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L’assessore Troisi tra lavori pubblici e l’adesione a Cives:«Io candidato sindaco? Poi si vedrà»

Pubblicato in data: 25/2/2011 alle ore:15:30 • Categoria: Cives, Politica

troisi-ridottaTracciamo un bilancio di questi quattro anni (2007-2011) alla guida dell’Assessorato ai Lavori Pubblici…
«Qualcuno, come l’Udc, ha detto che in questi quattro anni tutto si è ridotto alla bitumazione di alcune strade o alla pavimentazione di piazza Municipio. Chi fa queste affermazioni non tiene conto del notevole lavoro dell’Amministrazione e dell’Utc in termini di progettazione e realizzazione. Dall’insediamento abbiamo individuato delle direttrici da seguire: completare le opere pubbliche iniziate, avviare nuovi lavori già finanziati e progettarne altri con nuovi finanziamenti».
Quali gli interventi?
«Mi piace ricordare alcune delle opere più significative che abbiamo avviato e completato: il restauro della Chiesa di San Nicola realizzato in collaborazione con la Confraternita, oggi utilizzata anche per attività culturali. Altro intervento importante è la realizzazione del collettore fognario di via Turci che consentirà ad alcune decine di famiglie di usufruire dei servizi offerti dalla fognatura pubblica. Poi interventi sulla riqualificazione di strade cittadine: via Cammarota, via Belli e via Appia dove, oltre a curare gli aspetti relativi alla sicurezza veicolare, abbiamo prestato attenzione alla sicurezza pedonale e alla scelta dei materiali. Ed ancora riqualificazione di piazza Cassese e via San Nicola: anche qui non ci siamo limitati a semplici bitumazioni. Attenzione inoltre a opere pubbliche in grado di ospitare servizi per fasce deboli come l’adeguamento strutturale del centro Aprea in contrada Novesoldi, opera ancora in corso per fornire servizi a disabili, e il Centro Diurno per Anziani, i cui lavori sono iniziati in questi giorni. C’è un terzo immobile su cui abbiamo puntato, l’edificio dell’ex scuola di rampa San Pasquale: abbiamo presentato il progetto in Regione, escluso dal finanziamento, ma speriamo sempre di riuscire a reperire i fondi necessari. Poi c’è l’intervento del Parco Archeologico dell’Antica Abellinum, finanziamento ottenuto dalla vecchia amministrazione e avviato con la Soprintendenza. In fase progettuale abbiamo una serie di progetti che riguardano le scuole cittadine. Alcuni progetti sono stati finanziati (scuola elementare di via Manfredi e scuola materna di via Cesinali), per altri attendiamo risposte dalla Regione».
Su alcuni tipi di lavori c’è stata però una forte polemica come per piazza Municipio e vico Carlo…
«E’ evidente che rispetto a questi interventi ci sono stati dei problemi. Sono lavori con fase di collaudo ancora aperta. Questo ha consentito all’Utc di chiedere e ottenere da parte della ditta esecutrice un intervento di risoluzione definitiva delle problematiche riscontrate. Intervento che verrà eseguito nel momento in cui ci saranno condizioni meteorologiche più idonee».
Questione Palazzetto dello Sport, la città avverte questa grande assenza…
«Facendoci carico di questa forte esigenza, vista la presenza di numerose società sportive, avevamo presentato alla Regione un progetto di ampliamento della palestra “Masi”. Non c’è stato esito positivo in quanto l’attuale Giunta regionale ha revocato il bando».
Lei è assessore quasi ininterrottamente dal 1994. Rispetto alle dichiarazioni del sindaco contro chi in passato “in buona fede o maldestramente ha tenuto celati i debiti del comune e amministrato con molata disinvoltura”, cosa risponde?
«Escludo entrambe le cose. La situazione è più complessa. L’indebitamento degli enti locali è uno dei maggiori problemi che assillano comuni e province. Il problema è di natura strutturale e generale e riguarda non solo Atripalda ma le politiche di finanza pubblica che hanno indirizzato le attività degli enti negli anni passati. Si è potuto così ricorrere all’indebitamento: contrarre mutui per pagare debiti. Oggi si è passati ad un sistema diverso di rigore delle finanza pubblica. Dal 2007 al 2012 abbiamo avuto una riduzione del contributo ordinario dello Stato di un milione e 800 mila euro per il comune di Atripalda. I comuni ora devono autofinanziarsi attraverso l’alienazione e la valorizzazione dei beni improduttivi, l’ottimizzazione delle spese, l’attenzione alle entrate tributarie ed infine la lotta all’evasione. Ecco perché non c’è stata malafede né superficialità delle vecchie amministrazioni che hanno solo utilizzato gli strumenti a disposizione. Nel nostro caso particolare abbiamo avuto numerose emergenze rifiuti che hanno determinato una crescita esponenziale della spesa. Sono venute a maturazione anche spese legali per cause di anni fa, così ci spieghiamo questa situazione debitoria. Questa amministrazione ha affrontato l’indebitamento responsabilmente, utilizzando gli strumenti che la norma ha messo a disposizione. Spero di poter consegnare alla città, alla fine del ciclo amministrativo, un bilancio in perfetto equilibrio, in modo che la prossima amministrazione possa governare con serenità e tranquillità economica».
Lei non ha riconfermato l’iscrizione al Pd ma ha aderito all’associazione politico-culturale Cives, quali sono le ragioni di questo strappo?
«Non c’è un nesso tra Cives e Pd. Cives non è un partito ma un’associazione politico culturale nata dall’esigenza di un gruppo di persone di potersi confrontare su diverse tematiche per costruire una città che sia più vivibile dal punto di vista socio-economico. Chi segue la politica cittadina sa che non è una decisione maturata oggi, ma un malessere evidenziato da tempo per una serie di problemi legati alla politica generale del Pd, rispetto alla quale io, in questo momento, non mi riconosco. Il Pd era un partito nato con grandi ambizioni a cui io e altri amici provenienti dalla Margherita avevamo aderito con entusiasmo e speranza. Un partito dove ci si proponeva di rinnovare modi e costumi della politica. Il Pd non ha assolto però a questo proposito perché diventato ostaggio delle correnti, provocando disaffezione tra gli elettori. Quello che è successo in Irpinia e in città ne è lo specchio. Le decisioni vengono prese da una ristretta cerchia di dirigenti senza coinvolgere amministratori e iscritti. Ad Atripalda avevamo chiesto di arrivare al congresso attraverso una serie di appuntamenti pubblici, un percorso che non è stato fatto, elemento che ha inciso sulla nostra decisione».
Il Pd è pronto a chiedere la costituzione del gruppo in consiglio comunale…
«Avendo preso questa decisione l’adesione al gruppo del Pd è scontata che non ci sarà. Quando è nata questa Amministrazione il Pd non esisteva, ma vari partiti si sono riconosciuti in un unico gruppo “Centrosinistra per Atripalda” rispetto al quale mi sento ancora parte integrante e rappresentato dall’attuale capogruppo Tomasetti. Gli equilibri in giunta? Devo dire che ho sempre svolto la mia attività amministrativa con spirito di servizio e riconosco attualmente, come già fatto in passato, al sindaco l’autonomia di decidere a chi conferire deleghe e incarichi in giunta».
Infine amministrative 2012, in che ambito si muoverà?
«E’ ancora prematuro parlare di amministrative, manca ancora tanto tempo. L’esperienza deve insegnare. In questo momento mi sono impegnato pienamente con questa Amministrazione per raggiungere gli obiettivi affinché la prossima consiliatura possa avere la tranquillità economica con cui operare. Mi auguro inoltre che ci sia maggiore serenità negli animi tra le forze politiche e che la campagna elettorale si concluda nel momento in cui gli elettori decidano chi debba governare e chi come opposizione controlli nel rispetto istituzionale dei ruoli e senza pregiudizi. Anche se non sono iscritto al Pd, vedo la mia collocazione sempre nel centrosinistra per la mia storia politica e formazione culturale. Vedremo come si evolve il quadro politico futuro».
Sarà candidato sindaco?
«In questo momento non prenderei impegni per l’Amministrazione, poi si vedrà. Le candidature devono essere condivise nell’ambito di un progetto e non proposte dall’interessato. Il candidato a sindaco deve essere garante dell’attuazione di questo progetto».

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