamo dalla stampa che c’è una rivisitazione del piano con meno centralità degli ospedali e più medicina territoriale, così come richiesto dalla Cisl, e che il Governo centrale ancora una volta intende commissariare la sanità, un fatto grave. Caldoro deve recuperare subito, pena la perdita della sua credibilità personale, rispetto al lavoro fatto con le organizzazioni sindacali». A criticare l’operato della Regione nella sanità campana è il segretario regionale della Cisl, Lina Lucci, intervenuta ieri mattina ad Atripalda. L’occasione è stata il seminario di approfondimento con Rsu e Rsa su Lavoro e Previdenza promosso dalla Cisl IrpiniaSannio dal titolo “Job Act 2015 e Decreti Attuativi” svoltosi presso il Cfs. Sui posti ancora vacanti negli ospedali ed Asl la Lucci incalza «non me lo spiego, o meglio visto che c’è la campagna elettorale che spinge, c’è una guerra tra bande rispetto ai posizionamenti tra maggioranza ed opposizioni. Non è cambiato nulla. Caldoro ha il dovere di convocare le forze sociali, soprattutto quelle che gli hanno dato una mano con grande responsabilità nell’abbattimento del debito da 7 a 3 miliardi, per informarle su tutto l’iter che intende seguire». Il segretario generale della Cisl boccia anche l’opposizione in Regione «a distanza di 4 anni per questa opposizione di facciata non abbiamo ancora prodotto in Consiglio regionale tutte quelle riforme legislative che servivano a mettere in moto l’economia della Campania e a renderla stabile sul piano economico come la legge sulla forestazione, cooperazione sociale, turismo e ciclo integrato delle acque. E’ mancata la volontà politica di dare una risposta alla collettività. Sul Job Acts invece Lucci appare preoccupata «In questi 5 anni le tre riforme dei governi Monti, Letta e Renzi non hanno prodotto nuova occupazione. Siamo preoccupati da questo esercizio muscolare di Renzi. C’è un tempo indeterminato che liberalizza il licenziamento e dall’altra sgravi per le aziende che assumono con questa nuova normativa. Di questa riforma aspetto di vedere i numeri ma sono molto preoccupata che non ci saranno numeri in più». Una stoccata riserva anche a Confindustria in Campania «che deve recupera centralità. Sui Centri dell’impiego, che non funzionano, è mancata un’azione sinergica tra sindacato e Confindustria. Bisogna fare autocritica».
Ad introdurre i lavori il segretario provinciale Mario Melchionna: «assistiamo ad uno stravolgimento delle regole nel mondo del lavoro per i nuovi assunti. Sicuramente l’aspetto positivo è aver rivalutato con incentivi alle aziende il contratto a tempo indeterminato. Ma i fatti negativi sono lo stravolgimento del art.18 che avvantaggia gli imprenditori che hanno i soldi e che possono pagare gli indennizzi, riducendo le garanzie per i nuovi assunti . Il lavoro ed il problema dell’occupazione non si risolve con le norme, che restano sulla carta, ma quello che manca è che il Governo deve mettere in campo iniziative vere per creare lavoro». L’avvocato giuslavorista e Giangiuseppe Matarazzo ha invece ripercorso tutto l’iter di approvazione del Decreto legislativo n.23 del 4/03/2015 “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti in attuazione della legge 10 dicembre 2014 n.83” e le principali novità «che qualcuno ha definito il regalo di Natale di Renzi ai lavoratori. Più che tutele crescenti sono tutele cadenti ».
La voce di Confindustria Avellino è affidata ad Rosanna D’Archi, responsabile delle relazioni industriali in rappresentanza delle associazioni datoriali «Abbiamo un mercato del lavoro bloccato con poca flessibilità in uscita. Come aziende avremmo voluto che la nuova legge si estendesse a tutti i lavoratori e non solo ai nuovi. Va visto anche il superamento della precarietà, se c’è lavoro le aziende sono pronte ad assumere visto anche l’esonero contributivo per tre anni che va visto congiuntamente alla normativa. E’ una scommessa su questa combinazione di disposizioni. Gli effetti già ci sono, con piccoli segnali di ripresa dell’occupazione». Paolo Mezzio, vicepresidente dell’Inas Cisl Nazionale, infine afferma: «le regole si devo inserire in un percorso di sviluppo che va individuato dal Governo».
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