25 Aprile, Il “Murale della Pace” di Avellino nei versi di Gabriele De Masi
Pubblicato in data: 25/4/2022 alle ore:08:52 • Categoria: Attualità •
Muro di pace
Marciano dall’alba del mondo
gli eserciti al seguito d’insegne,
labari, stendardi, bandiere
da più spaiati colori. Profili
di soldati dietro a una baionetta
innestata di fucile, sull’attenti,
all’altezza del viso fisso più in là,
non vede la sorte che ringhia
nei cimiteri dirupati all’urlo
del lupo che marca il terreno
di filo spinato, cavalli di Frisia,
botole, linee di binario fino
al capolinea di morte, quando
versa il convoglio di carri carne
stanca al terminal ferroviario
della stazione di sterminio.
Calcano gli eserciti lontani confini,
sabbie di deserti, lastre fredde
di neve, battono la terra,
tartassa la mitraglia, soffoca
disperato il cuore, lamenta
da un muro di rovina diroccato
di bomba, implorando latte
di madre, il bimbo, a mani
tese contro il cielo né cessa
sfrenato il singhiozzo di pianto
all’eco di tonfo e Francesco, santo,
calza la vesta lisa di sacco,
nudi i piedi, gonfi di freddo
nell’inferno di speranza, insegue
volo di colomba, cerca Volto Santo
tra rocce aguzze, fascine di spine
che scambia al mercato
per un tozzo di pane d’avanzo,
nessuno le compra né s’avvicina,
nel fondale d’altare alla Ferrovia
d’Avellino, con tiranni, plebei,
peccatori e santi tutti pellegrini
all’incontro d’Eucarestia,
fermi nell’attesa che arrivi
Gabriele De Masi
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