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Mercato del giovedì, la nota di Cinzia Spiniello (Sel)

Pubblicato in data: 25/6/2010 alle ore:11:27 • Categoria: Attualità, Politica, Sinistra e Libertà

mercato-acacie2AAA mercato cercasi…. Ha ragione chi sostiene che viviamo un’epoca in cui tutto si svilisce e si assottiglia, in cui la comunicazione chiara latita a favore di una confusione indotta e creata ad arte. Esiste una totale mancanza di corrispondenza tra i fatti della realtà e quelli millantati sulle pagine dei giornali cartacei o on-line per dare solidità ad idee e progetti nati fragili e maldestramente irrobustiti da successivi interventi. Parlo del mercato settimanale e del pessimo lavoro svolto da chi se ne è occupato finora. Ciò che rende tutto ancor più fastidioso è il comportamento assunto dai protagonisti di questa triste vicenda ed in particolar modo mi riferisco all’assessore all’annona Di Pietro che continua a scrivere comunicati stampa di propaganda, tentativi risibili di descrivere una realtà che non esiste e che può essere smentita in qualsiasi momento dai fatti.La sua è una mistificazione, è la volontaria intenzione di fuorviare i cittadini ed i lettori, ritenedoli in contemporanea talmente ottusi da non accorgersi che la situazione a Parco Delle Acacie e zone limitrofe è un vaporoso disastro, su tutta la linea. Un disastro che parte dall’abc della vicenda e cioè da quei famosi parametri che secondo i NAS non erano rispettati nella precedente ubicazione. Il signor Di Pietro vorrebbe oggi farci credere che le condizioni igienico-sanitarie del nuovo mercato siano quelle idonee, che fanno salva la situazione? Egli sa bene che in fatto di sporcizia e di condizioni generali di sufficiente igiene siamo all’anno Zero. Sono stati fatti sopralluoghi durante e dopo il mercato e le condizioni dei pochi bagni fruibili è indecente e ad oggi qualsiasi NAS rileverebbe una serie di inadempienze in numero superiore rispetto a quelle rilevate a C.da Santissimo. Di Pietro dice che non c’è caos, ma evidentemente non è a conoscenza delle relazioni negative fatte dall’Azienda Trasporti che denunciano una situazione quantomeno difficile che causa ritardi non indifferenti sulle corse. C’è caos perché non c’è un progetto serio di viabilità, qualcuno è stato quantomeno superficiale su questo aspetto e non ha avuto il buon senso di aspettare fino a quando non fossero state individuate soluzioni ed alternative adeguate. Non è forse polvere negli occhi l’aver ripetuto con modi impettiti che si stava provvedendo al problema parcheggi attraverso la concessione dell’ex Macello per benevolenza del sindaco Galasso. Ma è stato detto agli atripaldesi che quella struttura è sotto sequestro giudiziario e sanitario? Vabbè che l’ostacolo sanitario in qualche modo si potrebbe sempre superare con qualche escamotage, ma fino a qualche mese fa c’era ancora il sangue delle macellazioni all’interno delle vasche del Macello. No, questo gli atripaldesi non lo sanno, così come non sanno che esiste un problema sicurezza enorme durante le ore di mercato, mi spiego meglio: non esistono vie di fuga ne c’è la possibilità per un mezzo di soccorso di effettuare in tempi brevi un intervento d’urgenza. L’ambulanza andrebbe calata con le funi. Questo aspetto è sempre stato un’arma usata contro il ritorno del mercato in piazza. Ho incontrato gente smarrita lo scorso giovedì, persone ignare, probabilmente emigranti di ritorno al paese per le ferie che sembravano aver perso un importante punto di riferimento e chiedevano informazioni. Quelle persone stanno abbandonando Atripalda, la stanno dimenticando, la stanno deridendo, le stanno togliendo ricchezza perché non ritorneranno. Di Pietro dice che c’è stato un boom di affluenze (da cosa avrà mai ricavato questi dati?), per me assomiglia all’effetto del pejote. Nel delirio di corte si dimenticano perfino delle risse e degli scippi. Sarà poi cosa gradita sapere se veramente esistono le petizioni degli abitanti di C.da Santissimo, si vorrebbe toccarle con mano, sarebbero una rarità: 3000 firme in un quartiere che non raggiunge quella densità di popolazione neanche contando i randagi e i bidoni dell’immondizia, sempre che non fossero valide le firme dei residenti all’estero e i defunti. Conosco tanta gente di quel quartiere che non ha mai visto n’è partecipato a raccolte di firme. Se queste ultime non esistessero davvero (cosa alquanto probabile) ci troveremmo davvero di fronte a qualcosa di ignobile e di costruito ad arte per ingannare la popolazione già umiliata dalla più totale mancanza di democrazia, dato che si continua a disattendere la volontà popolare che attraverso un Referendum si è espressa chiaramente per il ritorno del Mercato nella sua sede naturale e storica. Addirittura era comparso un manifesto che parlava di liberazione, ben altra liberazione meriterebbe Atripalda. Insomma, la finisca Di Pietro di raccontare bugie, di distorcere la realtà. Prenda atto del fallimento suo e di quanti hanno partecipato al compimento di questo scellerato progetto. Ammetta i suoi errori, si defili e porti qualcun altro con se. Atripalda ha bisogno di meglio e può avere di meglio, il commercio ad Atripalda è in difficoltà e non può sostenere oltremodo una condizione di indifferenza e di totale abbandono da parte delle istituzioni, il commercio che era il vanto e la storia di Atripalda, oggi è, per mano di amministratori ciechi e sordi, al lumicino. La strada dell’apertura alla grande distribuzione sta compromettendo il futuro commerciale ed economico della città. Rompere col passato per favorire un futuro di plastica è ciò di cui meno abbiamo bisogno. Si faccia da parte e chieda scusa, ponga fine alla sua fortunata avventura politica che è andata ben oltre i suoi meriti politici ed amministrativi, del resto fare l’assessore senza alcuna consistenza politica alle spalle è già un grosso risultato. Non sfidi ancora la fortuna, la politica è condivisione e partecipazione la prossima volta i pacchetti di voti personali potrebbero non bastare.

Cinzia Spiniello, Sinistra ecologia e libertà con Nichi Vendola, Atripalda

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