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“Sipari Aperti – Festival degli Altri Mondi” dal 3 ottobre in scena al Teatro Gesualdo: ingresso gratuito

Pubblicato in data: 29/9/2017 alle ore:08:35 • Categoria: Cultura

La Regione Campania, l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Avellino in collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival presentano

SIPARI APERTI – FESTIVAL DEGLI ALTRI MONDI

In scena dal 3 OTTOBRE 2017 (fino al 31) il Teatro Potlach, Pippo Delbono, Maldestro, James Senese Napoli Centrale, la BandaBaleno, Tam Tam 2.0, Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Enzo Moscato, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Il Tappeto di Iqbal, Ute Lemper.
Rosetta D’Amelio Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Maria Elena Iaverone Vice Sindaco di Avellino, Bruno Gambardella Assessore alle Politiche Culturali del Comune, hanno presentato in conferenza stampa, venerdì 29 settembre, nella Sala Stampa del Comune di Avellino la prima edizione di  “Sipari Aperti – Festival degli Altri Mondi”.

L’iniziativa, che avrà la sua sede principale al Teatro Carlo Gesualdo, è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Avellino e realizzata attraverso la produzione esecutiva della Fondazione Campania dei Festival grazie al sostegno economico della Regione Campania.

Un progetto speciale che apre il “massimo” cittadino ai linguaggi del teatro contemporaneo e della musica d’autore e ne arricchisce l’offerta culturale con un focus specifico centrato su delicate tematiche sociali, come l’emarginazione, la diversità ma anche l’inclusione e l’integrazione. Argomenti che sono affrontati e proposti al pubblico anche nel lavoro di tanti gruppi impegnati  nei diversi laboratori della sezione speciale riservata alla formazione dedicata alle arti sceniche.

Per tutto il mese di ottobre, fino a martedì 31, il Teatro Gesualdo, ma anche altri luoghi del capoluogo irpino, diventa spazio aperto di riflessione e scambio, grazie al coinvolgimento di decine di attori, musicisti e artisti di fama nazionale ma anche giovani, professionisti e non, di tante associazioni culturali  e di gruppi teatrali e musicali particolarmente attivi sul territorio.

Pino Di Buduo (intervenuto in conferenza stampa) ed il Teatro Potlach, Pippo Delbono, Maldestro, James Senese Napoli Centrale, la BandaBaleno, Tam Tam 2.0, Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Enzo Moscato, l’Orchestra di Piazza Vittorio, la compagnia Il tappeto di Iqbal, Ute Lemper saranno i protagonisti di un’intensa programmazione che si propone quale preziosa occasione di incontro, nel vitale esercizio di “lettura e decodifica” della complessità del nostro presente.  Pubblico ed artisti, insieme, saranno chiamati ad essere attori e testimoni di una lunga assemblea civile che offrirà, in undici appuntamenti, ad ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti), un cartellone che unisce sugli argomenti proposti spettacoli scelti tra le proposte più significative della scena teatrale nazionale.

Tra i primi titoli in programma si segnala la suggestiva e coinvolgente inaugurazione con Paesaggi Contemporanei  un progetto artistico interdisciplinare e multimediale ideato da Pino Di Buduo, regista del Teatro Potlach che propone, in un itinerario urbano di 700 metri nel centro di Avellino (martedì 3 ottobre, ore 21, inizio in Piazza Duomo),  circa trenta singole rappresentazioni in cui ogni artista o gruppo realizzerà la propria performance sul tema dei paesaggi contemporanei ispirati alle identità dei luoghi ma anche ai cicli agro-alimentari. Un evento di forte impatto, anche visivo grazie all’utilizzo di effetti speciali, illuminazioni, centinaia di metri quadrati di teli bianchi trasparenti,  scenografie virtuali e reali, grandi proiezioni, che consentiranno agli spettatori di riscoprire, enfatizzare e valorizzare attraverso l’arte i loro  spazi urbani, per  riportare  alla luce la profonda cultura immateriale dei luoghi che via via essi attraversano.

La programmazione della prima edizione di “Sipari Aperti – Festival degli Altri Mondi” prosegue nei primi giorni con uno dei titoli più amati ed applauditi delle passate stagioni. Si tratta di Orchidee di Pippo Delbono, autore, regista ed anche interprete di questa opera corale (in scena una compagnia numerosa, di attori di più generazioni, tra cui si ricordano Bobò e Pepe Robledo). Delbono propone ad Avellino uno dei lavori più emozionanti e commoventi della sua produzione artistica: uno spettacolo che è la sintesi di un dolore, di un grande vuoto, “della necessità di fermare il tempo, questo tempo confuso dove ci sentiamo, in tanti, credo, sperduti” (sabato 7 ottobre, ore 21).

I muri di Berlino è il titolo del concerto del giovane cantautore napoletano Maldestro (tra i protagonisti del passato Festival di Sanremo) in cui,  “come in un viaggio nelle sfumature dei sentimenti umani” presenta i brani del suo ultimo, omonimo,  lavoro discografico. Dalle convivenze ai treni sbagliati, dalle paure alle speranze profonde,  Maldestro canta le aspettative della sua generazione e la voglia di intravedere un futuro migliore (lunedì 9 ottobre, ore 21).

Il festival prosegue con il concerto ‘O sanghe, titolo anche dell’ultimo disco, di James Senese Napoli Centrale (sabato 14 ottobre, ore 21), e con la performance itinerante della BandaBaleno Murga di Napoli che inizia, alle ore 17 per le strade del centro cittadino, con la Murga Street Parade, ispirata all’arte di strada tipicamente argentina (che qui si contamina con influenze dalle tradizioni bandistiche europee ed africane) e si conclude con una performance di musica e danza intitolata Carnaval de Scampia (domenica 15 ottobre). Sempre domenica 15, al Teatro Gesualdo, ore 21, in scena lo spettacolo “Lab Drum Circle 2.0” presentato da Tam Tam 2.0.

La programmazione continua con Amore, pluripremiato spettacolo della Compagnia Scimone Sframeli (lunedì 16 ottobre), con Toledo Suite di e con Enzo Moscato (il 18 ottobre), l’Orchestra di Piazza Vittorio in concerto (il 20 ottobre), Enfatastique della compagnia Il Tappeto di Iqbal (il 21 ottobre, alle ore 17) e si conclude con Last Tango in Berlin, lo straordinario concerto di Ute Lemper (il 28 ottobre).

Dal 21 al 31 ottobre iniziano i precipitati scenici con cui si concludono i tanti laboratori avviati tra Avellino e la sua provincia da Sipari Aperti. Esiti conclusivi che si concentrano in una sezione specifica e quotidiana intitolata “Laboratori Aperti” con i lavori dei gruppi Aisthesis, Zigo Zago, Proteatro, Clan H, Gluck Teatro, Mister Punch, Vernicefresca, Arteteca, Teatro 99 Posti,  Limina Teatro.

Tutto ad ingresso gratuito. Info: tel. 0825 771620 www.teatrogesualdoavellino.it o nella sezione dedicata di www.fondazionecampaniadeifestival.it

SIPARI APERTI –  FESTIVAL DEGLI ALTRI MONDI

Progetto. Per aprire le porte del teatro contemporaneo al pubblico della città di Avellino e della provincia; sensibilizzando, così, alle tematiche sociali di inclusione e integrazione. Il progetto SIPARI APERTI si volge ad arricchire la proposta culturale del capoluogo irpino, attraverso una rassegna teatrale la cui “casa” è il Teatro Gesualdo.  Gli undici titoli di prosa e musica che compongono il cartellone sono stati selezionati a partire da una matrice comune, un filo rosso, un unico motivo ispiratore: il tema dell’emarginazione, della differenza, della fragilità. Parallelamente agli spettacoli, Sipari Aperti prevede anche la realizzazione di laboratori riguardanti l’integrazione e curati da associazioni locali. Il progetto di svolgerà dal 3 al 31 ottobre 2017.

 

Calendario

3 ottobre                    Teatro Potlach (ore 21, inizio in Piazza Duomo)
Paesaggi Contemporanei

7 ottobre                    Compagnia Pippo Delbono
                                   Orchidee

9 ottobre                    Maldestro in concerto

I muri di Berlino tour

14 ottobre                  James Senese Napoli Centrale  in concerto

O sanghe

15 ottobre                  BandaBaleno  Murga di Napoli (itinerante,  dalle ore 17)

Murga Street Parade e Carnaval de Scampia
            Tam Tam 2.0 in Lab Drum Circle 2.0

16 ottobre                  Compagnia Scimone Sframeli

Amore

18 ottobre                  Compagnia Enzo Moscato
Toledo Suite
20 ottobre                  Orchestra di Piazza Vittorio

in concerto

21 ottobre                  Il tappeto di Iqbal

in Enfatastique  – ore 17

28 ottobre                  Ute Lemper in concerto

Last Tango in Berlin

 

SIPARI APERTI presenta “LABORATORI APERTI”

21 ottobre, ore 21 Dentro la Tempesta, laboratorio Aisthesis

23 ottobre, ore 20 Teatriamo ed accogliamo, Zigo Zago

24 ottobre, ore 20 Memoria Migrante, Proteatro

25 ottobre, ore 20 Nessuno Escluso – Sine Exceptione, Clan H

26 ottobre, ore 20 Diquadanoy, Gluck Teatro

27 ottobre, ore 20 Tracce, Mister Punch

29 ottobre, ore 20 Esci allo scoperto, Vernicefresca

30 ottobre, ore 20 Dimmi che ti ascolto, Arteteca

31 ottobre, ore 19 L’uomo disabitato e i deserti interiori, Teatro 99 Posti

31 ottobre, ore 21 Limen, Limina Teatro
SIPARI APERTI – FESTIVAL DEGLI ALTRI MONDI

Interventi: 

La cultura come strumento di sensibilizzazione e di crescita artistica e civile, contro ogni forma di emarginazione e disparità. Ecco il senso di Sipari Aperti, progetto promosso dall’Amministrazione Comunale di Avellino in collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival. Una manifestazione che vuole riportare i cittadini, sia del capoluogo che della provincia, nel loro teatro, luogo di aggregazione e scambio. Siamo orgogliosi della scelta significativa – da parte dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Avellino – che individua l’inclusione quale tema portante di questa attività: tenendo fede all’impegno nel sociale che ispira ogni nostra iniziativa culturale. Ci auguriamo di raccogliere presto i frutti delle esperienze creative e laboratoriali dei tanti giovani coinvolti in una manifestazione che nasce per la città di Avellino e per il suo Massimo Teatro.

Vincenzo De Luca
Presidente della Regione Campania 

Il teatro come espressione di un’idea di città aperta, inclusiva delle differenze, sensibile e attenta nei confronti delle fragilità. Riesco a leggere questa missione nel progetto SIPARI APERTI – Festival degli altri mondi, promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Avellino e da Fondazione Campania dei Festival, grazie al sostegno economico della Regione Campania.  Nella composizione del programma di SIPARI APERTI si rintraccia la volontà di proporre alla città di Avellino e alla provincia una rassegna teatrale contemporanea che, attraverso teatro, musica e i laboratori curati da realtà associative locali, dia voce alle periferie, agli stranieri, agli emarginati portando sulla scena performance artistiche di livello internazionale, frutto di sperimentazioni sul piano culturale e sociale. Mediante la gratuità degli spettacoli, resa possibile grazie a Regione e Comune, abbiamo voluto sposare l’obiettivo di dare al Teatro Gesualdo una funzione educativa, facendone luogo di cultura perfettamente integrato nel contesto sociale e aperto a fasce della popolazione che altrimenti resterebbero ai margini, come gli studenti, il mondo del volontariato e gli immigrati.

Rosetta D’Amelio

Presidente del Consiglio Regionale della Campania

 

Sono particolarmente orgoglioso del fatto che un ruolo importante nella rassegna Sipari Aperti – Festival degli Altri Mondi sia occupato dai laboratori, che vedono impegnati compagnie amatoriali e professionistiche di Avellino e della sua provincia. Dal capoluogo a Baiano, da Mercogliano a Sperone il Carlo Gesualdo incontra e ospita chi il teatro lo vive nella sua spontaneità e nella sua completezza, nell’interazione con le persone che amano quest’arte e che su di un palcoscenico rubano alla vita frammenti di emozioni che regalano poi al loro pubblico. Le compagnie coinvolte hanno lavorato su di un particolare segmento – da loro scelto – dell’obiettivo primo di Sipari aperti: l’inclusione sociale, la partecipazione consapevole, l’accoglienza e il superamento di ogni forma di discriminazione sociale, etnica, economica, sessuale. Il sipario del Massimo cittadino si apre dunque all’Irpinia e al mondo, anzi, a tutti i mondi possibili, con la certezza che un messaggio di speranza può giungere – con tanta forza – anche dalla Terra dell’Osso, dove tante persone si incontrano e vivono un’esperienza da ricordare.

Bruno Gambardella
Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Avellino

SIPARI APERTI / FESTIVAL DEGLI ALTRI MONDI – AVELLINO

Schede Spettacoli

 

3 ottobre, ore 21, inizio in Piazza Duomo

Teatro Potlach

Paesaggi Contemporanei
Regia e scenografie Pino Di Buduo

con Daniela Regnoli, Nathalie Mentha, Irene Rossi, Zsofia Gulyas, Marianna Andrigo e con il coinvolgimento di associazioni culturali, sociali ed artistiche locali.

Tecnica Marcus Acauan, Mauro Buoninfante; allestimenti scenici Hector Gustavo Riondet, Fabio Guigiani;  video proiezioni Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli (Quiet Ensemble), Claudia Spiridigliozzi

Un percorso di 700 metri all’interno della città. Un itinerario urbano trasformato in un unico grande palcoscenico con effetti speciali, illuminazioni artistiche (più di 100 fari), centinaia di metri quadrati di teli bianchi trasparenti; scenografie virtuali e reali, grandi proiezioni. Ecco Paesaggi Contemporanei, un progetto artistico interdisciplinare e multimediale ideato da Pino Di Buduo, regista del Teatro Potlach, antropologo ed esperto di drammaturgia artistica negli spazi pubblici.

Il teatro esce in strada, dunque, andando incontro alla gente: un palco lungo chilometri per consentire di assistere a circa trenta rappresentazioni; ogni artista o gruppo realizzerà la propria performance sul tema dei paesaggi contemporanei ispirati alle identità dei luoghi ma anche ai cicli agro-alimentari. Gli spettatori, dunque, si trasformeranno in viaggiatori, in esploratori e archeologi della memoria. L’obiettivo principale di Paesaggi Contemporanei è riscoprire, enfatizzare e valorizzare attraverso l’arte gli spazi urbani, donando agli spettatori itineranti una rinnovata emozione. Il Teatro Potlach è stato fondato nel 1976 da Pino Di Buduo e Daniela Regnoli; due studiosi di antropologia che hanno scelto di chiamare la propria compagnia come il rito del dono gratuito nel linguaggio degli indigeni dell’America nord­occidentale. La scelta di rifiuto e ricerca dell’altrove, la voglia di fare teatro al di fuori dei circuiti mainstream, si riflette nella individuazione come sede del teatro Fara Sabina, piccolo centro del rietino. L’identità artistica del Potlach si sintetizza in una continua autoformazione, oltre i confini istituzionali del teatro; nello scambio con il circo, la danza e la performance musicale, attraverso il viaggio e del contatto sul campo con le culture performative europee, asiatiche e latinoamericane.

 

7 ottobre
Compagnia Pippo Delbono

Orchidee
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella
Immagini e film Pippo Delbono; luci Robert John Resteghini

musiche Enzo Avitabile e Deep Purple, Miles Davis, Philip Glass, Victor Démé, Joan Baez, Nino Rota, Angélique Ionatos, Wim Mertens, Pietro Mascagni

direzione tecnica Fabio Sajiz; suono Giulio Antognini; luci e video Orlando Bolognesi; elaborazione costumi Elena Giampaoli; capo macchinista Gianluca Bolla; responsabile produzione Alessandra Vinanti; organizzazione Silvia Cassanelli; amministratore di compagnia Raffaella Ciuffreda
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna, Théâtre du Rond Point – Parigi, Maison de la Culture d’Amiens – Centre de Création et de Production. Si ringrazia Cinémathèque suisse – Lausanne e Touhami Ennadre
durata 1h 55min

In Orchidee, come in molti dei suoi spettacoli, Pippo Delbono cerca di fermare un tempo che sta attraversando: «Un tempo mio – afferma l’autore –, della mia compagnia, le persone che lavorano ormai da molti anni con me, ma anche un tempo che stiamo vivendo oggi tutti noi. Italiani, europei, occidentali, cittadini del mondo. Un tempo confuso dove mi sento, ci sentiamo, in tanti, credo, sperduti…». Aleggia nello spettacolo la sensazione di aver perduto qualcosa per sempre: la fede politica, rivoluzionaria, umana e spirituale. Di fatti, come spiega lo stesso Delbono, Orchidee nasce da una perdita: «Un grande vuoto che mi ha lasciato mia madre quando è partita per sempre. Mia madre che dopo i conflitti, le separazioni, avevo rincontrato per ridiventare amici. Io, un po’ più grande e un po’ più saggio, lei vecchia ritornata un po’ più bambina. E così il vuoto. Il sentirsi non più figlio di nessuno. Il vuoto dell’amore. Ma Orchidee nasce anche da tanti vuoti, da tanti abbandoni. Il vuoto che viviamo nella cultura, nell’essere artisti perduti. Il teatro che spesso sento un luogo diventato troppo polveroso, finto, morto». Orchidee racconta il vuoto, ma anche il bisogno vitale di riempire quel vuoto; di cercare altre madri, altra vita, altre storie. La Compagnia Teatrale di Pippo Delbono è una formazione atipica, sia per la sua composizione, sia per il teatro che porta in scena. Delbono nasce artisticamente nell’Accademia d’Arte Drammatica di Genova, ma la sua passione è la gente della strada: a loro si ispira ed è con loro che collabora. Sua cifra di stile è l’attenzione agli ultimi, alcuni dei quali recitano con lui. Delbono costituisce da sempre la compagnia con emarginati che possano esprimere il suo messaggio teatrale.

 

9 ottobre
Maldestro in concerto

I muri di Berlino tour

Voce, Piano e Chitarra Maldestro. Chitarre e Programmazione Maurizio Filardo. Batteria Andrea De Fazio . Tastiere e Synth Roberto Porzio . Basso Luigi Pelosi . Produzione Arealive

Un viaggio nelle sfumature dei sentimenti umani. Si può definire così I MURI DI BERLINO, nuovo disco del cantautore MALDESTRO (uscito lo scorso 24 marzo per Arealive/Warner). Dalle convivenze ai treni sbagliati, dalle paure alle speranze profonde. Maldestro canta le aspettative della sua generazione e la voglia di intravedere un futuro migliore; se è vero, infatti, che siamo bravi a costruire dei muri intorno a noi, desideriamo d’altro canto disegnarvi delle piccole crepe, per rabbia o per amore, attraverso cui fare entrare la luce. Maldestro ha partecipato all’ultimo Festival di Sanremo, nella categoria Nuove Proposte, col brano Canzone per Federica, che gli è valso il premio della critica “Mia Martini”. Successivamente sono arrivati numerosi altri riconoscimenti come il Premio Lunezia, il Premio Enzo Jannacci, il Premio Assomusica e il premio conferito dalla Regione Basilicata per il Miglior Videoclip.

Napoletano di nascita, Maldestro (Antonio Prestieri) già all’età di nove anni comincia a studiare pianoforte, ma prima di scegliere di dedicarsi alla musica studia recitazione, regia e drammaturgia: scrive oltre quindici opere e vince giovanissimo i premi Sipario (2 volte per miglior testo) e Schegge di Teatro per la migliore regia e il miglior testo. Il suo album di esordio Non trovo le parole, che si è aggiudicato la Targa Tengo, risale al 2015.

 

14 ottobre
James Senese  Napoli Centrale in concerto

O sanghe tour

voce e sax James Senese, tastiere Ernesto Vitolo, basso Gigi De Rienzo, batteria Agostino Marangolo. Produzione Arealive

Un disco che rappresenta un nuovo orizzonte per un artista che non si ferma mai e che ama volgere il proprio sguardo “altrove”. James Senese e i suoi Napoli Centrale in O sanghe (2016) racchiudono tutti i riferimenti artistici della loro musica, rinnovandone la forza espressiva. Funk, blues, venature jazz, e tanto mediterraneo. Naturalmente, la città di Napoli è presente, non soltanto nelle melodie, ma anche nelle storie raccontate: vita, lavoro, lotte quotidiane per la sopravvivenza, amore, fede. Il tutto immerso in un’atmosfera groove che solo Senese è in grado di creare.  In quasi cinquant’anni di musica, James Senese ha attraversato musica leggera, funk-jazz e cantautorato, continuando sempre a parlare agli ultimi, con cuore intatto. Aver offerto uno dei primi ingaggi all’indimenticabile Pino Daniele (suo compagno d’arte e amico vero sino al suo ultimo giorno) lo rende una leggenda vivente della discografia.  Dal 1 settembre 2016 vi è stato un importante avvicendamento nella formazione live di James Senese Napoli Centrale: il batterista Agostino Marangolo entra a far parte della band guidata dal sassofonista napoletano. La formazione attuale è la stessa ad aver registrato Nero a metà di Pino Daniele, forse il disco più famoso dello scomparso artista napoletano.

 

15 ottobre, ore 17
BandaBaleno Murga di Napoli Murga

Street Parade e Carnaval de Scampia

BandaBaleno (spazio artistico di sperimentazione in cui i grandi imparano dai più piccoli e viceversa) nasce come progetto pedagogico a Scampia nel 2008 dall’incontro tra gli artisti della Malamurga di Roma ed alcuni attivisti, durante il Carnevale di quartiere promosso dal Gridas, per favorire l’aggregazione e stimolare la creatività. L’associazione propone un percorso sperimentale di crescita legato alla Murga, ovvero a un’arte di strada migrante tipica del carnevale argentino di Buenos Aires, fatta di percussioni, danza e teatro. Gli obiettivi sono l’animazione degli spazi pubblici, il viaggio e la scoperta. L’evento di cui BandaBaleno è protagonista ha inizio con una parata per le strade di Avellino, la Murga Street Parade, ispirata all’arte di strada tipicamente argentina, ma con influenze dalle tradizioni bandistiche europee ed africane. La sfilata si conclude con una performance, Carnaval de Scampia, incentrata su coreografie, ritmi e danze. Naturale il coinvolgimento di BandaBaleno in Sipari Aperti, considerato il suo impegno quotidiano nel promuovere il dialogo su antirazzismo, integrazione e inclusione sociale. Il gruppo organizza eventi culturali come il Mediterraneo Antirazzista, diventato appuntamento annuale nel calendario del Comitato Spazio Pubblico di Scampia. Attualmente la BandaBaleno è una Murga vera e propria, un gruppo indipendente di artisti di strada formato prevalentemente da adolescenti e guidato da giovani del quartiere Scampia. La Murga è un espediente per aggregare e animare il quartiere, ma anche per varcarne i confini aprendosi al mondo.

 

 

 

15 ottobre, ore 21.00

LAB Drum Circle 2.0  di Stefano Inadiorio e Gianni Papa

Tam Tam 2.0 Laboratori di cittadinanza attiva

direzione artistica Gianni Papa; conduttori/facilitatori Stefano Costanza, Enzo Scorzeto, elettronica e software Rino Petrozziello, fonico Carmine Minichiello

Una ensemble di improvvisazione ritmica e musicale che integra due differenti pratiche per la creazione di ritmi e musiche quali i Drum Circle e le Conduction. Un Drum circle è un gruppo di persone che si riunisce in cerchio suonando percussioni e tamburi di vario genere. La Conduction è la pratica che utilizza un vocabolario di istruzioni (segni e gesti) per costruire in tempo reale arrangiamenti o composizioni musicali. In entrambi i casi si tratta di sessioni di gruppo nei quale un professionista facilitatore guida i partecipanti a creare insieme ritmi e armonie attraverso l’uso di tamburi, percussioni e altri strumenti, “facilitando” appunto l’esperienza musicale di tutti. Tam Tam 2.0 integra questi due approcci contaminandoli con tecniche di manipolazione e trattamento del suono in digitale attraverso l’utilizzo di computer e software appositi. L’ensemble, costituita da giovani migranti, persone con disabilità, musicisti professionisti e amatori, darà vita ad una particolarissima esibizione musicale, dove unicità, improvvisazione, espressività, culture e stili differenti si incontrano e si fondono in un tutt’uno ritmico e solidale che pulsa e comunica attraverso quel linguaggio universale che è la musica.

 

16 ottobre

Compagnia Scimone Sframeli

Amore

di Spiro Scimone, regia Francesco Sframeli

con Francesco Sframeli, Spiro Scimone Gianluca Cesale, Giulia Weber

scena Lino Fiorito, disegno luci Beatrice Ficalbi

regista assistente Roberto Bonaventura, foto Paolo Galletta, direttore tecnico Santo Pinizzotto

amministrazione Giovanni Scimone, realizzazione scena Nino Zuccaro

produzione Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne Toulouse

Premio Ubu 2016  “miglior novità italiana o progetto drammaturgico” . Premio Ubu 2016  “miglior allestimento scenico”. Candidatura Premio Ubu 2016  “miglior spettacolo”.

Nel repertorio, più che ventennale della Compagnia, Amore è l’ottava commedia di Spiro Scimone, la quarta con la regia di Francesco Sframeli.  In scena due coppie – il vecchietto e la vecchietta, il comandante e il pompiere – che si muovono tra le tombe di un simbolico cimitero rappresentando le tenere e insieme crudeli attività del quotidiano, a partire dai più semplici gesti familiari. La scena di Lino Fiorito è composta da due tombe, a due piazze. Il tempo è sospeso e, forse, stanno tutti prendendo parte all’ultimo giorno della loro vita. Entrambe le coppie si abbandonano al flusso delle memorie, creando un universo parallelo abitato da frammenti di vita in comune, rimpianti, giocose affettuosità, dimenticanze e amari sorrisi. Quattro vite al tramonto alla prova del tempo e dei ricordi, che non tornano più. E l’Amore è una condizione estrema e, forse, eterna. Con Amore, la compagnia Scimone Sframeli prosegue sul percorso drammaturgico ai bordi dell’umanità, all’interno di non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”. Un altro tassello della loro ricerca “verso l’essenza del teatro, non perdendo mai il legame fra gli attori, il testo e il pubblico”.

 

18 ottobre
Compagnia Teatrale Enzo Moscato/Casa del Contemporaneo
Toledo Suite
di e con Enzo Moscato

immagini sceniche Mimmo Paladino, composizioni originali, elaborazioni  musicali Pasquale Scialò
chitarra e mandola Claudio Romano; violino Paolo sasso
organizzazione Claudio Affinito

Enzo Moscato interpreta brani di Brecht, Duras, Viviani, Weill, Taranto, Gill e Reed, disegnando un viaggio musicale, messo a punto da Pasquale Scialò, che da Toledo colleziona tappe ed emozioni in giro per il mondo. Un itinerario colto, ma anche popolare. Un recital dalle suggestioni forti, impreziosito dalle immagini sceniche realizzate da Mimmo Paladino.  «Io non sono un cantante – spiega Enzo Moscato –. Non lo sono mai stato. Quello che in scena sembra canto è solo un’altra forma della mia scrittura. Nel mio canto scenico avviene come una migrazione dello strumento della scrittura da un organo corporeo all’altro».  Moscato prende le mosse dai «suoni genetici napoletani e nostrani» di Viviani, Taranto, Trovaioli, ma anche dai brani del repertorio classico come Scalinatella, Cerasella, Anema e Core, per poi farli incontrare/scontrare con autori quali Brecht, Eisler, Weill e Marguerite Duras. Il filo rosso dello spettacolo Toledo Suite è il legame esistente tra Toledo stesso – come quartiere –, la musica e le puttane. Tre elementi che, secondo Moscato, si fondono nel comune senso di perdita. Toledo, infatti, è «perduta e incatturabile alla Storia»; la musica «è essa stessa perdita e senso», mentre le puttane sono «private per sempre del senso di sé».

 

20 ottobre
Orchestra di Piazza Vittorio in concerto

Houcine Ataa (Tunisia – voce), Emanuele Bultrini (Italia – chitarre), Peppe D’Argenzio (Italia – sax baritono e soprano), Awalys Ernesto Lopez Maturell (Cuba – batteria),  Omar Lopez Valle (Cuba – tromba, flicorno),  Carlos Paz Duque (Ecuador – voce, flauti andini), Pino Pecorelli (Italia – contrabbasso, basso elettrico), Duilio Galioto  (Italia – pianoforte e tastiere), El Hadji Yeri Samb (Senegal – percussioni e voce), Raul “El Cuervo” Scebba (Argentina – percussioni), Kaw Dialy Mady Sissoko (Senegal – voce, kora), Ziad Trabelsi (Tunisia – oud, voce), Mario Tronco (Italia – direzione)

Produzione Orchestra di Piazza Vittorio

15 anni di attività e sperimentazione di linguaggi. Produzioni teatrali di successo come Il Flauto magico, Il giro del mondo in 80 minuti e Carmen; esibizioni sui palcoscenici più prestigiosi di Italia ed Europa.

Quando l’Orchestra di Piazza Vittorio lavora alla scrittura di una canzone, pensa naturalmente a come funzionerà sul palco. È sul palco che questo gruppo si è formato, è cresciuto ed ha costruito il proprio linguaggio. E il concerto è il risultato di un lavoro che dura da quindici anni ed è la fotografia del percorso musicale del gruppo sulla forma canzone. I musicisti dell’OPV sono autori ed interpreti di queste canzoni, che parlano di loro e che assomigliano a loro. L’Orchestra si basa su due aspetti fondamentali: il Viaggio e l’Incontro. Il viaggio dei musicisti dalla terra nativa verso Roma. L’incontro dei musicisti e dei loro repertori. Il viaggio dell’Orchestra per strade nuove, in tour in Italia e nel mondo. Nel corso di un viaggio i luoghi cambiano, ma anche i viaggiatori. Le performance live, negli anni hanno aiutato i musicisti a conoscersi e capire se stessi come artisti, definendo la musica dell’Orchestra e allargando il suo repertorio. Lo scrittore Jean Genet diceva di sentirsi vivo solo quando incontrava altre persone. È questa l’idea su cui si fonda l’Orchestra di Piazza Vittorio. Negli ultimi dieci anni ogni elemento ha cambiato il proprio modo di pensare alla musica lavorando insieme per lo stesso obiettivo. Ognuno di loro ha avuto la capacità di definire se stesso musicalmente attraverso la propria cultura e differenza artistica. Il nuovo repertorio è il risultato di questi anni passati a suonare insieme; le storie che verranno narrate saranno quelle che gli artisti si sono raccontate durante le interminabili ore di viaggio dei tour nazionali ed esteri. L’incontro tra il pubblico e l’Orchestra è sempre entusiasmante e contagioso, l’uno incoraggia l’altro per dare e ricevere il massimo.

 

21 ottobre, ore 17.00
Il Tappeto di Iqbal

Enfatastique
Testo e regia Giovanni Savino
artisti circensi Marco Riccio, Ciro Grimaldi, Antonio Bosso, Michelangelo Ravone
voce e chitarra Pietro Esposito
break dance Mario Di Matola, Marco Ravone
danza aerea tessuti Sara Lotta, Caterina Spezzaferri

Quando improvvisamente nella vita di un popolo si consuma la tragedia di una guerra si diventa immigrati senza saperlo. Enfatastique è la storia di un giovane clown costretto a lasciare la propria terra per arrivare in Europa: porterà con sé nella sua valigia gli strumenti della felicità fatti di colori e musica, di nasi rossi e fiori. Incontrerà altri emarginati che, come lui in strada, provano a sbarcare il lunario facendo i conti con ordini e regole tali da reprimere la bellezza: quella che, invece, potrebbe salvare il mondo. Durante il viaggio senza ritorno il clown farà amicizia col giovane Carlo, dotato al punto da tenere in equilibrio sul mento qualsiasi oggetto. A fare da contorno c’è il ricordo d’amore tra il giovane clown e la bella danzatrice, lasciata in terra natale, che appare nei momenti di sconforto sul palcoscenico della mente volteggiando oniricamente in aria.  Enfatastique è la difesa dell’infanzia, del diritto alla felicità, della bellezza, della semplicità; è il viaggio come metafora della vita, fatta di disavventura ma anche di meravigliose scoperte. Performance di parkour, tessuti aerei, teatro circo, clownerie, giocoleria, trampoleria, break dance, pantomima, musica e voce dal vivo saranno gli elementi di uno spettacolo che ha ancora la presunzione di credere nella bellezza dell’uomo. La cooperativa sociale onlus Il Tappeto di Iqbal opera a Napoli sul territorio della VI Municipalità ormai da anni, promuovendo attività per la riappropriazione degli spazi pubblici e l’educazione ad una cittadinanza attiva, contro la dispersione scolastica. La metodologia educativa fa dell’arte e del gioco canali preferenziali per lo sviluppo dell’apprendimento e di una sana formazione psico-fisica del minore; per veicolare valori positivi di solidarietà, che possano essere alternativi a quelli appresi “per strada” (violenza, predominanza del più forte ed ingiustizia).

 

 

22 ottobre
Ute Lemper in concerto
Last Tango in Berlin
(from Brecht in Berlin to the bars of Buenos Aires)

voce Ute Lemper; pianoforte Vana Gierig; bandoneon Victor Villena;  basso Romain Lecuyer
Produzione mdspettacoli

Secondo molti è la nuova Marlene Dietrich, oppure Edith Piaf: le sue doti interpretative incredibilmente versatili le permettono di impadronirsi della chanson francese come dello struggente tango. Proprio a quest’ultimo Ute Lemper dedica Last Tango in Berlin: un viaggio da Berlino a Buenos Aires, da Brecht a Piazzolla. Accompagnata da pianoforte e bandoneon, la Lemper presenta una straordinaria serata di tanghi da tutto il mondo in spagnolo, portoghese, francese, tedesco e inglese, cantando l’omaggio a questa danza, ai suoi racconti d’amore, di vita, di morte, di fatalità e passione. Canzoni il cui destino ci porta in un viaggio nei i vicoli segreti di Berlino, New York, Parigi e Buenos Aires. Soltanto la voce di Ute Lemper può permettere al pubblico di visitare scenari differenti, ma accomunati da energia e fascino. Un cabaret tedesco di inizio Novecento, le nebbiose notti di Parigi raccontate da Jacques Brel, ma anche i torridi e incontenibili amori argentini, o le sfarzose commedie musicali di New York.

Last Tango in Berlin ha già riscosso notevole successo in tutta Europa: Ute Lemper, cantante dalle rare potenzialità vocali, ma anche attrice seduttiva, ha al suo fianco “compagni di viaggio” fidati: Vana Gierig al pianoforte, Victor Villena al bandoneon, Romain Lecuyer al basso.

 

 

 

Info e contatti

 

Teatro Comunale Carlo Gesualdo

Piazza Castello, 83100 Avellino

Tutti gli spettacoli sono alle ore 21, laddove non diversamente specificato

 

INGRESSO GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

FINO A ESAURIMENTO POSTI

 

Per informazioni e prenotazioni:

tel. 0825 771620 biglietteria@teatrogesualdoavellino.it

 

web:

teatrogesualdoavellino.it

fondazionecampaniadeifestival.it/sipariaperti

 

 

 

 

 

 

LABORATORI APERTI

 

21 ottobre, ore 21.00
DENTRO LA TEMPESTA
Spettacolo finale del laboratorio L’Altro nello sguardo dell’Altro a cura di Associazione Teatrale Aisthesis
da La Tempesta di William Shakespeare
una produzione Coop En Kai Pan e Associazione Teatrale Aisthesis
regia Luca Gatta
elaborazione drammaturgica Stefania Bruno e Luca Gatta
con Luca Gatta, Marta Tabacco, Marco Rampello, Lamin M. Darboe, Anne Belobo, Mamadou Keita e Coulibaly Amidou
assistente alla regia Tiziana Sellato, ideazione costumi e scenografie Bianca Pacilio, realizzazione costumi Saliou Dioulde Diallo, disegno luci Maurizio Iannino, musiche Carmine Minichiello

Dentro La Tempesta è uno spettacolo nato dai laboratori della drammaturga Stefania Bruno e del regista, attore e formatore Luca Gatta nell’ambito del progetto d’integrazione L’altro nello sguardo dell’altro di Associazione Teatrale Aisthesis, che si è svolto da aprile a settembre. Si tratta di una riscrittura de La tempesta di Shakespeare, testo scelto per la sua grande densità tematica e per il forte legame con il territorio campano grazie alla celebre riscrittura di Eduardo De Filippo. La struttura drammaturgica è stata fortemente manipolata nel corso dei laboratori attraverso le esperienze e le scritture dei partecipanti.

La trama de La tempesta è nota: Prospero, duca di Milano esiliato su un’isola deserta e incantata dal perfido fratello Antonio, attira la corte di Napoli sulla stessa isola per poi scatenare una tempesta e vendicarsi di suo fratello. Sfruttando le continue aperture narrative della commedia, è nata, nella rielaborazione drammaturgica, una struttura ad anello in cui l’arco narrativo è condensato in un solo istante, che si moltiplica all’infinito attraverso lo specchio del teatro. Anche le lingue si moltiplicano e le storie dei personaggi si aprono per accogliere le narrazioni personali dei giovani attori.

Il lungo percorso laboratoriale dai primi esercizi di euritmica alla Commedia dell’Arte, attraverso lo studio e la ricerca sui canti e le danze popolari di origine italiana e africana, è stato integrato dalla masterclass La dimensione transculturale della maschera – Un possibile sincretismo tra Commedia dell’Arte e Danza degli Orixà. L’obiettivo degli insegnanti – Luca Gatta per la Commedia dell’Arte e Ana Auxiladora Estrela per le Danze degli Orixa – era offrire ai partecipanti la consapevolezza di muoversi tra culture che possono avere punti di contatto e irriducibili differenze, e che proprio in queste ultime può situarsi uno spazio per il confronto e la comunicazione. Nel corso delle prove, pertanto, ogni partecipante ha avuto la possibilità di scegliere in quale lingua esprimersi e come interpretare il ruolo assegnato.

 

 

 

 

23 ottobre, ore 20.00
Zigo Zago
Teatriamo ed accogliamo

Favorire la socializzazione, la capacità di relazione e valorizzazione delle diversità di ciascuno. Con questi obiettivi si è tenuto il laboratorio TEATRIAMO ED ACCOGLIAMO, su proposta dall’associazione Socio-Culturale “Zigo Zago”.

Un percorso formativo tale da rispecchiare la mission inclusiva della rassegna Sipari Aperti, avvalendosi di mezzi linguistici e paralinguistici, corporei, socio-culturali ed espressioni artistiche. Sono stati professionisti con esperienze nel campo teatrale e membri dell’associazione a guidare il laboratorio (articolato in dodici incontri della durata di due ore), utilizzando materiale e strumenti vari. Le tappe di questo viaggio culminano nella rappresentazione teatrale pubblica.

L’associazione Zigo Zago si è costituita nel 2012 a Sperone (AV), proprio dove nei mesi di settembre e ottobre si è svolto il laboratorio. Zigo Zago è nata come centro permanente di vita associativa a carattere volontario e democratico, la cui attività è espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo.

 

24 ottobre, ore 20.00
Cooperativa Proteatro – Laboratorio Periferite
Spettacolo finale Memoria Migrante
scritto e diretto da Francesco Scotto

Periferite è la narrazione di un disagio, la descrizione di un malessere. Uno stato d’animo che pervade soprattutto chi vive in periferia. Quest’ultima intesa non solo come concetto urbanistico, ma anche, in special modo, come concetto culturale. Il teatro è l’antidoto che la cooperativa PROTEATRO propone per migliorare la qualità della vita dei soggetti coinvolti e per favorire l’integrazione fra diversità.

Periferite è un progetto presentato sotto forma di laboratorio (iniziato a fine settembre e durato fino alla messa in scena dello spettacolo), da un’idea di PROTEATRO, che ne è stata anche realizzatrice. Finalizzato alla realizzazione di uno spettacolo, si è trattato di un percorso multiforme e poliedrico, teso all’inclusione e all’integrazione sociale; per favorire l’incontro fra persone appartenenti a diverse classi sociali.

Durante il laboratorio si è lavorato su Memoria Migrante, di Francesco Scotto (direttore artistico della Cooperativa Proteatro, nonché presidente): un testo che si propone di scoprire a cosa sia paragonabile la tragedia dei Migranti che ogni giorno vede migliaia di persone cercare di fuggire dal proprio Paese, ma soprattutto chi sia il Migrante.

Le metodologie di lavoro usate e le pratiche di messa in scena si sono ispirate ai maestri occidentali di teatro di fine ‘800 e del ‘900 quali Stanislavski, Grotowski, Barba, Peter Brook.

 

 

 

 

 

 

25 ottobre, ore 20.00
Spettacolo Laboratorio Clan H

Nessuno Escluso – Sine Exceptione

Un percorso formativo che, come dice il nome, ha l’obiettivo di abbattere le barriere; di sconfiggere qualunque forma di emarginazione attraverso la crescita culturale e la passione contagiosa per il palcoscenico. Il progetto NESSUNO ESCLUSO – SINE EXCEPTIONE: TEATROAZIONE, di Clan H, è stato concepito per potenziare forme d’integrazione e di inclusione, per promuovere attività volte a ridurre l’isolamento. Un’offerta preziosa, sia da un punto di vista sociale che artistico, rivolta a giovani drop out, residenti in zone periferiche, anziani iscritti e non ad associazioni di riferimento, diversamente abili.

Il laboratorio di teatro-terapia si è posto come naturale coronamento l’ideAZIONE performativa finale. Il progetto ha espresso la volontà di promuovere una cultura delle diversità tale da coinvolgere tutta la cittadinanza. Esercitazioni e incontri basati su strategie di prevenzione, formazione e intervento, potenziando realtà e forme di aggregazione già esistentiIl fine è favorire una cultura di superamento dei pregiudizi e dell’esclusione, grazie all’ampliamento dei linguaggi, allo scambio e alla partecipazione di tutti i cittadini. Clan H ha inteso suggerire un percorso nuovo di sensibilizzazione, agevolando una più proficua riflessione sulle esclusioni di talune fasce d’età e delle periferie; facendo coesistere, attraverso la pratica teatrale, più realtà eterogenee. Il laboratorio ha stimolato atteggiamenti di apertura e disponibilità, a prescindere da limiti fisici, sociali, culturali e anagrafici.

 


26 ottobre ore 20.00

Spettacolo Laboratorio Gluck Teatro

Diquadanoy
Il Teatro di Gluck è un’associazione nata nel 1991 che, tra i suoi campi prioritari di iniziativa, si dedica ai ragazzi e all’attività pedagogica teatrale. Numerosi i laboratori, sia di recitazione che di scenografia, organizzati presso scuole, enti e spazi associativi. In particolare, per la rassegna Sipari Aperti, Gluck ha proposto come ambito di studio e ricerca il teatro integrato, diretto cioè a favorire l’inclusione attraverso processi di scambio su diversa scala, creando una rete (Teatro/Accoglienza/Comunità) di partenza che sia l’obiettivo principale della integrazione a diversi livelli.

Il laboratorio, condotto da Elena Spiniello (attrice/educatrice) e Maurizio Picariello (regista/arte terapista), pur avendo un obiettivo specifico nella relazione d’aiuto, ha ridefinito il contesto stesso di intervento, facendolo diventare il luogo comune, di scambio, di appartenenza e condivisione di esperienze. Un posto dove persone di varia provenienza e condizione hanno potuto incontrarsi e sperimentare emozioni, creare e dare nuovi significati. Ad ispirare il laboratorio il tema del viaggio: lo sfondo su cui si affacciano racconti, suggestioni, testimonianze reali e immaginarie, prese dalla letteratura o dalla propria biografia. Nella mia valigia cosa porto/lascio? Questa la domanda rivolta ai partecipanti.

Il laboratorio si è rivolto ad adolescenti di età compresa tra i 15 e i 20 anni (ragazzi a rischio, migranti, categorie svantaggiate, B.E.S…).

27 ottobre ore 20.00
Mister Punch
Tracce
laboratorio teatrale destinato ai migranti

Tracce è un laboratorio teatrale destinato a tutte le persone venute da lontano che hanno voglia di raccontare e raccontarsi. Un percorso che ha voluto esplorare le tecniche di espressione verbale e non, con le infinite possibilità che ne conseguono. Giochi teatrali, training fisico e vocale, esercizio all’ascolto e alla creatività. Le attività laboratoriali si sono volte a stimolare l’indagine interiore e la coscienza della propria identità, ma anche ad incentivare la socializzazione, la capacità di relazione dei singoli e del gruppo. Nella convinzione ferma che la diversità debba essere valorizzata come fonte di originalità.

Ci si è avvalsi di giochi teatrali o para-teatrali ispirati alle tecniche classiche o al teatro di ricerca, in particolare al metodo dell’improvvisazione teatrale, che consiste nella richiesta di un racconto immediato con il corpo, lo sguardo ed eventualmente la voce. Con il materiale scenico ricavato negli incontri di laboratorio si è dato vita a una performance conclusiva e corale a più voci; una testimonianza pubblica di micro-frammenti di storie, tracce che si intrecciano in una produzione collettiva originale e artistica.

 

29 ottobre, ore 20.00
Vernicefresca Teatro
Esci allo scoperto

Vernicefresca Teatro nasce come scuola di arti dello spettacolo dal vivo, rivolta principalmente a giovani e ragazzi: per questo concentra la propria attenzione sul mondo della scuola e dell’adolescenza, sui delicati passaggi di tempo e sulle difficoltà di vivere le emozioni. Il laboratorio e la performance finale Esci allo scoperto (pensati per gli iscritti agli istituti secondari di primo grado) sono stati concepiti osservando negli ultimi cinque anni i cambiamenti subiti dai ragazzi: sempre più fragili, con ideali confusi, spesso insicuri, poco propensi a parlare e riconoscere i propri desideri, talenti e aspirazioni.

Sempre più convinta della necessità di dare fiducia e ascolto agli adolescenti, l’associazione Vernicefresca Teatro ha voluto mettere in relazione cuori e copri attraverso il gioco del teatro, con le sue dinamiche e le sue regole. Il palcoscenico è il luogo ideale per permettere ad ogni ragazzo o ragazza di conoscersi e riconoscersi, come individuo e come parte fondamentale di un gruppo, senza traumi; di trovare la fiducia in se stessi e nell’altro, di vincere le paure divertendosi, accettando limiti e difficoltà.

 

30 ottobre, ore 20.00
Arteteca
Dimmi che ti ascolto
Commedia in un tempo scritta dagli allievi del laboratorio omonimo

Un percorso per stimolare i ragazzi alla voglia di raccontarsi. Il progetto che Arteteca ha presentato per la rassegna “Sipari Aperti: Festival degli altri mondi” si è articolato in tre lezioni settimanali, prevedendo una fase tecnica e di analisi del teatro nelle sue forme espressive. Sulla base delle improvvisazioni da parte dei partecipanti si è creato il testo per la rappresentazione finale. Grazie alla collaborazione di addetti ai lavori – il cast completo tra attori e maestranza ha incluso quindici persone – si è voluto offrire ai ragazzi strumenti che indagassero il vissuto e il contemporaneo. Nello stesso tempo, si è dato spazio anche alla storia del teatro, per assicurare alla platea una formazione classica. Lo spettacolo è la messa in scena di ciò che i ragazzi stessi hanno offerto nel senso drammaturgico al percorso laboratoriale; una sorta di «Saranno Famosi Realistico» (lo definisce la presidente di Arteteca Daniela Iannaccone), in cui il teatro diventa metafora della vita.   L’associazione Arteteca, con i ragazzi coinvolti nel laboratorio, si è occupata anche dell’allestimento scenico, delle musiche e dei costumi.

 

31 ottobre, ore 19.00
Teatro 99 Posti
L’uomo disabitato e i deserti interiori                                                                                                     

RitmoParolaSentimento è il titolo del laboratorio teatrale e di teatro danza organizzato da Teatro 99. Si è cercato, durante questo percorso, di liberare le potenzialità espressive e sviluppare la creatività personale degli allievi. Prima ancora che sulle tecniche della recitazione e della danza, ci si è focalizzati su tre aspetti attinenti la persona: il Corpo (compresa la voce), la Percezione (e la memoria personale), il Sentimento. Sono state svolte attività di indagine su ritmi/toni/gesti/posture/contesti/energie che condizionano la nostra comunicazione, per individuare le debolezze emotive più comuni e imparare a gestirle.  Attraverso giochi ed esercitazioni, i partecipanti hanno appreso le tecniche di base nell’ambito di discipline come la respirazione, l’uso della Voce, la dizione e la corretta pronuncia, l’analisi del comportamento, le azioni quotidiane ed extraordinarie, il linguaggio del Corpo, la danza contemporanea. In sintesi, lo studio è stato finalizzato all’interpretazione degli “altri da sé”, partendo inevitabilmente dall’analisi di se stessi, da ciò che siamo, da come appariamo, da quello che vorremmo essere.  È su queste basi che si è andata costruendo una performance finale di Teatro Danza che ha come titolo L’uomo disabitato e i deserti interiori.

 

31 ottobre, ore 21.00

Limina Teatro

Limen
Scritto e diretto da Clif Imperato, Limen è il titolo dello spettacolo a coronamento dell’omonima esperienza laboratoriale proposta dall’associazione LIMINA Teatro a.p.s.. Un percorso guidato da Clif Imperato (attore, performer, conduttore di laboratori teatrali ed Art Theatre Counsellor) in cui tutto è concesso e le diversità rappresentano il punto di partenza per una vera crescita; dove, grazie al teatro, regole e forme del vivere quotidiano e del vissuto si destrutturano, dando vita ad infinite nuove realtà. Un itinerario esperienziale che punta ad annullare qualsiasi tipo di limite o barriera, per entrare in vero contatto con se stessi e con gli altri.  Le persone disabili e non, con o senza esperienza teatrale, sono state destinatarie della proposta, che ha coinvolto C.h.i.r.s. Onlus e altre associazioni per persone disabili attive sul territorio. Obiettivo degli organizzatori: favorire l’inclusione dei soggetti con handicap, abbattendo barriere e pregiudizi sociali. In tal senso le prove ed esercitazioni si sono direzionate verso una migliore conoscenza di se stessi, gestione delle emozioni e delle relazioni all’interno e all’esterno del gruppo laboratoriale; un progresso psicofisico e psicomotorio.

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