Inchiesta assicurazioni, nessuna truffa: prosciolto atripaldese
Pubblicato in data: 14/7/2015 alle ore:23:41 • Categoria: Cronaca •Il Gip Riccardi del Tribunale di Avellino ha messo fine all’odissea di D.D.B., titolare di una concessionaria di auto usate, coinvolto in un’operazione dei carabinieri di Monteforte Irpino nel febbraio 2013.
I militari fecero irruzione nell’agenzia di via Appia, che divideva con un socio, sequestrando computer e documentazioni.
I carabinieri denunciarono l’assicuratore, il suo socio ed un cliente per i reati di falso in atto pubblico, ricettazione e truffa. L’ipotesi accusatoria si basava sulla convinzione che l’intera attività si basasse sulla stipula di falsi contratti assicurativi, stilati con formule inusuali e irregolari, per esempio con tagliandi che non corrispondevano ai normali conta previsti da assicurative. Tra le polizze sequestrate, ce n’erano alcune per contratti assicurativi di soli cinque giorni, pagati dal cliente 80 euro.
Dal momento del sequestro in poi l’inchiesta è stata coordinata dalla piemme Maria Luisa Buono, che ha verificato i singoli contratti, incaricando un perito tecnico di esaminarli e confrontarli con quelli previsti dalla legislazione vigente. Già nel corso di questa fase sono iniziati ad emergere i primi elementi di discolpa dei tre indagati. Come anche le stesse indagini difensive hanno evidenziato (due degli imputati sono difesi dall’avvocato Gianfranco Saveriano), si tratta in ogni singolo caso di contratti inusuali, è vero, ma perfettamente regolari. Tant’è, ha sottolineato il legale incaricato, che mai in tutto questo tempo si è fatta avanti una compagnia assicurativa per denunciare danni, raggiri o irregolarità da parte dell’agenzia atripaldese sotto inchiesta. Quando è arrivato il momento di chiudere le indagini e decidere per l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio, la stessa piemme Buono ha chiesto il proscioglimento di tutti e tre gli indagati da tutte le accuse.
Tra l’altro, aggiunge l’avvocato difensore, per questo tipo di reati la macchina giudiziaria si dovrebbe mettere in moto solo in presenza di una denuncia di parte, ma qui, evidentemente non c’era nessuna parte offesa, nessuna persona danneggiata dalla presunta attività illecita degli indagati. Da qui alla decisione del gip Ricciardi il passo è stato breve: il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta del piemme e degli avvocati difensori, ed ha disposto l’archiviazione del caso.
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