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Inquinamento atmosferico ad Atripalda, l’attacco dell’ex consigliere Luigi Capiuto: “non vedo, non sento e non parlo”

Pubblicato in data: 12/11/2020 alle ore:22:25 • Categoria: Attualità, Politica, Prc

Inquinamento atmosferico, non c’ è solo Avellino.  In riva al Sabato ( anch’ esso superinquinato,  com’  è  noto), eravamo rimasti all’ accordo sottoscritto tra il Comune capoluogo e quelli dell’hinterland, nel febbraio di quest’anno,  che riprendeva il cosiddetto “protocollo Priolo” ( dal nome commissario straordinario al Comune di Avellino) e prevedeva una stretta contro le emissioni degli impianti di riscaldamento e i roghi vegetali, confermando nel contempo il criterio dell’automatismo fra superamento dei limiti massimi di polveri sottili ed adozione di misure di contenimento della circolazione automobilistica. Una forma di concertazione tra enti,  che presentava però  un limite costitutivo: demandare  integralmente la verifica sulle emissioni  al Comune capoluogo e subordinare eventuali provvedimenti ai dati in esso  riscontrati. Dopodiché il nulla,  quasi che una nuvola di smog – volendo fare una facile battuta- avesse avvolto progetti e buone intenzioni. Un nulla interrotto soltanto da ricorrenti voci di revisione del protocollo stesso,   dalle periodiche sortite  del sindaco di Avellino, ostile a ogni misura restrittiva nei confronti del traffico veicolare,  nonché  da alcune schermaglie fra addetti ai lavori, corredate dal solito rimbalzo di responsabilità. È a questo punto che entra in scena il nostro protagonista,  il sindaco di Atripalda G. Spagnuolo,  il quale, dismettendo per un attimo il suo tradizionale aplomb, , a settembre si è inalberato respingendo con sdegno,  e rispedendo  al mittente, le accuse di inadeguatezza nei controlli lanciate,  nei confronti dei Comuni vicini,  dall’assessore avellinese all’ Ambiente, Negrone.  A questo punto, un sindaco preoccupato non solo della forma ma anche della sostanza,  che cosa avrebbe fatto?  Avrebbe provveduto autonomamente, con buona pace dei protocolli,  a far installare o riattivare,   laddove già  esistenti,  le centraline,  al fine di poter disporre dei dati e poi assumere le  determinazioni conseguenti. SPAGNUOLO invece no. Dopo aver replicato ai colleghi avellinesi, si è chiuso in un ostinato mutismo (un mutismo selettivo, a dire il vero, in quanto   limitato agli argomenti  imbarazzanti), lasciando che la corrente continuasse a scorrere nella più assoluta indolenza. E comportandosi quindi come coloro che, ai primi sintomi di febbre,  gettano  il termometro e dicono di stare bene. Nel nostro caso l’ultima misurazione  dello smog risale addirittura all’inizio del 2018, allorquando la centralina dell’ ARPAC installata sul tetto della scuola media di via Manfredi fece  registrare  ben 7 superamenti in circa due mesi.  I successivi protocolli intercomunali, inattuati anche perché  macchinosi, sono serviti nei fatti a bloccare anche quel poco che c’ era prima.  Con somma soddisfazione di chi, con l’eliminazione dei controlli, elude ( o pensa di poter eludere) anche i rischi connessi ai mancati interventi imposti dalla normativa di settore,  come ben sa l’ ex sindaco del  capoluogo, Foti , condannato nel luglio di quest’ anno a 4 mesi in primo grado per omissione di atti d’ufficio (mentre il suo predecessore,  Galasso, ha usufruito della prescrizione) in relazione alla mancata adozione di provvedimenti di limitazione del traffico veicolare a fronte del superamento del numero massimo dei cosiddetti sforamenti.  Ebbene,  Festa,  Spagnuolo e soci stanno ripercorrendo la stessa strada di Foti e Galasso: (far finta di) affrontare l’ inquinamento con ordinanze- grida manzoniane (tra l’ altro,  da quel che è  dato sapere,  regolarmente disattese) sugli abbruciamenti agricoli e  sulle caldaie domestiche.  Continuare a voler affrontare il problema dell’ inquinamento atmosferico prescindendo dalla  circolazione automobilistica,  nonostante i dati estremamente gravi che arrivano dal capoluogo (gli unici al momento disponibili)  configura un atteggiamento  velleitario se non irresponsabile.

Perciò  bene hanno fatto i giovani dell’ associazione “Idea Atripalda” a  chiedere all’ amministrazione l’immediata installazione dei dispositivi di controllo delle emissioni inquinanti.  Sperando,  anzi, esigendo, che la loro voce,  la nostra, e quella di quanti hanno a cuore la vivibilità  delle nostre città,   tanto più  in un momento critico come questo,  trovino finalmente ascolto.

 

Luigi Caputo – Partito della Rifondazione Comunista Atripalda

Comitato  Politico  Provinciale PRC Federazione Avellino

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