Processo Antica Abellinum, muore il terzo imputato. Giudizio in dirittura d’arrivo a maggio per i danni subiti dalla Civita
Pubblicato in data: 15/1/2016 alle ore:14:45 • Categoria: Cronaca •Nell’udienza svoltasi ieri mattina presso il Tribunale di Avellino del processo penale nel quale sono imputati i fratelli Dello Iacono per danneggiamento, è stata comunicata la morte del terzo imputato, Antonio Dello Iacono. Dei quattro fratelli imputati è il terzo che viene a mancare dall’inizio del procedimento penale.
Rimane alla sbarra solo Salvatore Dello Iacono, notaio di 83 anni, peraltro il più grande dei quattro.
L’udienza, che si è svolta ieri mattina di fronte al giudice monocratico Paolo Cassano, è stata l’ultima della fase dibattimentale. le discussioni finali ci saranno a a maggio quando il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, il pm Roberto Patscot, avanzerà la sue richieste di condanna. Condanna, che se dovesse arrivare, a questo punto colpirà solo il fratello superstite, quello che tra l’altro aveva da tempo deciso di rinunciare al possesso di quei terreni e di continuare a contestare solo l’entità degli indennizzi decisi dal Ministero per l’esproprio dei circa 23 ettari di Abellinum
La famiglia Dello Iacono è accusata di danneggiamento dalla Procura di Avellino, allora diretta dal procuratore capo Di Popolo che con il Pm Patscot nel 2012 con i militari del Nucleo Tutela Culturale di Napoli e quella della sezione Pg della Procura, apposero i sigilli per sequestrare l’intero sito archeologico di via Manfredi (circa 250mila metri quadri estesi per 25 ettari comprese le mura perimetrali).
Un processo che prese il via proprio dall’azione posta in essere dalla magistratura avellinese che eseguirono il sequestro preventivo dell’area, affidandone la custodia successivamente alla stessa Soprintendenza che ha messo il parco in sicurezza nel frattempo, ed indagando i quattro proprietari per il reato di “danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale”.
Nel procedimento, il numero 2353/12, nei confronti dei proprietari dell’area dove insiste il parco archeologico, la giunta Spagnuolo ha da tempo deciso di costituirsi parte civile.
I Dello Iacono sono accusati di aver causato ingenti danni ai reperti archeologici, anche a causa della forte nevicata del 2012, con i reperti rimasti senza manutenzione e protezione . Si verificò il crollo del tetto della Domus Romana e la perdita di alcuni affreschi.
Danni che i consulenti della Procura hanno quantificato in almeno 2 milioni di euro.
LLA SI POTREBBE EDIFIKARE QUALKOSA DI BBBUONO
KOSA NE VORREMO FARE DE STE QUATTRO PIETRE SEPPURE ANTIKE AD ATRI. NON SI TROVA IL SUOLO SOLO CHE LLA NESSUNO ANDREBBE AD AMMIRARE
PER IL POST 1 E 2 SI VEDE CHE NON CAPISCI NIENTE O SEI PARTE INTERESSATA…….VATTI A LEGGERE UN PO’ DI STORIA E NON IGNORARE LE GRANDI POSSIBILITA’ CHE I CIECHI AMMINISTRATORI HANNO AVUTO FINO A FARSI SEQUESTRARE L’AREA…..!!!!!
PER IL SIG. MIKELE SECONDO IL MIO MODESTO PARERE ELLO NON KAPISCE NIENTE DI URBANISTIKA NON VEDE KA QUELLA ZONA ESSERE URBANISTICAMENTE INTERESSANTE IN QUANTO POSTA PIU IN ALTO RISPETTO ABITATO SOTTOSTANTE?(L’ITALIA ESSERE TUTTO UN PARKO ARKEO SOLO KE QUA NON SI TROVA NULLA DI INTERESSANTE DAL PUNTO DI VISTA SCULTOREO ESSERE SOLO UN MANUFATTO DI UNA CERTA EPOCA NON OSEREI DIRE “STORIKA”
COME SI SUOL DIRE AD ATRIPALDA ” VUTTTTT…. PO…CIU….!!!!!!!!!