«Donate sangue e piastrine», l’appello di una mamma atripaldese
Pubblicato in data: 20/7/2010 alle ore:13:45 • Categoria: Cronaca •Carissimo direttore,
Vorrei fare un appello tramite il suo giornale. Sono una signora di Atripalda. Sono madre di due meravigliosi bambini. Nel marzo del 2010, mio figlio di soli 8 anni ha ricevuto una diagnosi da medici di Avellino e succesivamente confermata presso l’ospedale Pausillipon di Napoli “Santo Bono” di Leucemia Linfoblastica Acuta (B) o LLA. Una diagnosi da choc per un adulto, agghiacciante da pensare per un bambino, e da “ancora non ho parole per descrivere il terrore” per una mamma.
La leucemia è un tumore delle cellule del sangue. Le cellule normali che si ritrovano nel sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) prendono origine da cellule immature – dette anche cellule staminali o blasti – che si trovano nel midollo osseo, cioè in quella parte di tessuto spugnoso contenuto all’interno delle ossa. Nelle persone affette da leucemia vi è una proliferazione incontrollata di queste cellule, che interferisce con la crescita e lo sviluppo delle normali cellule del sangue. La leucemia non si “prende”, e’ una anomalia del DNA. Invisibile all’inizio, presenta sintomi come la febbre, le sudorazioni notturne, la stanchezza e l’affaticamento, il mal di testa, i dolori ossei e articolari, la perdita di peso, la suscettibilità alle infezioni, la facilità al sanguinamento oppure l’ingrossamento della milza e dei linfonodi, può coinvolgere anche lo stomaco, l’intestino, i reni e i polmoni.
Tutti questi sintomi NON sono sicuri segni di leucemia, perchè sono comuni a molte altre malattie; quindi difficile da diagnosticare senza un prelievo del sangue, e successivamente del midollo dell’osso ancale e spinale.
Pian piano la malattia diventa una realtà per i bambini e le famiglie, che cambieranno il “modo di vita” per i prossimi 2-5 anni dove un protocollo perfetto, preciso… un “percorso” determina la cura del bambino, assumendo che vada tutto bene.
Durante il “percorso” i bambini necessitano di appropriate cure, di un ospedale come il Pausillipon attrezzato e disponibile, di dottori e infermieri capaci e comprensivi, di un’umanita che va oltre ogni limite, di continue trasfusioni di sangue e piastrine che vengono depletate dalle terapie oncologiche e dalla malattia. Quest’ultima rappresenta il problema serio che infligge i bambini al Pausillipon al momento.
Il mio appello ai cittadini di Atripalda e’ quello di fare un dono molto importante e di aiutare l’ospedale ad implementare le scorte di sangue e piastrine, che e’ scarsissima.
Un dono questo non solo per mio figlio, ma un dono a tanti altri bambini, alcuni piccoli di neanche un mese, provenienti non solo dalla nostra regione, ma anche da altri paesi come l’Ukraina, l’Africa, le isole caraibiche, che l’ospedale ospita donando loro tutte le cure necessarie, e da’ a questi piccoli angeli e alle loro famiglie tanta speranza.
Mi perdoni la lunga lettera. Io sono completamente a disposizione ad organizzare chi sia interessato, a venire in ospedale per donare (l’ospedale accetta solo donazioni in sede, in quando i controlli sono Piu’ severi) inoltre sono disponibile ad accompagnare personalmente i volontari. Certa della sua attenzione in merito le invio i miei piu’ cordiali saluti,
Teresa
Donatrice a vita
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