L’onorevole De Mita torna ad Atripalda a sostegno dell’Udc
Pubblicato in data: 11/3/2010 alle ore:14:36 • Categoria: Politica, Udc •«Se qualcuno si illude di poter risolvere i problemi da solo, si sbaglia di grosso: la politica non deve fare altro che creare le condizioni che consentono a chi amministra di risolvere i problemi», questo uno dei passaggi più importanti dell’intervento dell’onorevole Ciriaco De Mita, mercoledì sera nell’ex aula consiliare annessa alla biblioteca comunale.
Con il Presidente di Nusco presenti il reggente pro tempore dell’Udc cittadino Paolo Spagnuolo, i candidati Pietro Foglia, Raffaella Pratola, Enza Ambrosone e, tra gli altri, Giuseppe De Mita, Pino Rosato, l’ex sindaco Gerardo Capaldo con il fratello Sergio, Carmine Capozzi, Tonino Acerra, Sergio Barile, Gianni Solimene, Santino Barile, Maurizio Petracca, Pino Freda, Dino Preziosi, Cicalese, Flavio Pascarosa, Lello Barbarisi, Gennaro Marena, Michele Mastroberardino e tanti altri.
«Un magistrato che vuole curare i mali della politica? E’ come un filosofo che vuole curare un malato – le classiche metafore sulla medicina nell’intervento dell’onorevole – il “giustizialista”Di Pietro si è trovato, per una coincidenza di eventi che fanno parte del normale flusso della vita umana, a gestire un periodo di grandi cambiamenti per la storia del Paese. Poi, ad un certo punto ha messo da parte la toga e si è dedicato alla politica, pensando a torto che fosse la stessa cosa». E proprio il leader di Italia dei Valori e il suo “giustizialismo” sono i punti maggiormente criticati dagli esponenti presenti dell’Unione di Centro. Non è mancata qualche “stoccata” di De Mita, seppur ironica, all’ex sindaco di Atripalda, Gerardo Capaldo: «Gerardo è al di sopra di ogni sospetto: agisce sempre in buona fede, anche quando sbaglia», facendo probabilmente riferimento alla spaccatura di tre anni fa alle elezioni comunali prima e provinciali poi. «Tuttavia, adesso è tutto chiarito tra di noi», ha chiosato il leader di Nusco che ha sorriso ad una platea divertita. Spazio anche all’analisi politica nazionale: «abbiamo creato un vero e proprio movimento che si sta ritagliando uno spazio importante in un bipolarismo che non mi ha mai convinto», e a quella locale: «Non mi sto risparmiando in questa campagna elettorale, mi sembro un candidato ma non sono stanco. Sto notando, nei miei tour elettorali in provincia e in regione, molta disponibilità a riflettere sul nostro progetto politico». Ed ancora qualche commento sugli avversasi:«Il compito della politica è quello di far nascere nel cuore delle persone la speranza, la politica, infatti, non è la “conquista del potere” così come la intende Berlusconi ma anche De Luca. Può sembrare solido il centrodestra, ma il Pdl non è altro che una lotta tra capi tribù. E’ evidente che si sta sgretolando, così come il Pd, un partito di mediocri».
Ad aprire l’incontro, il consigliere comunale dell’Udc Paolo Spagnuolo che si è soffermato sul ruolo dell’Udc all’interno del bipolarismo italiano, «Siamo di fronte alla crisi del bipolarismo che voleva fermare la corruzione e la proliferazione dei partiti: nessuna delle due condizioni si è verificata. Siamo nel vivo della campagna elettorale, è una grande occasione avere qui il Presidente De Mita a sostegno dei candidati Raffaella Pratola, Pietro Foglia e Enza Ambrosone. Sono molto fiducioso per questa tornata elettorale. Abbiamo cinque ottimi candidati non inventati ma scelti nella società civile». «Stiamo assistendo all’esplosione del Pdl, – dichiara l’ingegnere Pietro Foglia – Gianfranco Fini ha dichiarato di non riconoscersi più nel partito, e qui ritorniamo alla crisi del sistema Italia, una crisi derivante dall’assenza dei partiti. Ne è un esempio lo sceriffo di Salerno, Enzo De Luca, che chiede il voto disgiunto: non c’è niente di più sbagliato, più giorni passano più si nota l’inconsistenza di questo candidato. E’ sì una crisi nazionale e internazionale, ma è proprio in questi momenti che la Regione deve assumere una funzione regolatrice dello sviluppo, affinché metta in atto uno strumento per uscire da questo
immobilismo. Siamo di fronte a ipotesi mai realizzate per la provincia di Avellino, quello che noi proponiamo è di riprendere un discorso interrotto nel 1993. Oggi assistiamo ad una ripresa dell’emigrazione e sono i giovani laureati a partire. Non deve più accadere, abbiamo potenzialità da valorizzare (stazioni sciistiche del Laceno, terme di Villa Maina, ndr), infrastrutture dacreare e migliorare. Avellino, ad esempio è tagliata fuori dal trasporto su ferro».
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