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Rinvenimento reperti di epoca romana in via Appia, parla l’ex delegato alla Cultura Barbarisi:«In quell’area la presenza dell’anfiteatro»

Pubblicato in data: 22/4/2021 alle ore:08:48 • Categoria: Attualità

«Quell’area è fortemente interessata dalla presenza dell’anfiteatro. A conferma si può ricordare di un saggio effettuato dalla Soprintendenza negli anni 1975/76 che ne comprovò la presenza. Approfondendo un po’ le letture si potrebbe scoprire pure della descrizione che ne fa il Bellabona in uno dei suoi scritti su Abellinum».
Sull’avvio dell’indagine archeologica di approfondimento in via Appia dopo la scoperta di alcune strutture murarie di epoca romana nel cantiere di ammodernamento di un distributore di benzina interviene l’ex delegato alla Cultura ed ai BB.CC del Comune di Atripalda Lello Barbarisi, presidente dell’associazione “Velecha” composta da studiosi e addetti del settore, nata per aiutare il processo di valorizzazione del patrimonio storico e artistico provinciale e di Atripalda. «Mi rendono naturalmente felice le attività che sono in corso, cioè di approfondimento e di ampliamento dello scavo. Certamente possiamo dire che dopo circa sessant’a  nni si ripresenta l’occasione per  riappropriarci di un pezzo della nostra storia. Io sono contrario ai processi postumi perché sono inutili e spostano l’attenzione dall’obiettivo vero che in questo momento è rappresentato dalla tutela e dalla valorizzazione del bene. Abbiamo oggi davanti una grande possibilità, cioè quella di poter offrire ai visitatori di Abellinum anche la disponibilità dell’Anfiteatro. La Soprintendenza non vi è dubbio ha assunto la direzione giusta ed a questo punto non ci resta che attendere le loro determinazioni e quelle del primo cittadino, che per quanto mi risulta dai rapporti di antica amicizia che ci legano, è persona molto sensibile su questa materia».
Barbarisi, durante l’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Spagnuolo, ricoprì delega alla Cultura «ma mi furono affidate innanzitutto le vicende di Abellinum e Palazzo Caracciolo che come è risaputo abbiamo poi meravigliosamente chiuso entro il mandato, la prima con la definizione attraverso il quarto ed ultimo esproprio e la seconda con la donazione volontaria dei cespiti al comune da parte degli eredi. Due ottimi risultati frutto di un importante lavoro di squadra e soprattutto della massiccia presenza di Paolo». In quegli anni erano in corso di esecuzione i lavori del 1° lotto del Parco di Abellinum «rispetto ai quali riuscimmo,  anche aggiungendo risorse extra, ad inserire la riqualificazione della Basilica Paleocristiana di Capo la Torre e quella dell’area circostante. Oltretutto abbiamo investito sulla ricerca archeologica e finanziato una campagna di sondaggi in via Tufara che portarono all’individuazione nel sottosuolo dell’importante ipogeo funerario che comunemente chiamiamo Tomba a Camera. Poi con la Soprintendente Adele Campanelli, sulla scorta di una convenzione esistente, strutturammo un ufficio di progettazione che generò uno studio di fattibilità sulla valorizzazione complessiva di Abellinum, il cosiddetto Archeo Percorso di Abellinum. Sono peraltro convinto che si possa generare una nuova economia proprio partendo da un serio processo di valorizzazione del territorio e dei nostri beni culturali».

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