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Don Gerardo Capaldo festeggia 60 anni di sacerdozio nel “Parco Elio Parziale”

Pubblicato in data: 16/9/2023 alle ore:18:35 • Categoria: Attualità

Una festa a sorpresa per i sessanta anni di sacerdozio di don Gerardo Capaldo. Ad organizzarla nel “Parco Elio Parziale” il dottore Sabino Aquino, premiato a fine serata, in vista dei festeggiamenti per il Santo Patrono Sabino.
«Sessanta anni di sacerdozio con lo sguardo e la lucidità di un prete novello – ha spiegato il parroco della chiesa madre di Sant’ippolisto Martire don Luca Monti – Descriverei così il caro Don Gerardo Capaldo, figlio, padre e fratello della nostra comunità atripaldese. Se per lui è stato preparato un momento di festa nell’occasione dell’inizio del Novenario per San Sabino, da lui stesso invece è stato proposto un momento di riflessione sul tema dell’accoglienza. È noto il detto “San Sabino è amante dei forestieri”, ma sganciato dalle logiche del commercio, lo stesso si può dire per noi? A questa “provocazione” pastorale hanno risposto coloro che da Don Gerardo stesso sono stati invitati ad animare la tavola rotonda. Il momento più importante sarà però la celebrazione che vivremo con Gerardo nella Chiesa di Sant’Ippolisto dopo le festività per San Sabino e l’evento, ovviamente, sarà opportunamente pubblicizzato».
Anche il sindaco Paolo Spagnuolo elogia «uuna persona che ha svolto il sacerdozio per 60anni come missione a favore degli ultimi, dei più deboli e dei poveri. Ha coltivato e implementato le tradizioni della nostra comunità come le cancellate della chiesa San Lorenzo. Lo ricordiamo come direttore che sa leggere bene ifatti contemporanei e lo ricordiamo come insegnante di religione. Una figura amabile e che si è speso a tutela dei più deboli».
Ottantotto anni, già fondatore e direttore del settimanale cattolico “Il Ponte” e di “Irpinia Insieme” raggiunge il traguardo di sessant’anni di missione sacerdotale vissuti al servizio della chiesa, del prossimo e della cultura.

Il dramma delle migrazioni

Quali regole?

L’incontro si è svolto nel parco “Elio Parziale”, dopo la celebrazione dell’Eucaristia e un ottimo concerto, come previsto dal programma della novena per la festa di San Sabino. E’ purtroppo un momento molto difficile per tutto il mondo. Molto opportunamente il Papa insiste sulla sinodalità; un discernimento comunitario che coinvolga anche i fedeli laici, superando una predicazione astratta, spesso estranea ai gravi problemi del nostro tempo.

Sono stati pertanto invitati a parlare alcuni amici che forse conoscono meglio questi problemi.
Il parroco di S. Ippolisto don Luca Monti, ha tracciato alcune linee per un confronto più idoneo. Molto caloroso il saluto del sindaco Paolo Spagnuolo.

Nella tradizione popolare il santo patrono di Atripalda è ritenuto “Amante dei forestieri”. Una tradizione forse derivata dalla caratteristica commerciale di questa cittadina, interessata ovviamente allo sviluppo della sua economia. Una economia che oggi assume una dimensione internazionale, con il relativo fenomeno delle migrazioni.

Il presidente provinciale delle Acli Alfredo Cucciniello non ha esitato a sottolineare la gravità di questo problema che, nella sua complessità, richiederebbe un’attenzione di gran lunga maggiore.

Il prof. Raffaele La Sala, più attento al profilo storico di San Sabino, con le note controversie, si è inoltre soffermato sull’incerto rapporto tra il Santo Patrono di Atripalda e il commercio, i forestieri, e coloro che talvolta hanno invaso e devastato le nostre regioni.

Anche se, in tale rapporto, San Sabino è inteso come sinonimo o simbolo degli atripaldesi. Nella religiosità popolare, il collegamento tra la propria attività lavorativa e il culto verso un Santo particolare non è infrequente. Il rapporto tra la fede e la vita è di per sé lodevole. Specialmente se la protezione invocata viene riferita non solo ai propri interessi ma anche all’attento impegno etico che il vangelo esige. Cosa che non esclude equivoci e persino conflitti. Guerre che ovviamente richiedono una riflessione di gran lunga maggiore.

Il prof. Alfonso Parziale ha in gran parte condiviso la drammaticità delle illusioni e della fuga di migliaia di nostri fratelli che, pur essendo di colore diverso, tentano disperatamente di raggiungere le nostre coste, con il rischio della vita. Un problema di cui, non solo la Chiesa e le ong, ma tutto il mondo civile dovrebbe farsi carico, superando la diffusione degli stupefacenti, lo sfruttamento e le gravi disuguaglianze che il neo-colonialismo e neo-imperialismocomportano.

Problemi che soprattutto i credenti dovrebbero avere a cuore per un futuro più sereno per tutti.

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