Inchiesta buste paga gonfiate al Comune, il Pm chiede il rinvio a giudizio: udienza preliminare il 20 maggio. Ecco tutte le somme contestate ai quattro dipendenti infedeli
Pubblicato in data: 14/4/2016 alle ore:07:02 • Categoria: Cronaca •Fissata l’udienza preliminare per l’inchiesta sulle buste paga gonfiate al Comune di Atripalda. Il Gip, dottor Fabrizio Ciccone, letta la richiesta di rinvio a giudizio depositata in data 21.03.2016 dal Pubblico Ministero, dottor Fabio Massimo Del Mauro, nel procedimento penale a carico di quattro dipendenti del comune di Atripalda (V. A., I. L. e I. W. difesi dall’avvocato Luca Penna e I. I. difesa dall’avvocato Giovanni Iacobelli) ha fissato l’udienza preliminare in camera di consiglio per il prossimo 20 maggio alle ore 10 presso il Tribunale di Avellino. Gli imputati, il loro difensore e la persona offesa, in questo caso il Comune di Atripalda in persona del Sindaco, possono presentare memorie e produrre documenti.
I quattro sono ritenuti responsabili di aver posto in essere, in concorso, un’attività illecita consistente nell’inserire nel sistema informatico voci stipendiali non dovute in relazione ai livelli retributivi previsti per le qualifiche rivestite, disponendo altresì mandati di pagamento recanti importi maggiorati che venivano inoltrati alla Tesoreria comunale che procedeva all’accredito dello stipendio. In alcuni casi le buste paga “lievitate” venivano utilizzate dagli indagati per accedere a benefici di credito per la cessione del quinto dello stipendio presso alcune società di finanziamento; tutto ciò avveniva anche creando documentazione falsata a firma degli indagati seppur non competenti all’inoltro di tali istanze.
In questo modo ottenevano un profitto ingiusto con danno corrispondente per il Comune di Atripalda con l’aggravante per la dipendente V.A. di aver promosso od organizzato la cooperazione del reato dal dicembre 2009 al gennaio 2015.
Un’indagine complessa quella condotta dalla Procura di Avellino, diretta dal dottor Rosario Cantelmo, con la Squadra Mobile della Questura di Avellino, guidata dal dottor Marcello Castello, visto la mole di documentazione contabile sequestrata e visionata dagli investigatori.
Inchiesta partita alla fine di febbraio 2015 dalla denuncia presentata in Questura dal sindaco Spagnuolo che ha più volte preannunciato, attraverso la stampa, che con il rinvio a giudizio, il Comune si costituirà parte civile per recuperare le somme indebitamente percepite e ristorare la comunità dal danno d’immagine.
Queste le somme contestate ai quattro dipendenti: per V.A. nel dicembre 2009 mille euro, nell’anno 2010 15.500 euro e dal 2011 al 2015 55.350,00 euro; per I. L. nel dicembre 2009 mille euro, nell’anno 2010 14.200 euro e dal 2011 al 2015 52.860,00 euro; per I. I. nel dicembre 2009 300 euro, nell’anno 2010 3.790 euro e dal 2011 al 2015 18.060,00 euro; infine per I. W. dal 2013 al 2015 8.580,00 euro.
Quest’ultimo, attraverso il proprio legale Alfonso Maria Chieffo, nel febbraio 2015 ha proceduto alla restituzione delle somme indebitamente percepite dopo aver effettuato i conteggi con un bonifico a favore di Palazzo di città.
A fine marzo gli agenti della III Sezione della Squadra Mobile hanno sottoposto di nuovo a sequestro penale l’Ufficio Ragioneria e una stanza deposito documenti, vietandone l’accesso al Comune. Nei due locali sono custoditi dei faldoni contenenti documenti oggetto dell’indagine e che per questo restano ancora interdetti ai dipendenti e al pubblico.
Un nuovo passaggio nell’inchiesta dopo che gli indagati, nel mese di gennaio, sono stati sospesi dal lavoro per 12 mesi.
Prima di Natale gli uomini della Squadra mobile di via Palatucci, guidati dal dottor Marcello Castello, avevano inoltre dato esecuzione a tre provvedimenti di sequestro preventivo per l’importo di 162.000 euro sui conti correnti a carico di tre degli indagati.
LICENZIATELI
si licenziati, è una vergogna