Falò, Processione e Santa Manna: città in festa per il Santo Patrono Sabino
Pubblicato in data: 7/2/2010 alle ore:13:03 • Categoria: Cultura •Falò, Processione e Santa Manna: Atripalda in festa per il Santo Patrono Sabino.
La festa per San Sabino Vescovo, patrono della cittadina del Sabato, e S. Romolo Diacono viene celebrata ben due volte all’anno: il 9 febbraio, per ricordare la morte del Santo ed il 16 settembre in memoria della traslazione delle ossa dall’altare maggiore della Collegiata di S.Ippolisto allo Specus Martyrum avvenuta nel lontanissimo 1612.
Legate alla ricorrenza religiosa rivivono domani e dopodomani due tradizioni dal sapore antico: i falò e la Santa Manna.
Quella dell’accensione dei falò in ogni quartiere della città è una tradizione secolare che si tramanda negli anni. Una vera e propria “gara” tra i vari quartieri nell’allestire quello più grande, segno della devozione verso il Santo. Il rituale dei falò o “focaroni” ha in sè un significato di purificazione per eliminare gli elementi negativi della vita, ma anche un segno propiziatorio e beneaugurante per il nuovo anno, di prosperità per la raccolta dei prodotti della terra.
L’accensione dei “focaroni” di domani 8 febbraio avviene alla vigilia della festività di San Sabino.
Toccherà al sindaco Aldo Laurenzano, alle ore 19.30, l’accensione del falò in piazza Umberto, che come da tradizione viene allestito dai dipendenti comunali.
Ma quest’anno c’è una novità: dopo la tragedia del pensionato grottese del 2009, per motivi di sicurezza ogni falò dovrà avere un responsabile ed essere autorizzato dall’Utc comunale, vigili e carabinieri.
Martedì 9 invece, alle ore 11, Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E.Mons. Francesco Marino, vescovo di Avellino presso la chiesa madre di S.Ippolisto martire. Seguirà alle ore 12.30 la solenne processione per le vie della città.
Le effigi del mezzo busto reliquiario argenteo del Santo Sabino (foto) e di S. Romolo Diacono, vengono portate a spalla dai fedeli, mentre nel mese di settembre, le stesse vengono trasportate su un’auto infiorata.
In serata infine, dopo la messa delle 17.30, il parroco di S.Ippolisto Martire, don Enzo De Stefano, distribuirà ai tantissimi fedeli la Santa Manna, altra antichissima tradizione della profonda fede del popolo atripaldese.
Il parroco segna la fronte dei fedeli con la Santa Manna, un liquido benedetto che si dice sia il sudore delle ossa di S.Sabino. Una particolare benedizione dalle mani del sacerdote che esegue un sacro e tradizionale cerimoniale, intingendo una penna d’oca in acqua benedetta, e tracciando sulla fronte dei fedeli un segno di croce.
In passato, il liquido della Santa Manna, ritenuto “miracoloso”, gocciolava dal sarcofago di San Sabino, e veniva raccolto in boccette di vetro per essere utilizzato per benedire in questa ricorrenza i fedeli. Il fenomeno dello sgorgare del liquido dalla tomba del Santo, si interruppe però prima del sisma del 1980. Oggi è sostituto dall’acqua benedetta.
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