Raccolta rifiuti, domani sciopero dei dipendenti del Cosmari. Torna l’emergenza
Pubblicato in data: 7/3/2010 alle ore:15:03 • Categoria: Attualità •I lavoratori del Cosmari Av1, di cui fa parte il comune di Atripalda, incroceranno le braccia domani per protestare contro il mancato rispetto degli impegni assunti dai comuni morosi.
La raccolta e tutte le altre attività verranno bloccate. La situazione è al limite e non è da escludere che la lotta di sindacato e lavoratori prosegua anche per i giorni successivi. La sospensione del servizio è stata indetta dalla Uil dopo che – nella giornata di ieri – a fronte di pagamenti concreti, gli enti locali hanno solo avviato le procedure per lo stanziamento di una parte del debito accumulato. Mandati di pagamento sono stati emessi dai comuni di Avellino per 240mila euro, Atripalda per 221mila euro, Solofra per 196mila euro, Monteforte per 188mila euro, Mercogliano per 91mila e 500euro, Manocalzati per 84mila euro, Contrada per 70mila euro (di cui 10mila direttamente all’Asa), Montefalcione per 50mila euro, Prata per 19mila euro. Poco meno di un milione e 200mila euro che garantiscono la corresponsione degli stipendi agli addetti e assicurano la possibilità di affrontare una serie di spese relative alla logistica.
Ma la Uil ha indetto ugualmente per domani una giornata di sciopero dell’intero settore – limitatamente al bacino del Cosmari Av1 (inlcusa Aripalda) – con mobilitazione e corteo di protesta ad Avellino. Gli operatori si ritroveranno in piazza d’Armi per poi dirigersi nei pressi dei palazzi di Provincia e Prefettura.
«La protesta – evidenzia Michele Caso della Uil – poggia le basi su due questioni. I pagamenti effettuati, tra l’altro in minima parte per comuni con una morosità notevole, non bastano per il presente e non c’è alcuna certezza per il futuro. Rivolgeremo perciò un appello al prefetto per un nuovo intervento nei confronti dei comuni morosi che garantisca ulteriore ossigeno all’Asa e stabilisca paletti certi per i futuri pagamenti affinché le difficoltà attuali non diventino routine».
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