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Buoni spesa, sul flop domande accolte l’ex sindaco Paolo Spagnuolo attacca: «Altra occasione persa, chiediamo subito un nuovo bando»

Pubblicato in data: 28/12/2020 alle ore:09:51 • Categoria: Attualità

«Chiediamo di fare immediatamente un nuovo bando ammettendo tutti coloro che sono stati esclusi perché avevano ricevuto altri sostegni pubblici. Chiediamo di riaprire a tutti come un sostegno alla povertà perché bisogna considerare che anche chi non aveva un reddito ha potuto subire esiti negativi dalla pandemia». Non si spengono ad Atripalda le polemiche sui Voucher comunali dove solo 45 sono stati ammessi su 166 richiedenti. Non lesina critiche l’ex sindaco Paolo Spagnuolo che commenta come si tratta di: «un’altra occasione mancata da quest’amministrazione per ristabilire un rapporto di fiducia e collaborazione con la comunità atripaldese». Tre le problematiche che solleva l’ex primo cittadino: il ritardo nella distribuzione dei Buoni Spesa, la complessità della modalità di invio della domanda e infine la confusione generata che ha spinto molti a desistere. «Secondo l’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, la n. 658 del 29 marzo 2020, avrebbero dovuto soddisfare le necessità più urgenti, come ribadito dal Decreto legge 23 novembre 2020, n. 154 (che ha “consegnato” al Comune di Atripalda la considerevole cifra di oltre 86.000,00 euro) intitolato, non a caso, “Misure urgenti di solidarietà alimentare” – tiene a chiarire l’avvocato Paolo Spagnuolo -. Lo scopo del Governo centrale era quello di garantire, tramite i Comuni, la disponibilità dei Buoni Spesa entro il 25 dicembre: ovviamente l’amministrazione comunale di Atripalda non ha avuto la giusta sensibilità per venire incontro al bisogno dei suoi concittadini». Critiche anche sulla scelta fatta dalla Giunta di far inoltrare le domande solo online: «Le complesse modalità di invio della domanda hanno fatto desistere molti cittadini atripaldesi dall’invio dell’istanza. Lo scopo del Governo centrale, tenuto conto dell’importante somma messa a disposizione, era chiaro: raggiungere, con il contributo, la più ampia platea possibile di concittadini. Ed invece? – si chiede l’ex sindaco -. La domanda avrebbe dovuto essere inviata esclusivamente su una piattaforma telematica. Chi non disponeva di un pc e di una connessione internet o, pur disponendone, non aveva dimestichezza con l’informatica, non ha potuto partecipare. I ben informati dicono che il Comune ha scelto la piattaforma telematica per risparmiare tempo nella fase di valutazione delle domande; i nostri amministratori non si sono preoccupati, per l’ennesima volta, delle difficoltà che i potenziali beneficiari avrebbero incontrato per inviare la domanda». Infine sulla confusione generata conclude: «Con la delibera di giunta comunale numero 150 del 14-12-2020, sindaco e assessori hanno creato un po’ di confusione circa i requisiti di ammissione, per cui tante persone, nel dubbio, non hanno partecipato. Per l’accesso ai predetti Buoni Spesa si chiedeva, tra l’altro: di non aver percepito da parte dell’intero nucleo familiare interessato, per il mese di novembre 2020, Naspi, indennità di mobilità, cassaintegrazione guadagni, ammortizzatori sociali e/o altre forme di sostegno pubblico, superiori alla soglia di reddito mensile pari ad 600 euro; di non essere beneficiario della misura reddito e/o pensione di cittadinanza superiore a 300 euro mensili; non essere beneficiario della misura reddito di emergenza nel 2020. In realtà l’art. 2 comma 6  dell’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 658 del 29 marzo 2020 si limitava ad attribuire la priorità ai nuclei familiari non già assegnatari di sostegno pubblico, ma non ad escludere quelli che ne avessero beneficiato, come invece fa il Comune che, poi, in maniera contraddittoria, nella stessa delibera prevede che potranno presentare istanza anche i beneficiari delle precedenti misure di sostegno alimentare che si trovino in possesso dei requisiti previsti dalla presente misura».

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