L’archeo-percorso pedonale di Abellinum presentato alla città, il funzionario della Soprintendenza Cesarano: “manca coscienza civica anche qui ad Atripalda”. FOTO
Pubblicato in data: 28/8/2016 alle ore:23:30 • Categoria: Cultura •Un archeo percorso pedonale che ammagli il patrimonio storico, archeologico e monumentale della città del Sabato. E’ l’idea presentata l’altra sera nella Chiesa di San Nicola Da Tolentino da Comune e Soprintendenza, attraverso un protocollo d’intesa sottoscritto con l’Archeologia Campania del Ministero dei Beni Culturali. Un progetto che rientra nell’ambito dell’Area Vasta con il sostegno del comune capoluogo.
«L’archeo-percorso pedonale di Abellinum punta a mettere a sistema il patrimonio storico archeologico al di sotto del pianolo della Civita – ha introdotto i lavori il delegato alla Cultura e lavori Pubblici, Lello Barbarisi – senza naturalmente evitare il collegamento con lo stesso. Puntiamo a tracciare un itinerario turistico nuovo che in alcuni tratti si sovrapporrà a quello già esistente. In altri casi sarà un percorso probabilmente nuovo che potrà portare ad uno stravolgimento urbanistico della città. Un percorso non solo per fini turistici ma anche per i residenti. Non è vero che non abbiamo un’idea di città, abbiamo progettato molto e lasciamo un patrimonio di progetti e idee».
Ad illustrare nei dettagli l’idea progettuale diapositive slide le giovani architette Esther Lanzillo e Serena Borea e l’archeologa Annalisa Liguori.
«L’archeo-percorso punterà a coinvolgere anche quei monumenti che oggi sono ancora non del tutto disponibili e che speriamo attraverso il progetto dell’Area Vasta possono arrivare a finanziamento per recuperarli dall’abbandono e dal degrado – prosegue Barbarisi -. Un percorso di ammagliamento dell’archeologia urbana con al centro l’elemento principale, il parco di Abellinum, che resta ancora chiuso». Tra i reperti da riportare alla luce e recuperare c’è la tomba a camera in via Tufara e l’anfiteatro di via Appia. Un progetto accolto con grande entusiasmo dal dottor Mario Cesarano, responsabile per il settore archeologica delle province di Avellino e Salerno.
«Non si vede all’esterno – ha tenuto a precisare il sindaco Spagnuolo – ma abbiamo lavorato tanto alla fase di progettazione che darà buoni frutti». Atripalda pronta a ragionare in ambito di Area Vasta, come ribadito dal delegato al Marketing Flavio Pascarosa: «turismo e cultura viaggiano assieme perché possono dare impulso al territorio. Purtroppo dobbiamo constatare che anche quest’anno il progetto di Giullarte c’è stato bocciato nonostante la validità e ricchezza dei contenuti. Spesso le istituzioni non ci sono vicine, sperimo in futuro possano essere più sensibili».
L’archeo percorso di Abellinum presenta tre tipologie di percorso: un percorso archeologico, un percorso storico artistico e infine un percorso paesaggistico Il responsabile del comune di Avellino, architetto Iannaccone ha illustrato la validità dell’Area Vasta e i prossimi appuntamenti di accesso ai fondi. «Solo facendo rete – afferma l’assessore alla Cultura di Avellino Teresa Mele – potremo essere da volano per lo sviluppo anche economico del nostro territorio».
Il dottor Cesarano, nel suo intervento conclusivo, si è augurato «che la cultura non sia solo di moda. Vogliamo che ci sia una cultura della cultura, che ci sia una consapevolezza che la cultura non sia estranea a noi». Illustra le difficoltà che incontra sul territorio al Sovrintendenza tra carenza di fondi e «non c’è un posto dove non ci accolgono con i forconi. Una cosa che fa parte di noi che ci spinge a ritenere che le leggi siano a nostro uso e consumo. La sovrintendenza non mette vincoli, ma tutela e difende. I vincoli non piovano dal cielo». Il sovrintendente evidenzia che i soldi non sono tutto:«noi siamo il frutto di una civiltà e storia che ha realizzato tantissimo quando i soldi non c’erano. I soldi non sono l’ostacolo. Se poi quel progetto non viene finanziato che facciamo lo buttiamo e non ci occupiamo più di cultura? Non solo importanti i soldi, ma vi invito a dire che pur non avendo i soldi siamo riusciti a fare questo. Come Soprintendenza saremo vicini all’ente e a ogni cittadino che abbia idee valide». Sottolinea infine l’assenza di una coscienza civica:« C’è una grossa fetta di cittadini che si possono responsabilizzare con l’ingresso dei privati che finanzino le opere.
Anche sull’anfiteatro che i cittadini atripaldesi oggi vogliono riportarle alla luce, perché negli anni ’70 non si sono opposti a che venisse distrutto per far passare la variante? Anche il braccio di ferro su Abellinum l’abbiamo fatto con cittadini del posto che con avvocati dicevano che non fosse un’area di importanza storica. Noi non possiamo portare tutto alla luce. Se volessimo portare ogni pietra a vista finiremmo come Marte, con buchi in vista. Invece nell’ambito di un’organizzazione di un territorio si sceglie cosa portare a vista, che poi va mantenuto e richiede altri soldi. Tra l’altro oggi si va al museo come si va al centro commerciale, senza sapere perché ci sei andato. Ecco l’importanza di questo archeo percorso per Atripalda, costruire coscienza di far parte di una comunità. Oggi è inutile andare a chiedere i soldi da soli. Bisogna fare rete, come l’Area Vasta, per non essere tagliati fuori. Il governo ha scelto di puntare sui grandi attrattori culturali e in quella direzione andranno i soldi. Ci vogliono perciò delle idee buone per agganciarci a questi attrattori».
Chi è responsabile può dirci COME SONO STATI SPESI I SOLDI arrivati per gli interventi di PROTEZIONE CIVILE? COSA ne hanno FATTO? Opere utili a sicurezza simica o solo buoni guadagni per chi le esegue?