luned� 25 novembre 2024
Flash news:   Puc, l’ex sindaco Geppino Spagnuolo critica lo strumento urbanistico: “Si vuole cementificare la città con la scusa della perequazione” Il mare d’autunno nei versi di Maurizio De Vinco Alla Camera dei Deputati presentato “Il terzo paradigma” scritto dal professore Sergio Barile e Sabino Morano Detenzione e Spaccio di stupefacenti: i Carabinieri di Atripalda arrestano un 46enne Cgil Avellino con Laika e Lupus in Fabula in piazzetta degli Artisti per ricordare il 23 novembre Frode finanziaria a un commerciante atripaldese: sottratti 115mila euro Il Consorzio dei Servizi sociali A5 incassa un finanziamento da 200 mila euro per politiche verso le famiglie “CSI. È stato un tempo il mondo”: il libro di Zoppo allo Spazio Laika L’Avellino Basket supera l’ostica Nardò La Scandone Avellino espugna Monopoli

Lettera di Natale alla Città del sindaco Giuseppe Spagnuolo: “La nostra Atripalda, nei suoi alti e bassi, ha dimostrato di essere una comunità coesa e resiliente”

Pubblicato in data: 24/12/2020 alle ore:10:57 • Categoria: Attualità, Comune
Cari Atripaldesi, 
ogni anno, dacché ne abbiamo memoria, in questi giorni replicavamo i soliti gesti preparatori del Natale, esattamente come erano impressi nelle nostre tradizioni, accompagnati da quella frenesia che solo questa festa può generare e nelle nostre menti, affaccendate, viaggiavano veloci i pensieri sul da farsi.  
La nostra città era in fermento e ogni angolo era in festa. Ogni anno, tutti gli anni, avevamo le “nostre solite feste”. 
“Il solito” era parte integrante delle nostre aspettative. Immaginare come tutto doveva essere era scontato, pacifico. Abbiamo sempre saputo cosa aspettarci. Era tutto inglobato nelle nostre certezze, senza capirne il privilegio. 
Oggi dopo l’anno che abbiamo passato, che ha messo a dura prova tutti noi, pensare alle prossime festività, invece, ci sembra difficile, e difatti lo è.
C’è chi aveva immaginato di imbandire la propria tavola per tutti i suoi cari e ora sa che non può farlo e ne è deluso.  
Chi cerca un modo per raccontare ai più piccoli quello che sta succedendo provando a dare un sapore più dolce all’amaro che quest’anno c’ha lasciato.  
Chi e’ stato messo a dura prova dalla pandemia, o chi avrebbe avuto seduto alla propria tavola un parente che ne e’ stato vittima o comunque un familiare che resta lontano o da proteggere e che oggi non ha che una sedia vuota,  
sedie alle quali ci sembra impossibile far sedere qualcun altro, chiunque altro. 
Non sono posti vacanti.  
Sono luoghi di affetto e di ricordo. 
Resteranno tali per sempre, mentre si prova ad immaginare comunque come trascorrere le prossime festività. 
Il Natale, ormai imminente, quest’anno non è da considerarsi sommesso o mesto ma piuttosto  sobrio, più lento e più raccolto. 
Questo, però, non deve necessariamente essere visto come un limite. 
Può essere considerata un’occasione. 
L’occasione di rendere uniche le nostre mense, non perché arriverà “qualcuno”, parenti e conoscenti più o meno prossimi che siano, ma per quelle persone che con noi condividono il quotidiano e, troppo spesso, hanno di noi null’altro che pochi attimi fuggevoli. 
L’occasione di raccontare quello che per noi rappresentano questi giorni a chi c’è accanto, con la lucida visione che, purtroppo, solo la malinconia a volte ha.  
Sapendo che accadrà di nuovo, che avremo di nuovo la possibilità di vivere diversamente quei momenti, che a volte erano null’altro che un ripetersi frenetico di azioni, per tradizione o necessità. 
L’occasione di non vederci sfuggire queste feste tra le dita, come spesso accadeva: vittime di una frenesia irriflessa e incontrollata. 
Quest’anno no. 
Quest’anno sarà Natale dentro ognuno di noi, più di quanto non lo sarà all’esterno. 
Questo Natale ci prepara, forse, più di quanto non abbia fatto in passato, ad essere donne e uomini maggiormente coscienti che tutto e’ un dono anche quello che reputiamo scontato. 
Con questa ferma convinzione voglio augurare a ciascuno di voi di vivere le prossime festività con serenità. 
La nostra Atripalda, nei suoi alti e bassi, ha dimostrato di essere una comunità coesa e resiliente. 
Allora anche se saranno di meno i commensali, sappiamo che nessuno di noi è solo. 
E questo credo sia di per sé un dono immenso. 
Santa Teresa di Calcutta diceva che “chi nel cammino della vita ha acceso almeno una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano”. Per questo non voglio perdere l’occasione di ringraziare  tutti i cittadini che, in ogni modo e con ogni mezzo, si sono spesi per aiutare gli altri. 
Auguro, dunque, di vivere a pieno questo tempo e di farne tesoro e memoria per il futuro, quando il “solito” sarà di nuovo una pacifica certezza. 

Un affettuoso augurio ad ognuno di voi e che presto possiate ritornare alla tanto auspicata normalità.

Il vostro sindaco
Giuseppe Spagnuolo
Print Friendly, PDF & Email
Ti È piaciuto questo articolo? Votalo adesso!


Non saranno pubblicati commenti offensivi, diffamanti o lesivi della dignità umana e professionale di amministratori, politici o semplici cittadini. La redazione di AtripaldaNews si riserva la possibilità di pubblicare solo parte del contenuto, procedendo a tagliare le frasi offensive. Invitiamo i nostri lettori, nel rispetto delle regole di una società civile, a firmare con nome e cognome i propri commenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *