Bando Acm e regolamento sulle lampade votive, il segretario del Pd Atripalda accusa il sindaco Spagnuolo di “cadornismo politico”
Pubblicato in data: 11/10/2024 alle ore:09:16 • Categoria: Partito Democratico, Politica •Il segnale veramente distintivo di questa destra, così diversa da quella classica e liberale, è la leva permanente del risentimento. La destra di Meloni, perciò patriottica e mai antifascista, resta (volontariamente) bloccata su un passato – quello dell’esclusione – che non passa, sorretto dal rancore nell’attesa di una rivincita anche adesso che ha vinto. Una filosofa della politica mi ha citato Gramsci e la sua definizione di cadornismo politico: per la destra italiana “una cosa è giusta solo perché decisa da chi comanda e se non viene attuata la colpa è di chi si oppone”.
Il primo editoriale di Mario Orfeo, nuovo direttore di Repubblica, ha lanciato il dibattito sul “cadornismo politico” e per quanto mi riguarda, oltre alla dovuta riflessione su quanto sta accadendo a livello nazionale, porta a ragionare anche su quello che sta avvenendo oggi ad Atripalda perché, anche qui, sembrerebbe che “una cosa è giusta solo perché decisa da chi comanda e se non viene attuata la colpa è di chi si oppone”.
A tal proposito, prima di proseguire, ritengo doveroso ricordare a qualcuno che in comune non si comanda ma si amministra e ciò va fatto nell’interesse di tutti.
Due le questioni che mi preme affrontare e che spero possano far riflettere tutti, una riguardante il tanto discusso bando ACM, di cui parleremo più avanti, e una relativa al neo approvato (forse) e pubblicato (sicuramente) Regolamento di Polizia Mortuaria la cui lettura mi ha tranquillamente portato fino al lontano “ART. 80 Allacci abusivi e Divieti” per poi lasciarmi stupefatto.
Ad un certo punto, infatti, è possibile leggere Inoltre, sono vietate le installazioni di lampade votive autonome alimentate a batteria e/o mediante accumulatori di corrente. I contravventori saranno tenuti al risarcimento dei danni, salvo qualunque altra azione civile e penale, rimanendo anche in facoltà del Comune interrompere il servizio a proprio insindacabile giudizio.
Ma come!? i nostri amministratori, contestualmente all’aumento del costo delle lampade votive, ci impediscono pure di illuminare le tombe dei nostri cari attraverso l’impiego di qualsiasi altra valida alternativa, sicuramente più economica, come potrebbe essere quella delle lampade a batteria!?
E poi si parla di danno, quale sarebbe il danno arrecato da un cittadino che decide di installare, dinanzi ad una lapide di famiglia, una lampada autoalimentata?
Spero che nessuno ci venga a parlare di decoro, perché una lampada resta tale a prescindere dalla sua alimentazione, né tantomeno di danno alle casse comunali perché in esse affluiscono tanti altri proventi finalizzati alla gestione dei servizi cimiteriali e soprattutto perché nel momento in cui si decide di non usufruire di un servizio viene a mancare il principio per cui è necessario dover dare un contributo economico per lo stesso.
La realtà è una, è indispensabile nutrire la struttura ACM e ciò va fatto anche a discapito dei cittadini che, in questo caso, sono privati della libertà di lasciare testimonianza del loro affetto verso i propri cari. Ricordo che quella piccola lampada nel gergo comune viene chiamata eterna proprio perché ricorda, in modo perpetuo, i nostri cari e per questo non va toccata!
Ed eccoci arrivare all’Azienda Comunale Multiservizi, meglio nota come ACM, anzi al suo ultimo bando, coinvolto in un sistema tanto farraginoso da dover richiedere, proprio allo scadere, un intervento dell’Amministratore Unico per la necessità di una proroga a causa di un ritardo di pubblicazione. Si comprendono bene le motivazioni ma restano le perplessità…
Un bando, tra l’altro, che prevedendo tra i requisiti la pregressa esperienza di un anno presso un Ente pubblico o società partecipata di fatto esclude ai più la possibilità di partecipazione, un bando non finalizzato all’assunzione ma soltanto alla formazione di una graduatoria.
Pur riconoscendo il lavoro che stanno svolgendo i dipendenti della ACM restano i miei personali dubbi sulle società partecipate e sinceramente ciò che mi preoccupa maggiormente è sempre il potenziale danneggiamento che può ricevere l’ente pubblico dagli eventuali danni procurati dalle stesse, pertanto sarebbe opportuno quantomeno prestare maggiore attenzione ai bandi, prevedendo procedure chiare e lineari che consentano la massima partecipazione.
Spero che questa nota possa far riflettere un pò tutti, in particolar modo l’attuale maggioranza amministrativa che, forse, è ancora in tempo per evitare l’ennesimo inutile sacrificio ai cittadini
atripaldesi …
Gerardo Malavena
Coordinatore Circolo PD Atripalda
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