Le politiche sociali e la loro governance al centro della presentazione del libro di Carmine De Blasio. Foto
Pubblicato in data: 21/12/2019 alle ore:18:27 • Categoria: Cultura, Sociale •«Questo libro vuole essere un momento per riflettere su un lavoro che si sta portando avanti da qualche anno e in modo più intenso e che ha origine proprio da qui, in Irpinia, dove più di dieci anni fa si decise di investire in maniera seria nell’organizzazione dei servizi sociali sul territorio trasformando quelle che erano le organizzazione degli ambiti sociali in Consorzi dei servizi sociali».
Carmine De Blasio, direttore del Consorzio A5, ha presentato così il suo libro dal titolo “La Governance degli ambienti sociali in Campania: perché è il momento di cambiare”. Un racconto di ciò che è accaduto in Campania dall’introduzione della Legge 328 del 2000 fino ai nostri giorni. L’importanza oggi, alla luce anche degli investimenti significativi nelle politiche per la prima infanzia e soprattutto nelle azioni di contrasto alla povertà, prima con il ReI e poi con il Reddito di Cittadinanza di trasformare gli assetti territoriali in forme più operative, funzionali e capaci di gestire le risorse finanziarie assegnate.
L’incontro, che si è tenuto ieri sera nella Sala Consiliare del Comune di Atripalda, è stato concluso dall’intervento dell’Assessore regionale alle Politiche Sociali Lucia Fortini che ha sottolineato come: “ho girato gli ambiti territoriali della Campania ma qui è un punto di eccellenza”. Tra gli interventi quello del presidente del Consorzio A5 Nancy Palladino, di Rossella Trapanese docente di politiche sociali all’Università di Salerno, Salvatore Gargiulo docente di legislazione sociale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Gianfranco Valiante presidente del Cda dell’Azienda speciale Valle Irno S6 e Alessia Accettola presidente del Cda dell’azienda speciale B02.
«Negli ultimi anni questa scelta è risultata la migliore e quella più adeguata a gestire le nuove sfide della capacità di gestione finanziaria, economica e amministrativa che gli ambiti debbono dimostrare. Per cui con questo contributo, ho ripercorso quello che è accaduto negli ultimi anni, spiegando le ragioni perché gli Ambiti debbano darsi un assetto più stabile e funzionale per dare risposte più certe ai nostri cittadini» ha concluso l’autore.
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