Nel Parco Archeologico di Abellinum stasera in scena “…mi chiamano Mimì”
Pubblicato in data: 11/9/2021 alle ore:09:58 • Categoria: Attualità, Cultura •Nel Parco Archeologico dell’antica Abellinum, l’Amministrazione Comunale di Atripalda in collaborazione con la Soprintendenza Beni A.A.A.S. di Salerno e Avellino e la Pro Loco, con prenotazione obbligatoria e ingresso gratuito, presenta “…mi chiamano Mimì” – per cantare libera la libertà di un libero canto –che vede come regista e protagonista, l’attrice poliedrica campana Sarah Falanga insieme all’Accademia Magna Graecia.
Ad illustrare l’appuntamento l’assessore alla Cultura Stefania Urciuoli:
MI CHIAMANO MIMI’– È una celebrazione in prosa e musica al mito di Mia Martini, letta attraverso il ricordo di un uomo che l’ha amata e l’amerà per sempre.
L’intento dell’opera é anche quello di drammatizzare una personalità moderna che è andata via troppo presto, pur avendo ancora tanto da raccontare.
Mi corre l’obbligo ma anche il piacere di ringraziare coloro che hanno reso l’evento possibile e in particolar modo: la Soprintendente arch. Francesca Casule, la Responsabile Area Archeologica d.ssa Silvia Pacifico, la Responsabile Ufficio Promozioni d.ssa Rosa Maria Vitola e il Presidente della Pro Loco Lello Labate e la Protezione Civile.
Nello spettacolo portato in scena da Sarah Falanga e dal suo gruppo di musicisti ed attori, Mimì è più viva che mai, perché è lei stessa a raccontarsi, con quel suo tono di donna dal forte temperamento, che supera con ironia le difficoltà dei momenti difficili legati alla sua carriera e alla sua vita.
Mia Martini, Mimì, artista maledetta che desiderava la normalità, una delle più grandi interpreti della musica italiana di ogni tempo, essenza pregna di contenuti umani ed universali, è raccontata in uno spettacolo sottile ed elegante, che ripercorre la storia di ogni donna.
La sintesi di una storia, in parte conosciuta dal grande pubblico ed in parte estremamente privata e segreta, sentimentale e contrastata, sfocia in un poeticissimo racconto accompagnato dall’interpretazione profondissima di ogni canzone che ha conclamato l’immortalità di Mimì.
Introspettiva è la scelta di fondere la figura di Mia Martini con quelle del mito classico, consacrandola come NEREIDE (figlia ed amante di Poseidone), nonché accostandola alla romanza pucciniana ”Mi chiamano Mimì”, che presta anche il titolo allo spettacolo.
La scena si apre con la terribile notizia del decesso di Mia Martini, in quella mattina del 12 maggio 1995. Tutto “il maschile” legato alla vita di Mimì è in scena incarnato in un unico uomo che rappresenta il dolore universale della sua irrimediabile perdita. E’ LUI, dilaniato dal dolore e dall’ubriachezza della perdita, riconoscere il valore della presenza di Mia. Ormai non v’è più tempo, non c’è un modo per dire tutto quello che è rimasto inespresso, per riparare al dolore arrecato, per risorgere dall’inconsapevolezza …La pazzia nutre l’animo di un uomo che cercherà MIMI’ fino al paradosso. Interessante è il gioco scenico di alternanze tra onirico e reale, tra il ricordo ed il surreale, sfociando talvolta anche nei toni leggeri dell’amara commedia.
Ecco invece l’intervento della delegata agli Eventi Antonella Gambale:
Durante gli ultimi mesi abbiamo assistito a una ripresa graduale delle attività economiche e di alcune forme di aggregazione che si erano dovute bloccare per non creare situazioni a rischio di contagio. Malgrado le incertezze iniziali, i dubbi e la preoccupazione riguardo la possibilità di riprendere qualsiasi attività che richiedesse una presenza fisica, anche il settore eventi pian piano sta ripartendo con le sue attività. Abbiamo pensato di ripartire da uno spettacolo in ricordo di una donna straordinaria, che è risorta dalle sue stesse ceneri per essere universale, indiscussa in ogni momento ed ogni tempo, l’immensa Mia Martini! Vittima di vergognosi pregiudizi e maldicenze, Mia Martini, è stata, ed è ancora oggi, l’esempio di come la cattiveria possa rovinare la vita delle persone.
Siamo lieti di ospitare, nella suggestiva location del parco Archeologico dell’ Antica Abellinum, lo spettacolo in prosa e musica “ Mi chiamo Mimi’ “, testo e regia di Sarah Falanga.
Il periodo pandemico ancora non ci permette di poter far rivivere al nostro paese la gioia e la magia che Giullarte nelle ultime due edizioni ci ha regalato. Mio malgrado, bisogna posticipare il festival , perché non è assolutamente mia intenzione snaturarlo e tantomeno mettere a rischio l’inizio dell’anno scolastico in quanto Giullarte è un forte attrattore di pubblico! La salute, a mio avviso, viene prima di tutto e tutti!.
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