marted� 26 novembre 2024
Flash news:   Puc, l’ex sindaco Geppino Spagnuolo critica lo strumento urbanistico: “Si vuole cementificare la città con la scusa della perequazione” Il mare d’autunno nei versi di Maurizio De Vinco Alla Camera dei Deputati presentato “Il terzo paradigma” scritto dal professore Sergio Barile e Sabino Morano Detenzione e Spaccio di stupefacenti: i Carabinieri di Atripalda arrestano un 46enne Cgil Avellino con Laika e Lupus in Fabula in piazzetta degli Artisti per ricordare il 23 novembre Frode finanziaria a un commerciante atripaldese: sottratti 115mila euro Il Consorzio dei Servizi sociali A5 incassa un finanziamento da 200 mila euro per politiche verso le famiglie “CSI. È stato un tempo il mondo”: il libro di Zoppo allo Spazio Laika L’Avellino Basket supera l’ostica Nardò La Scandone Avellino espugna Monopoli

La nota di Luigi Caputo – L’importanza degli anniversari e le trappole del dilettantismo

Pubblicato in data: 25/2/2010 alle ore:13:09 • Categoria: Politica, Prc

adamo-nicolaDi una cosa va dato atto in premessa al consigliere di minoranza Lello La Sala: aver ricordato un anniversario, il 30° della scomparsa di Nicola Adamo (nella foto) che ad Atripalda stava passando inopinatamente sotto silenzio. Purtroppo tanta solerte sollecitudine è stata contraddetta da un suo comportamento in realtà molto diverso. È stato proprio La Sala, infatti, qualche tempo fa, a battersi ostinatamente, all’interno della commissione cittadina per la toponomastica, contro l’intitolazione di una strada a Nicola Adamo, contrapponendogli un elenco mezze figure e insignificanti carneadi. Ed è stato solo grazie a una perseverante campagna di informazione, recepita da un’A.C. (una volta tanto attenta), che è stato possibile porre rimedio a una palese ingiustizia, recuperando pienamente alla memoria pubblica cittadina due figure di assoluto rilievo, quali appunto Adamo e lo storico Vittorio de Caprariis. Il fatto è che La Sala, anche quando sembra parlare di altri, in realtà parla sempre di se stesso, preso da un irresistibile solipsismo che lo porta a mettersi sempre in primo piano.
Per lui l’argomento del discorso è in realtà un mero pretesto, uno strumento, un passaggio necessario per approdare all’unico obiettivo che gli interessa, dare libero sfogo a un ego dilatato. Dal suo stile in verità ci separa una distanza siderale, uno stile improntato, nel nostro caso, al rispetto dell’altro e che oggi pertanto ci impedisce, come comunisti, qualsiasi appropriazione postuma della figura di Adamo, e quindi ogni pretesa di ipotecare gli esiti successivi che avrebbe conosciuto la sua traiettoria politica, se non fosse stata repentinamente interrotta da un funesto destino e, in particolare, quali sarebbero state le sue scelte rispetto a quel crinale storico decisivo rappresentato dallo scioglimento del PCI. Una cosa però sappiamo e vogliamo affermarla con forza: Adamo ha vissuto ed è morto da comunista, e la sua vicenda non può essere banalizzata, né tanto meno ridotta a un frammento di strapaese (quasi a dire “eravamo avversari, ma in fondo ci volevamo tutti bene”) dal momento che il contesto in cui egli visse e operò, e la dialettica politica che lo contraddistinse, traevano origine da visioni del mondo diverse e contrastanti, che coinvolgevano le biografie dei protagonisti in tutti i loro aspetti, in maniera integrale.
Ed è sempre il medesimo senso di rispetto che ci ha indotto, in occasione della recente scomparsa di un altro importante comunista atripaldese, Sabino Loffredo, che di Adamo si trovò a raccogliere l’eredità in un momento particolarmente delicato, coinciso con il dopo terremoto, ad evitare qualsiasi tentativo di collocare un’etichetta di appartenenza sulla sua figura: dopo la fine del PCI, prospettiva che pure aveva contrastato con tutte le sue energie, Loffredo, abbandonata la politica attiva, si era infatti avvicinato a posizioni più moderate, nell’ambito del centrosinistra. Tale riguardo, ancora una volta, La Sala non ha dimostrato nei confronti di Loffredo nel momento in cui, in un altro intervento, riferendosi alle sue convinzioni in materia religiosa, ha affermato che ad un certo punto della sua esistenza, egli “si era convinto di essere ateo”, quasi che si trattasse di un vezzo intellettuale e non, come in realtà fu, di una scelta consapevole e portata avanti con assoluta persuasione. Il riconoscimento dell’identità dell’altro è un presupposto essenziale di un corretto rapportarsi ad esso in qualsiasi ambito, della politica così come della vita in generale.
Anche in nome di ciò, e in particolare di quella che Gramsci qualificava come l’eredità destinata a trasmettersi di generazione in generazione, non accetteremo nessuna banalizzazione di personaggi che, con l’essere protagonisti della storia locale, hanno concorso a costruire quella storia più grande che oggi qualcuno vorrebbe lacerare e stravolgere.

Luigi Caputo
Partito della Rifondazione Comunista di Atripalda

Print Friendly, PDF & Email
Ti È piaciuto questo articolo? Votalo adesso!


Non saranno pubblicati commenti offensivi, diffamanti o lesivi della dignità umana e professionale di amministratori, politici o semplici cittadini. La redazione di AtripaldaNews si riserva la possibilità di pubblicare solo parte del contenuto, procedendo a tagliare le frasi offensive. Invitiamo i nostri lettori, nel rispetto delle regole di una società civile, a firmare con nome e cognome i propri commenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *