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Politiche sociali e abitative, da Atripalda l’impegno della Regione. L’assessore Fortini: “Puntare su asse scuola-lavoro” FOTO

Pubblicato in data: 30/10/2015 alle ore:10:00 • Categoria: Sociale

Consorzio A5, confronto1«Non è semplice dare una svolta. Per quanto riguarda la povertà ci sono due problemi essenzialmente: lavoro e casa.  Ci sono delle politiche da mettere in atto, come Regione stiamo cercando di costruire dei percorsi che siano inclusivi, che si cominci dall’istruzione e si continui con politiche per l’inserimento lavorativo e politiche abitative». Ad assicurare l’impegno della Regione è l’assessore alle politiche sociali Lucia Fortini che interviene così da Atripalda sull’emergenza della casa, vissuta in tutta Italia, ed esplosa in tutta la sua drammaticità nel capoluogo irpino dove sono partiti nei giorni scorsi gli sfratti degli alloggi popolari occupati abusivamente. Lo fa partecipando ieri pomeriggio all’incontro tematico su  “il sociale torna ad essere una priorità?”. Una due giorni, promossa dal Consorzio Servizi Sociali Ambito A/5, presso la Chiesa di San Nicola da Tolentino, che ha visto con l’assessore di Palazzo Santa Lucia gli interventi del consigliere regionale Carlo Iannace, segretario della commissione politiche sociali e di Adriana Ciampa della direzione generale per inclusione e politiche sociali del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali. Il sociale deve rappresentare la priorità «Cominciamo dai minori e dai disabili – prosegue l’assessore regionale alle Politiche Sociali -. C’è una proposta del Governo di sostegno al reddito per famiglie con minori, per noi è importante perché la povertà si trasmette generazionalmente per cui sostenere le famiglie nel processo di educazione dei minori e attuare una serie di politiche che siano di contrasto alla dispersione scolastica possono migliorare il futuro dei ragazzi e naturalmente la società campana». Una delle fasce sociali maggiormente a rischio è, appunto, quella degli adolescenti: «Abbiamo una prima programmazione di 30 milioni di euro che proprio questa mattina abbiamo presentato a Città della Scienza – prosegue l’esponente regionale – per l’innalzamento delle competenze e preparare meglio i nostri ragazzi. Ci saranno poi una serie di misure di contrasto alla dispersione scolastica in una programmazione che immaginiamo triennale perché è indispensabile costruire delle politiche che tengano nel tempo unite anche a politiche di monitoraggio e valutazione per cui deve andare avanti solo il meglio, chi riesce a raggiungere degli obiettivi». Le famiglie di oggi, purtroppo, sono sempre più in difficoltà: «prevenire non è semplice ma questa misura di sostegno al reddito delle famiglie può consentire che non si utilizzino i ragazzi per sostenere economicamente la famiglia e quindi interrompere questo meccanismo di trasmissione della povertà – prosegue -. Dobbiamo chiedere alla famiglie, nel caso siano sostenute, di far studiare i ragazzi ma questo non è semplice per cui l’alternanza scuola-lavoro potrebbe essere un’opportunità. Il problema è dare loro opportunità credibili perché altrimenti nel momento in cui chiedi di studiare senza dare delle risvolti credibili non si può chiedere sforzo da parte loro». Ruolo fondamentale nell’arginare lo sfociare nella violenza di disagi economici di taluni è dato proprio dalle Istituzioni e in particolar modo dalla scuola: «i docenti e tutto il personale scolastico rappresentano un importante presidio di legalità, non si può chiedere troppo ma dobbiamo dare loro degli strumenti che consentano di aprire le scuole tutto il giorno perché ogni volta che un ragazzo è a scuola e non per strada è importante il processo di socializzazione aiutando non solo i giovani ma l’intera società».
Consorzio A5, pubblicoUn cambio di passo sulla gestione delle politiche abitative in tutta la Campania lo assicura anche Carlo Iannace che si augura sia finalmente la volta buona: «rappresenta uno dei punti principali del piano di governo del presidente De Luca, l’assistenza alle persone che hanno bisogno della casa. L’attenzione alle persone che hanno bisogno sarà massima per risolvere il problema». L’emergenza quella nel sociale che colpisce tutto il territorio deve vedere in campo tutte le amministrazioni ed istituzioni secondo Iannace: «Sicuramente è uno dei problemi che ci sta maggiormente affliggendo. Seguendo il sociale può renderti conto delle difficoltà. Da sindaco hai la percezione della situazione reale. Il governo attuale sta facendo molto con la nuova Finanziaria con fondi specifici per questo settore. Da parte della Regione c’è l’impegno a favore dei cittadini che hanno maggiori difficoltà». Iannace porta al tavolo della discussione la sua esperienza, fissando le priorità da cui cominciare che nascono dal suo osservatorio. In materia di sanità, dove ci sono famiglie povere che non si curano perché non ne hanno la possibilità la chiave di svolta può essere «puntare al terzo settore e al volontariato che deve essere integrato. La coperta è corta, perciò bisogna trovare delle forme alternative che garantiscano assistenza».
Ad illustrare quanto è stato fatto in questi anni in materia di politiche sociali è Adriana Ciampa: «E’ stato fatto molto dal 1990 in poi con le leggi in materia di protezione dell’infanzia e di attuazione della convenzione in Italia sui diritti del fanciullo e l’avvio di progetti sperimentali sui territori. Non siamo all’anno zero ma molto deve essere ancora fatto. Tanto vero che una delle priorità del prossimo futuro è proprio il tema della povertà minorile e delle famiglie con un sostegno alle famiglie vulnerabili non solo come sostegno economico ma con politiche di inclusione e di sostegno e supporto alle capacità genitoriali».  Una famiglia che è cambiata negli ultimi anni: «Non c’è un nesso tra povertà e criminalità ma sul fronte della povertà è di avvio presso il ministero, in dodici città, di una versione innovativa della social card che ha una specifica attenzione alle famiglie con figli minori. E’ di questi giorni la notizia della scelta del Premier di prevedere nella legge di stabilità un’azione di contrasto alla povertà minorile con sostegno attivo ai genitori alla ricerca di un’occupazione. Vanno rafforzate anche le reti istituzionali a livello territoriali affinché quando emerge il bisogno ci sia una risposta efficiente ed efficace da parte delle istituzioni che a dare le risposte sono deputate. Con il programma nazionale P.i.p.p.i si cerca di creare le precondizioni affinché i territori rispondano, i servizi sociali siano attrezzati con modalità di presa in carico anche innovative rispetto al passato a supporto della famiglia vulnerabile, tenendo sempre al centro dell’azione i bisogni del bambino e le sue relazioni. Il bambino, la famiglia, la scuola e tutto il contesto che ruota intorno a lui».
Consorzio A5, confronto con sindaci«Sono otto anni che promuoviamo questo appuntamento sul nostro territorio del distretto A5 di 28 comuni, un impegno preso per queste comunità dove lavoriamo quotidianamente per far emergere i bisogni sociali e seguire le più delicate problematiche che si rappresentano, un impegno preso anche nei confronti di molti operatori e questa Conferenza rappresenta un’occasione di studio e approfondimento lavorativo dedicato ad assistenti sociali, psicologi, educatori, tutti gli attori veri della condizione del sociale sul nostro territorio», questo il tema che ha aperto la Conferenza dell’Infanzia e della Famiglia promosso dall’Ambito del Consorzio dei Servizi Sociali A5 del direttore Carmine De Blasio: «Attraverso questo tavolo di confronto con l’assessore regionale alle Politiche Sociali Fortini vogliamo capire, come si evince dal titolo provocatorio di quest’anno, se siamo davanti a un’inversione di tendenza rispetto ai tragici anni passati di un momento di crisi più acuta per i servizi sul territorio a causa del taglio dei finanziamenti – prosegue de Blasio -. Addirittura alcuni fondi, come quello nazionale, sono stati azzerati per un periodo e capire se siamo in presenza di un nuovo inizio sia rispetto alla volontà ad investire e programmare nell’ambito dei Servizi Sociali e se questo può essere recepito dai territori, come elemento incoraggiante rispetto al lavoro quotidianamente svolto ancora contraddistinto da incertezze, ritardi nei trasferimenti delle risorse, precarietà nell’ambito del Terzo Settore». Le politiche sociali, dunque, rappresentano uno dei settori più delicati su cui la sfera politica e istituzionale è chiamata ad intervenire in maniera quanto mai efficace ed efficienze: «Le difficoltà maggiori sono legate alla certezza dei tempi e delle risorse – prosegue De Blasio – perché ciò ha ripercussioni forti sull’erogazione dei servizi che, per oltre il 70% vengono affidati al terzo settore e quindi al mondo delle cooperative sociali e associazioni, se questa criticità si riversa sul terzo settore abbiamo di conseguenza il problema di lavoratori che non vengono pagati o in ritardo e che nello svolgere il loro lavoro non hanno la certezza di svolgere qualcosa che abbia anche un risvolto dal punto di vista lavorativo».
Dal punto di vista più strettamente sociale precisa che «noi siamo un territorio interno in cui alcune problematiche sociali sono ancora molto contenute per il ruolo ancora forte che ha la famiglia in senso tradizionale che riesce a contenere i rischi a cui vengono esposti soprattutto i bambini, cosa che non accade nei grandi centri e nelle complesse periferie. Un punto di forza per il nostro territorio ma che deve essere considerato un dato sul quale investire in termini di prevenzione, certo anche da noi la famiglia in questi anni è cambiata con famiglie allargate e miste ma quello che ancora regge è quel senso di protezione che si ha nella fase di crescita dell’infanzia al netto dei casi statisticamente irrilevanti rispetto ad un’azione forte che viene dal territorio».
Consorzio A5, confronto3Dunque da una parte si registra la professionalità degli attori del settore e dall’altra però una profonda crisi sociale ed economica di cui la famiglia risente, come evidenziato dal presidente dell’Assemblea dei sindaci Francesco Saverio Iandoli: «seppur in controtendenza dobbiamo capire che i servizi sociali hanno un costo – sottolinea – senza risorse non si possono erogare servizi, non si deve certo tornare al periodo dello sperpero ma dobbiamo contrastare la cultura secondo cui il servizio sociale è solo un peso per la società ma invece è fondamentale per la società per cui dobbiamo entrare in questa nuova mentalità che è il fondamento dello Stato sociale, del progresso e della civiltà». Secondo Iandoli occorre uscire da «una logica contabile che non consente l’erogazione di servizi efficienti. In qualità di sindaco e socio di questo consorzio mi chiedo come si fa ad assicurare la qualità dei servizi se le risorse scarseggiano? Nei piccoli Comuni non ci sono sprechi ma la necessità quotidiana di tirare avanti con enormi sacrifici per cui se c’è questa nuova impostazione culturale possiamo dare un contributo non solo per migliorare il Consorzio A5 che ha bisogno di una profonda ristrutturazione e riorganizzazione ma daremo un contributo a costruire una società più civile e giusta». Le difficoltà economiche, purtroppo, inducono a compiere gesti estremi anche non consentiti dalla legge, come nel caso degli alloggi comunali occupati abusivamente nel capoluogo: «dove c’è il disagio sociale si verificano questi fenomeni – aggiunge – se si ha un’impostazione ideologica egoistica questi problemi non si risolvono, dobbiamo uscire da una logica ragionieristica e accettare l’idea che organizzare i servizi comporta dei costi. Ciò non significa avallare sprechi ma capire che avallare servizi, di ogni tipo, per la comunità costa. Altrimenti andremo verso il declino sociale, solo chi vive in un mondo dorato non sa quanto sia grave la crisi dalla quale non siamo ancora usciti e come la pagano oltre le fasce più deboli, gli enti locali più vicini ai cittadini». Ad illustrare le difficoltà di guidare enti locali dove vengono tagliati continuamente i fondi è il delegato atripaldese Flavio Pascarosa.
Questo mattina invece, ore 11, si presenta il programma nazionale P.i.p.p.i con Marco Ius del gruppo scientifico dell’Università di Padova. Nel pomeriggio, ore 16, invece dibattito su “dalla patria potestà alla responsabilità genitoriale”con il Garante infanzia della Regione Campania Cesare Romano, il presidente dell’istituto campano di psicologia giuridica Leonardo Abazia, il presidente della camera minorile di Avellino Tiziana Tomeo, l’assistente sociale Gennaro Izzo e la psicoterapeuta Rosa Bruno. In chiusura, ore 17, confronto su “Crescere i figli, essere genitori: distanze e differenze” con la psicoterapeuta Maia Rita Parsi, presidente della “Fondazione movimento bambino”.

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